MAURIZIO SCALABRIN: “UN MIO RICORDO DI VLADIMIRO RIVA”
Un amico a volte non lo frequenti spesso, ma quando capita di incontrarlo o di sentirlo è sempre un piacere. Spesso una emozione. Ecco. Vladimiro
Non è il fantasma di Romeo e non vive nel castello posto sulla collina. E’ un uomo di mezza età, che da qualche mese abita in un appartamento di Viale Europa a fitto agevolato di Ater, in un contesto abitativo potenzialmente bello, ma dannatamente complicato.
L’insieme di appartamenti che danno su un giardino pubblico è da sempre perseguitato da una gestione degli appartamenti a dir poco disordinata. Le amministrazioni comunali che si sono susseguite dal 2000 ad oggi hanno cercato di tamponare il degrado che si respira attorno a questi edifici. Con risultati solo a volte positivi. Periodicamente infatti il condominio ripiomba nel disordine e nell’insicurezza. L’accumulo dei rifiuti è tornato selvaggio, si raccontano episodi di sporcizia, di degrado, di piccoli spacci. Gli aneddoti, incontrollabili, si susseguono. Tra qualche denuncia e molte proteste più o meno anonime.
In questo che non è certo un castello o una dimora di favole antiche, da alcuni mesi l’uomo, un signore di mezza età, con evidenti problemi personali, abita un appartamento messo a disposizione di Ater.
Un aiuto in realtà già importante per una persona con una pensione molto, molto piccola, insufficiente a pagare anche solo le bollette. Non ha un lavoro perché i suoi problemi già in passato glielo hanno fatto perdere. Senza un aiuto organizzato, perché è conosciuto da tutti gli enti preposti (Comune, Ater, Ulss), dalle forze dell’ordine e anche da associazioni di volontariato, ma nessuno se lo piglia in carico.
Raccontano che abbia passato l’inverno senza riscaldamento, che l’acqua corrente non scorra più dai rubinetti, rendendo problematici sia l’uso dei servizi igienici sia l’esercizio dell’igiene personale e della pulizia quotidiana. E’ aiutato dunque a sopravvivere per quanto riguarda il cibo, un pò meno per quanto riguarda le cure cui si dovrebbe sottoporre per curare alcune patologie importanti. Purtroppo tutto questo è inutile. Perché la persona sembra non avere la capacità di organizzarsi la vita, di gestire il quotidiano, di evitare l’abuso di alcool, di scansare i furbetti ed i truffatori, di condurre insomma una vita povera ma ordinata. E su questo che è il problema dei problemi, nessuno riesce ad intervenire.
Così anche gli aiuti concreti evaporano appena arrivano. I generi alimentari che potrebbero sostenerlo per una settimana scompaiono in un giorno, come racconta un’anima pia che da settimane cerca una strada per salvarlo dal baratro. Cerca di farlo, ma sbatte la testa contro la burocrazia. Tutto ciò mentre le crisi cui è frequentemente sottoposto lo mettono in condizione di essere insopportabile per i vicini, pericoloso per se stesso e un pericolo latente per il prossimo.
Siamo di fronte ad una vita sciagurata e ad un disastro annunciato.
Eppure sembra che nessuno lo accolga. Avrebbe bisogno di un tutore sempre a fianco. Ma nessuno sembra in grado di promuovere una pratica che arrivi a questo risultato.
Un fantasma appunto. Tutti lo vedono, tutti sanno che ha queste problematiche. Tanti tentano di dargli una mano. Nessuno riesce a togliergli quelle catene di dosso che fanno rumore, incutono negli altri paura e lo legano ad un’esistenza inumana.
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