
LR VICENZA. A LECCO SENZA RONALDO MA CON L’OBBIETTIVO DI NON PERDERE PIÙ TERRENO
In un campionato mediocre come quello 2024-2025 l’unico interesse è il testa-a-testa per il primato fra Padova e LR Vicenza, tuttora in corsa entrambe per
Non è ancora cessata la fuoriuscita di Pfas dall’ex stabilimento Miteni di Trissino, come hanno dimostrato le recenti indagini svolte nel sito dall’Arpav, l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, dalle quali è risultato che c’è tuttora flusso del complesso di prodotti inquinanti (la definizione tecnica è “plume”) nei terreni circostanti e nella sottostante falda acquifera.
Giampietro Ramina, assessore all’ambiente del Comune di Trissino ha evidenziato che le indagini richieste dall’amministrazione non sono state svolte completamente, perchè ne sono rimaste fuori le sotto utenze, e che non sono state indicazioni per arginare il deflusso delle sostanze inquinanti nell’area sud ovest.
Queste le doglianze principali che gli amministratori comunali di Trissino hanno esposto nella Conferenza dei servizi, che si è svolta l’8 maggio nella sede vicentina di Arpav con la partecipazione dei rappresentanti del tavolo tecnico di cui fanno parte anche la Regione, la Provincia, la Ulls e ICI3, ultima proprietaria dell’azienda.
Dalle risultanze dell’indagine è evidente che le opere di contenimento finora create nel sito dove sorgeva lo stabilimento Miteni, smantellato nel 2023, non sono state sufficienti per impedire il flusso dei composti inquinanti (Pfoa, Pfos, C6O4 e GenX), tant’è che era stato necessario implementarle.
In una udienza del processo in corso nel Tribunale di Vicenza contro 15 ex-manager della Miteni, un consulente, l’idrogeologo Gian Paolo Droli, aveva affermato che la causa della continua fuoriuscita di inquinanti era stata causata da un modello idrogeologico presentato dalle aziende ex-proprietarie che stanno provvedendo alla bonifica, che il consulente ha definito “insufficiente”.
“Ora basta!” è il perentorio ultimatum del Comune di Trissino che reclamano un piano di intervento finalmente adeguato a preservare il territorio.
GIANNI POGGI
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