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Comunicato stampa di Mamme No PFAS e ISDE
Oggi 4 agosto 2023 nella sede delle Barchesse di Villa Mugna a Lonigo, le Mamme no PFAS e ISDE (Medici per l’ambiente) hanno tenuto una conferenza stampa nella quale si vuole ribadire la necessità di effettuare studi epidemiologici rigorosi sull’impatto della contaminazione da PFAS sulla popolazione veneta.
ISDE ritiene che sia quanto mai attuale la richiesta avanzata già nell’autunno 2013 di effettuare studi epidemiologici ben progettati soprattutto per quanto concerne la popolazione nelle zone impattate.
In particolare sono necessari studi che valutino l’incidenza delle patologie PFAS – associate e la correlazione con i livelli ematici di queste sostanze nonché la mortalità per le principali cause di morte, come ad esempio tumori e malattie cardiovascolari.
La mancanza di tali studi, originariamente erano stati prefigurati dalla Regione Veneto ma mai fatti partire, rappresenta un serio ostacolo al progresso delle conoscenze scientifiche ed impedisce la valutazione delle responsabilità degli inquinatori. In assenza di una presa in carico da parte delle Istituzioni pubbliche, i medici ISDE e le Mamme no PFAS hanno deciso di rispondere attivamente a questa mancanza e necessità.
La sezione di Vicenza ISDE ha dato avvio l’anno scorso, grazie all’impegno e alla messa in atto del dott. Francesco Bertola, ad uno studio epidemiologico che vuole comprendere se c’è una associazione tra le concentrazioni di PFAS sierici e seminali e la fertilità nei maschi nati o residenti nella zona rossa del Veneto. Lo studio ha ricevuto il parere favorevole del comitato etico provinciale di Vicenza (C.E.S.C.).
Ad oggi sono stati studiati circa 850 maschi, tramite un esame del sangue, uno spermiogramma, un’ecografia testicolare, una densitometria ossea, e una visita urologica. Questo progetto non è solo funzionale alla raccolta di dati e studio degli esiti, ma è orientato a diffondere consapevolezza e cultura della prevenzione nelle generazioni più giovani. Inoltre questi studi mirano ad accrescere la conoscenza dei medici di base, così supportando salute individuale e collettiva. L’esigenza di circoscrivere i problemi di salute della popolazione, porterà le Mamme no PFAS, nel mese di settembre, a chiedere alla Regione
Veneto accesso a tutte le informazioni rilevanti sulla contaminazione.
La richiesta di trasparenza dei dati non è solo dettata dal dovere di informare i cittadini. È finalizzata anche ad imparare dagli errori del passato, a creare buone pratiche e precauzioni mediche. Si tratta di informazioni ambientali che, come dicono norme internazionali, europee e nazionali, assicurano il diritto di conoscere e il dovere di informare, devono essere divulgate ed accessibili. In fondo questo è lo
scopo delle istituzioni pubbliche: tutelare la popolazione e l’ambiente.
Mancanza di informazione completa e trasparente assieme a mancata tutela dell’ambiente e della salute sono diritti umani negati.
Tornando all’importanza dello studio “PFAS: salute riproduttiva maschile”, l’obiettivo è arrivare a 1.000 partecipanti. Mentre alcuni Comuni hanno già superato le soglie minime di arruolamento di ragazzi per una seria indagine scientifica, in altri paesi ci sono poche adesioni.
La partecipazione più alta si riscontra nei Comuni dove amministrazioni e Mamme no PFAS sono maggiormente attive e presenti. Le analisi sono gratuite per i ragazzi che partecipano ma lo studio ha un costo totale di circa 150.000 euro, in parte finanziati da ISDE, in parte da donazioni private. In alcuni casi sono state le stesse Amministrazioni comunali che hanno supportato economicamente le analisi.
ISDE, soggetto promotore e responsabile scientifico dello studio, ringrazia di cuore, oltre le Mamme no PFAS, anche quelle Amministrazioni comunali che si sono rese protagoniste dell’arruolamento dei loro cittadini tramite una lettera individuale di invito alla partecipazione allo studio, e quei Comuni che hanno anche voluto partecipare a sostenere le spese dello studio, con donazioni spontanee.
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