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CENTENARIO MONTECCHIO CALCIO. GIANNI MEGGIOLARO RACCONTA GLI ANNI ’70

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L’incontro con Gianni Meggiolaro, classe 1956, parte dalla foto della formazione del Montecchio nell’anno 1978.
Ricorda i compagni di una squadra che di lì a poco avrebbe compiuto l’impresa del triplete.
Partendo da sinistra in piedi il portierone, Marcello Trevisan, tornato dal Napoli a fine carriera, ma sempre pronto a dare una mano; a seguire Gianni Meggiolaro, Giorgio Nicente, Francesco Ghiotto, Danilo Tecchio, Mauro Cozza, Mauro Meggiolaro, Dambi, Franco Tecchio, Franco Agosti, Lino Mecenero, Nadir Pelosi, Renzo Massignan.
Ricorda questa formazione perché l’ultima di cui ha fatto parte, prima di passare al San Vitale.
“Vivevo in zona Centro e il Patronato Sant’Antonio era il luogo dove trascorrevo gran parte del mio tempo di bambino e naturalmente giocavo a calcio. Verso i tredici anni, visto che ero bravetto, mi hanno portato nel Montecchio sotto la tutela calcistica di Mariano Ghiotto che in effetti ha fatto crescere tanti bravi calciatori e proprio grazie a lui nel 1972 ho esordito in Prima squadra.”

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Campionato 73/74: allenatore Mariano Ghiotto accanto a Claudio Roverato tornato dal Vicenza, Franco Agosti, Ofelio Carretta, Francesco Ghiotto, Balzarin, Scavo dalle Alte, Romeo Aleardi, Gianni Meggiolaro, Giorgio Finetti, Lino Mecenero, Barbieri portiere di riserva, Pacchin, Carmelo Carradore, Gianni Dal Maso.

L’arrivo di Marcello Trevisan determina una specie di fuggi fuggi: ”Qui gioca solo chi ha voglia di correre e noi che eravamo cresciuti nella scuola di Sandro Brunello, coccolati da sua moglie Kety, non eravamo pronti per un calcio fatto di sacrifici e grande impegno. Infatti ad un certo punto non c’era quasi nessuno disposto a passare dalla De Martino alla Prima squadra, anche perché la domenica pomeriggio spesso si andava in discoteca. Comunque gli anni con Brunello allenatore sono stati molto belli, quello era il calcio che ancora oggi mi piace, allegro, senza pensieri. E poi Sandro era veramente bravo: ci allenava e ci coccolava, organizzava momenti in compagnia veramente indimenticabili.
Anche Romeo Aleardi ricorda quegli anni con piacere: “A dire il vero ero un bomber, segnavo molto, ma avevo un difetto: protestavo tanto!”
Aggiunge Gianni: “Se non lo convocavano faceva il finimondo, se lo cambiavano nel corso della partita protestava e se ne andava.”
Naturale dunque che appena le cose cambiano Romeo se ne vada, comprato da San Vitale per ben un milione e mezzo. Lo scambio fa notizia, non si era mai pagato così tanto un giovane, ma ancora più scalpore procura il fatto che a comprarlo è proprio il fratello Romano, presidente del San Vitale.
“A dire il vero anch’io sono stato comprato dal San Vitale per 800mila lire, ma mi sono rotto i legamenti alla prima partita. Tornato dopo quattro mesi, di nuovo infortunato. Così ho deciso di tornare a Montecchio per allenare. Sono partito dagli Esordienti e intanto nell’82 ho fatto anche il corso allenatore.”

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73/74 Meggiolaro a destra del portiere. All’inizio della fila il mitico Brunello con Romeo Aleardi.

C’era gioia in questa squadra!
Con il Triplete le cose cambiano. Subito dopo il ritiro di Ovidio Agosti diventa Presidente Vittorio Camerra, nipote di Antonio Scalabrin ‘Toni Camisa’, che di calcio ne sa parecchio.
Ma questa è un’altra storia… Alla prossima puntata.

Rosanna Frizzo

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