VICENZA RICORDA ANTONIO GIURIOLO NELL’80° ANNIVERSARIO DELLA MORTE
Le iniziative promosse da Città di Vicenza, Istrevi (Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea “Ettore Gallo” di Vicenza ), Biblioteca Civica Bertoliana e Club
Mercoledì 20 settembre ci ha lasciato il campione che ha fatto la storia della Ceccato Corse, Orlando Ghiro. Uno che ha portato il nome di Alte, allora un puntino sulla carta geografica, ad essere conosciuto in tutta Italia. Un uomo piccolo di statura ma grande di cuore e pieno di coraggio.
Orlando nasce a Saletto di Montagnana nel 1933. Il padre ha una piccola bottega di moto, motocicli ed è lì che, fin da giovane, fa sua la passione per i motori.
A partire dai 16 anni Orlando comincia ad affrontare competizioni di regolarità come la Padova-Asiago e si distingue per le sue capacità. Nel ‘52 arriva il primo contratto importante: trasferte, vitto e alloggio pagati.
Poi Orlando diventa il pilota ufficiale della Ceccato e non solo.
Pietro Ceccato ha bisogno anche di un collaudatore e lui è sempre presente non solo per gli allenamenti, ma anche in fabbrica, nel reparto corse, per seguire la messa a punto dei motori da corsa.
Con Ceccato vince 32 gare, è due volte Campione Italiano in circuito, per tre volte si laurea Campione di gare in salita, le più famose la Trento-Bondone, la San Luca di Bologna e la salita di Torricelle di Verona.
Purtroppo la 75cc, che lui monta, non era ammessa a campionati internazionali, altrimenti il centauro padovano avrebbe tentato anche il Mondiale.
Ma un riconoscimento internazionale Orlando lo raggiunge, quando, su sollecitazione del commendatore Pietro Ceccato, tenta il record mondiale di velocità. E’ il 1954, la prova si dovrebbe svolgere a Monza, ma per il mal tempo la pista non è praticabile, così tutto è trasferito a Castel Fusano, vicino a Roma. Lì batte ben sei record. La gioia nel team Ceccato è grande, ma dura poco. Proprio la sera dei record il commendatore si sente male. È il primo segnale di una malattia che non perdonerà, ma che non gli impedirà di seguire le performance del suo pupillo che nel ‘55 vince il giro di Toscana e partecipa alla Milano-Taranto, gara terribile che si svolgeva senza soste. Millecinquecento chilometri dal sabato pomeriggio alla domenica.
Il 6 gennaio del ’56 muore il commendator Pietro Ceccato.
Quell’anno Ghiro vince il Giro d’Italia e lo fa anche l’anno dopo.
Sulla scia delle vittorie di Ghiro l’azienda Ceccato di Alte cresce, passando dalle 10 moto prodotte al giorno a 50, e con lei altre aziende che lavoravano per la realizzazione del motociclo, la Peripoli e la Giuliari, per esempio. La morte di Pietro Ceccato ha cambiato sicuramente la vita di Orlando Ghiro che diceva: “Fosse vissuto più a lungo la sua moto sarebbe arrivata ai livelli della Ducati e della Honda.”
La carriera di Ghiro motociclista subisce poi uno stop, non solo perché nel frattempo arriva la notizia, splendida, dell’arrivo di un bimbo, un motivo per cui lasciare le corse, ma anche perché alla vigilia della Milano-Taranto, nel maggio del ‘57, un terribile incidente durante la Mille Miglia, mette in discussone le gare motoristiche su strada.
La decisione di spostare tutte le gare su circuiti crea difficoltà alla Moto Ceccato, studiata essenzialmente per le competizioni su strada.
Orlando continua a collaborare con la Ceccato che si butta sui kart.
Nel ’67 lascia il mondo delle corse ma continua il suo lavoro alla Ceccato per seguire gli impianti di lavaggio, alla cui produzione si era convertita l’azienda di Alte dopo i motori.
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