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IL DECRETO CAIVANO RENDERÀ ANCHE MONTECCHIO PIÙ SICURA?

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Sulla scia dell’orrore suscitato dai recenti fatti di cronaca con protagonisti giovani, ragazzi al limite, bulli delle periferie, il governo ha prontamente risposto con un inasprimento delle pene per reati che vedono coinvolti proprio i più giovani. In poche parole si si è imputabili già a partire dai 12 anni. In flagranza di reato nelle piazze dello spaccio di piccolo cabotaggio si rischia il carcere, i giovani delle baby gang che seminano terrore nelle periferie delle città, saranno allontanati con il divieto di tornare nelle loro case per mesi, se non per anni.
Qualcuno dirà: finalmente tornerà l’ordine, finalmente potremo uscire senza incorrere nel rischio di essere tormentati, borseggiati, presi in giro… Finalmente finiranno le incursioni che imbrattano le citta, i paesi e distruggono il bene pubblico.
Ma ci si dimentica che perché veramente accada questo c’è bisogno di maggior controllo, di forze dell’ordine che girano la notte, quando le baby gang operano. Ahimè sono veramente pochi gli agenti che potrebbero farlo, per non parlare della polizia municipale che a mezzanotte cessa il servizio. E poi se si inaspriscono le misure e il carcere diventa la soluzione siamo sicuri di avere gli spazi, dato che le carceri sono già sovra affollate? Siamo sicuri che al degrado sociale si possa rispondere soltanto con pene più severe? Siamo sicuri che il bastone risolva i problemi? Certo i proclami aiutano a calmare gli animi e ad avere consenso, poi si vedrà.
Purtroppo anche Montecchio non sarà esente da tale inasprimento, come non è esente da fatti di cronaca che hanno come protagonisti ragazzini. Girano in gruppi di 5/6, sono rumorosi, sprezzanti, i classici bulli che trovano forza nel gruppo. Questi, se bloccati, verrebbero ammoniti o peggio subirebbero la daspo e verrebbero collocati in un altro paese con l’obbligo di restarvi lontani dalle famiglie e a spese di chi ?E per i piccoli spacciatori, che ci sono, quale sarebbe il carcere di riferimento? Il centro di Treviso o Venezia?
Attualmente ci sono 17 strutture in grado di accogliere questi giovani. Sono 404 i detenuti e la metà sono minorenni. Già l’analisi di questi numeri dovrebbe far riflettere. Non ci sono soldi per le scuole, costruiamo nuovi centri di detenzione?
Ci hanno insegnato che prevenire è meglio che curare e allora ben vengano attenzioni nuove nei confronti delle scuole, ben venga la formazione, ben venga il sostegno alle comunità di accoglienza per minori in un’ottica di rieducazione. Più tempo a scuola, sport e attività culturali che allontanino dalla strada.
Assistenti sociali che intervengano con le famiglie che vivono in condizioni disagiate.
C’era una realtà scolastica che negli anni ’80 operava in quest’ottica a Montecchio Maggiore ed era la scuola media Pascoli. Una delle poche in Italia che sperimentava il tempo pieno. I ragazzi stavano a scuola 8 ore. Tutti i pomeriggi erano impegnati in attività integrative che li aiutavano anche a trovare una loro strada. Non si compravano i libri perché erano a scuola, come tutti gli strumenti di studio e tra questi un laboratorio di scienze attrezzatissimo, come pure i laboratori di falegnameria, teatro e disegno. Quella scuola si ispirava alla scuola di Barbiana, accoglieva i più fragili, li faceva crescere ognuno secondo le sue possibilità. Oggi quei ragazzi, che non avevano solide famiglie alle spalle o vivevano nella difficoltà lavorano a Montecchio, hanno figli, costituiscono la nostra comunità.
Prendere spunto da quanto è stato potrebbe essere un primo passo per affrontare in modo partecipato il problema della devianza giovanile. Una task force che veda protagonisti la scuola,il comune, le forza dell’ordine. Perché non saranno i provvedimenti Caivano a risolvere i problemi. La maggior parte dei giovanissimi che finirebbero in carcere vivono già un loro carcere, un inferno, dal quale uscirebbero se avessero condizioni di vita dignitose, se trovassero interessi e cose belle da fare, se potessero contare in una società inclusiva e attenta.

Rosanna Frizzo

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