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VARIATI. IL FUTURO ATTRAVERSO L’INTEGRAZIONE, NON CON L’ESTREMISMO E LA DEMAGOGIA

Variati

Comunicato stampa dell’europarlamentare Achille Variati

Il segretario regionale veneto della Lega, Alberto Stefani, si dice “felicissimo” della presenza all’adunata leghista di Pontida di Marine Le Pen, la leader della destra estremista francese. Salutandola come un riconoscimento della statura internazionale del leader leghista Salvini. 
C’è un problema politico, che non è banale e sul quale credo che il Veneto debba riflettere – ma vorrei dire il Nord del nostro Paese. Che futuro vediamo per l’Italia? In Europa o fuori, a inseguire le sirene sempre più antistoriche di presunte “sovranità” perdute? Di costruzione di un futuro comune o di rivendicazione nostalgica della liretta? In dialogo con i nostri alleati per contare di più nella competizione globale sempre più accesa o isolati e soli, chiusi dietro i nostri impossibili muri?
Non è un tema retorico né ideologico. È un tema molto concreto, anche dal punto di vista economico. Il Veneto (e il Nord) locomotiva dello sviluppo italiano non può permettersi di perdere tempo dietro agli estremismi e alla demagogia. Ha bisogno di più integrazione, non di orgogliosa solitudine: integrazione nei trasporti, nelle infrastrutture, nella ricerca, nella formazione, nel mercato del lavoro. 
Salvini, è chiaro, sta giocando una sua partita nazionale in vista delle elezioni Europee del prossimo anno. Puntando a smarcarsi da Meloni e Tajani per ammiccare alle frange più radicali dell’elettorato di destra, ai populisti disorientati, ai sovranisti delusi. Ma il Veneto in tutto questo cosa c’entra? Il Nord di Milano, di Torino, di Vicenza Verona Padova e Treviso, dei grandi luoghi della produzione e dell’innovazione, si sente davvero ancora rappresentato da una Lega che ormai da anni ha abbracciato un nazionalismo stantio, vecchio, retrogrado?

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