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SERIE C. MATTEO CASAROTTO IL BOMBER VICENTINO DELLA VIRTUS VERONA

Casarotto

Matteo Casarotto è terzo nella classifica marcatori del Girone A della Serie C. Porta la maglia numero 9 della Virtus Verona, sorprendentemente quarta in classifica. È nato venticinque anni fa in provincia di Vicenza, a Sarego, ed ha giocato fra i dilettanti nel Montecchio Calcio fino al 2022, quando è stato acquistato dalla società di Gigi Fresco, passando dall’Eccellenza ai professionisti.
“Ho fatto due anni di Primi calci a Sarego, nel mio paese, poi ho provato a fare un campo estivo al Montecchio e mi hanno preso. Ho fatto tutta la trafila a Montecchio, dal Settore Giovanile alla prima squadra”.
L’annata importante con il Montecchio è stata quella 2021-2022 in cui avete conquistato la promozione in serie D e lei ha segnato 42 gol.
“Ho fatto anche parecchi assist, non mi ricordo quanti. È stato un anno importante, bello, anche se il campionato non siamo riusciti a vincerlo perché ci ha preceduti il Villafranca, però abbiamo vinto la Coppa Italia. E siamo arrivati fino ai quarti dei playoff”.
In quell’occasione è nato l’interessamento del mondo professionistico. Come è arrivata a lei la Virtus?
“Ho avuto contatti verso la fine del campionato, sono venuti a vedermi, però non sapevo se fossero davvero interessati. Quando è finito il campionato, c’è stata la chiamata della Virtus. All’inizio sinceramente non ci credevo perché ho detto: impossibile che un giocatore dall’Eccellenza vada in serie C. Per me, poi, era un cambiamento importante, dal lavoro a tutto, ma, insomma, è stata un’emozione forte perché comunque sarebbe stato il mio sogno provare a fare il calciatore”.
C’era stato un interessamento anche del Vicenza?
“Sì, ma alla fine non si è concretizzato proprio niente. Penso che, per il mio percorso, sia stato giusto andare alla Virtus Verona, dove avrei avuto più spazio. E poi c’era Gigi Fresco, che da parecchio tempo mi stava dietro”.
C’è stato un tecnico che considera un suo maestro?
“Sicuramente Davide De Forni e Federico Coppola. Fra i professionisti Gigi Fresco”.
È arrivato al primo contratto professionistico a 23 anni, che non è proprio presto.
“Non ho avuto la possibilità di fare un settore giovanile importante e sono esploso solo tre anni fa, magari per colpa mia, o forse non ho mai avuto prima la possibilità di fare il salto”.
Lavorava in conceria finché era dilettante e adesso può allenarsi molto meglio.
“Adesso è completamente diverso perché riesco a concentrarmi solo sul calcio. Prima fare 8-9 ore di lavoro più, dopo, il calcio, era impegnativo. Lo facevo per passione, perché comunque amo il calcio”.
Il primo anno con la Virtus è stato di ambientamento, non ha avuto molto minutaggio.
“Fino a febbraio ho fatto fatica, ma penso che fosse un normale periodo di adattamento. Avevo bisogno anch’io del mio tempo. Ho cominciato a giocare quasi sempre dopo la partita di Mantova, in cui ho segnato il primo gol da professionista. Era il 5 febbraio di quest’anno”.
Arriviamo, appunto, a quest’anno. Parte titolare.
“Sto cercando di dare tutte le risposte possibili. La squadra ha iniziato bene, io ho iniziato ad andar bene, l’unica cosa da fare è sperare di continuare così”.
Fresco la fa giocare in un attacco a due, lei è la punta veloce e l’altro quella centrale.
“Penso che sia importante avere una punta fisica con me, così riesco attaccare lo spazio, lui viene incontro e mi crea lo spazio per mandarmi in porta. Oppure si riesce anche a giocare sullo stretto. Mi trovo molto bene con tutte le altre punte della Virtus”.
E quel 9 sulla maglia? È perché Danti non le lascia il 10?
“È giusto che Mimmo Danti abbia il 10 perché è alla Virtus da 7-8 anni ed è il suo numero. Sono sincero, il numero che preferisco è il 10, però è giusto che l’abbia lui. In società molti mi hanno detto prendi il 9 e li ho ascoltati. Però, alla fine, un numero sulle spalle non è che rimane lì sempre”.
È un mancino, però usa bene anche il destro.
“Sì, abbastanza. Gigi me lo domanda spesso di cercare di migliorare il destro il più possibile, perché è importante avere la possibilità di giocare anche a sinistra. Lui è uno che sta parecchio attento ai particolari e chiede molto di usare il piede debole. Se adesso riesco a usarlo un po’ di più, è grazie anche a lui perché insiste molto su questo”.
Si aspettava di aver già firmato 6 gol dopo 12 partite?
“Onestamente no, penso che, se me lo avessero chiesto a inizio anno, avrei firmato subito. E diciamo che potevo anche avere qualche golletto in più se fossi stato un po’ più lucido sotto porta”.
Il suo procuratore cosa dice? C’è qualche interessamento di altre squadre, magari di B?
“Al mio procuratore ho detto che voglio stare tranquillo. E, comunque, è novembre ed è presto. Voglio stare concentrato, quando sarà finita l’andata, se ci sarà qualcosa sicuramente me lo dirà”.
Dove vuole arrivare la Virtus quest’anno?
“Ho sempre i piedi per terra, bisogna arrivare a 40 punti, alla salvezza e poi, quando ci sarà la salvezza, se ne parlerà. Comunque, star là in alto fra le prime in classifica è bello. L’ambizione è rimanerci”.
L’obiettivo di Matteo Casarotto in questo campionato, magari in classifica marcatori?
“Cercare di fare più gol possibile, di concretizzare le occasioni che mi dà la partita. Non ho un numero di gol preciso. Ogni volta che vado in campo cerco di segnare per aiutare la squadra”.
Da vicentino e da calciatore, un parere sul Vicenza?
“Hanno cambiato tanto, quindi forse è stato anche questo che li ha un po’ penalizzati. Ci ho giocato già una volta in amichevole e una volta in campionato e penso che, se riescono a inquadrare un po’ di cose, se la possono giocare fino all’ultimo. Anche se cominciano a essere un po’ tanti 10 punti di distanze, ma il campionato è lungo”.

GIANNI POGGI

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