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MONTECCHIO MAGGIORE. IMMIGRATI: LA RISPOSTA DELL’AMMINISTRAZIONE ALL’INTERROGAZIONE DELL’OPPOSIZIONE

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«A Montecchio Maggiore non abbiamo strutture adeguate per poter accogliere i migranti che arrivano». Così risponde l’assessore al sociale Raffaella Mazzocco ad una interrogazione presentata dai Consiglieri di Opposizione Maurizio Scalabrin (gruppo misto-Italia Viva), Pierangelo Carretta (Insieme per Montecchio) ed Elisa Pilati (movimento 5 stelle) nell’ultimo Consiglio Comunale. “La percentuale di stranieri nella nostra città è troppo alta, abbiamo già dato” ribadisce il concetto l’assessora.
Dunque, le porte della città castellana sono chiuse ai profughi che stanno arrivando e che stanno mettendo in ginocchio Lampedusa ed in crisi il Governo.
Dall’inizio dell’anno gli sbarchi sono raddoppiati ed il ministro Piantedosi corre ai ripari chiedendo a tutti i comuni di contribuire ad accogliere temporaneamente i richiedenti asilo.
Effettivamente a Montecchio Maggiore gli stranieri raggiungono il 15,6% dei residenti, con punte assai consistenti in alcuni quartieri.
Scalabrin aveva posto una serie di domande per conoscere l’orientamento e la disponibilità dell’amministrazione di fronte alle richieste della Prefettura. “Non sono arrivate richieste formali” rassicura la Assessora. Ma a domanda informale la risposta è stata negativa.
Porte chiuse, dunque. Montecchio Maggiore, 24 mila abitanti, ricca città con numerosissime aziende prevalentemente metalmeccaniche e meccatroniche, secondo la maggioranza non si può impegnare.
«Nell’attuale situazione di criticità, un piano ministeriale ha deciso la distribuzione dei migranti nelle province – ha spiegato Scalabrin – e, a cascata, nei comuni; lo stesso governatore Luca Zaia ha tentato di lanciare un protocollo a sostegno dell’arrivo diffuso, pensato non per imporre qualcosa a qualcuno, ma con il semplice obiettivo di scongiurare tendopoli in Veneto». Ha poi aggiunto che nessuno è felice all’idea dell’arrivo degli immigrati, tanto più non regolari. Però ha anche aggiunto: «Questi flussi o li gestiamo o li subiamo. Perciò chiediamo se sono arrivate in municipio richieste dalla Prefettura per collocare migranti a Montecchio e quali sono state le risposte dell’amministrazione comunale».
C’è un problema e dobbiamo immaginare anche delle soluzioni. Per questo il consigliere ha proposto di convocare la riunione della Commissione Consiliare per discutere del tema.
«È giusto che non sia solo l’Italia a gestire da sola tutto e a trasformarsi in un hub – ha aggiunto Scalabrin – ma, come i 7.901 comuni d’Italia, tutti dobbiamo fare la nostra piccola parte. Ci sono paesi, in provincia, che si sono uniti per trovare una soluzione in modo che il problema non cada direttamente su tutta la cittadinanza. Dobbiamo cercare un sistema».
La normativa accoglienza migranti prevede 3 profughi ogni 1.000 abitanti e dunque Montecchio potrebbe accogliere fino a 70 persone. “Non cambierebbe neppure la terza cifra decimale” ribadisce Scalabrin e faremmo una piccolo sforzo per non lasciare Lampedusa da sola. Del resto lo chiede il Governo Meloni. L’assessore Mazzocco, dal canto suo, ha evidenziato che Montecchio ha fatto la sua parte in altre occasioni ma non intende farla in questa.
“Non siamo organizzati pur dando tutta la solidarietà a quei Comuni che hanno la disponibilità – ha proseguito -. Comunque noi come Comuni non possiamo risolvere la questione, né la Regione può e tantomeno il Governo ma può farlo l’Europa unita».
Il consigliere Maurizio Scalabrin ha ribadito che chiederà di «convocare la commissione sociale» al presidente, Maurizio Meggiolaro, per «cercare di trovare una strada tramite una collaborazione fra Comune e magari parrocchie o altri enti. In fondo ci sono sette canoniche e solo tre sacerdoti. Lavorando in convenzione, cercando la collaborazione, forse un piccolo contributo anche Montecchio potrebbe darlo. Chiedere a chi non vuol sentire ragione come i paesi sovranisti politicamente amici della Meloni e poi non fare un piccolo sforzo nella nostra città, mi sembra una contraddizione” chiosa Scalabrin. “ In questo momento di crisi si cerca di dare una mano a Lampedusa, non se ne fa una questione di principio meno che meno un tema da discussione ideologica”.

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