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ALTAVILLA: UN TERREMOTO ANNUNCIATO

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La mozione di sfiducia presentata a fine dicembre da 9 consiglieri di quella che era diventata l’opposizione ha provocato un terremoto politico. L’epifania per i cittadini di Altavilla ha portato una calza con molto carbone. ll sindaco, Carlo Dalla Pozza si è dimesso.
Una decisione che non a tutti è arrivata inaspettata. Del resto anticipa la discussione in Consiglio Comunale della mozione di sfiducia e toglie così dal banco una discussione che sarebbe stata carica di polemiche. Il sindaco non ha evidentemente risolto i problemi che hanno via via portato a dimissioni e ad allontanamenti di assessori e di consiglieri di maggioranza, ma la sua drastica iniziativa ha tolto dunque ai 9 consiglieri firmatari della mozione di sfiducia l’occasione per un probabile atto di accusa nei suoi confronti.
Alcuni di loro hanno comunque manifestato il giudizio negativo sull’operato dell’amministrazione Dalla Pozza riguardo a temi sensibili come i lavori della Tav, la viabilità esterna (statale 11) ed interna. Lo accusano, in sostanza, anche di voler sfuggire dalle sue responsabilità evitando con la sua mossa, la discussione in Consiglio.
Oppositori vecchi e nuovi sono su questo concordi.
Però ora se arriverà (fino al 25 gennaio infatti tutto sarebbe ancora possibile con il ritiro delle dimissioni compreso) il commissario prefettizio farà ordinaria amministrazione e potrebbe indebolire la posizione di Altavilla nei confronti delle aziende che stanno portando avanti lavori spesso male accettati o contestati.
“Quanto al commissariamento, a 6 mesi dalle elezioni, nulla cambia per il paese e i cantieri aperti saranno gestiti dagli uffici” è il punto di vista condiviso dai firmatari della mozione di sfiducia.
Non è dello stesso parere Claudio Catagini. Già sindaco e poi inizialmente sostenitore di Dalla Pozza. Ma anche il primo a prenderne sostanzialmente le distanze, inizialmente uscendo dalla giunta (per motivi di salute) e poi dando le dimissioni anche dal Consiglio Comunale.
“Che il sindaco debba porsi delle domande, è fuori di dubbio. Certamente non è riuscito a portare avanti alcune iniziative che aveva messo nel suo programma. A mio avviso poi la sua amministrazione ha peggiorato la qualità del verde urbano, non è riuscita a dare sufficienti risposte sul tema della viabilità che interferisce con i lavori in corso per la Tav, ha sfilacciato la sua maggioranza con scelte evidentemente non condivise.”
Però secondo Catagini, anche qualche firmatario della mozione di sfiducia dovrebbe essere più accorto nelle sue rivendicazioni. “Certo, poi il sindaco paga per tutti. Ma come fanno certi assessori a criticare l’operato della Giunta avendone comunque condiviso per quattro anni e mezzo tutte le scelte? In particolare qualcuno di loro aveva anche deleghe relative proprio a temi contestati».
Catagini cerca di dare una spiegazione: “Al di là di scelte poco coerenti con le promesse elettorali, ad un certo punto, all’interno di una coalizione civica che cercava di dare risposte alle istanze dei cittadini senza guardare al colore politico, purtroppo la politica dei partiti nazionali ha fatto il suo ingresso dividendo. Insomma, quel che il civismo ha saputo unire, la politica partitica è riuscita a dividere. E’ un dato di fatto!”

Maurizio Scalabrin

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