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SICUREZZA. BASTA CON I SINDACI-SCERIFFI, CI VUOLE LO STATO

Presidio PL Campo Marzo

La rappresentazione di una Vicenza fotocopia della Chicago di Al Capone è falsa e fuorviante. La città non è certo immune da problemi di sicurezza, microcriminalità e spaccio che affliggono tutte le città della Pianura Padana, ma non è corretto far passare episodi che, in assoluto, sono al livello minimo dei reati contro la persona e i beni come emergenze delinquenziali che generano tensioni sociali e diffuso malessere.
C’è anche un altro errore marchiano associato alla comunicazione di quanto sta accadendo ultimamente a Vicenza. Ed è assegnare la responsabilità dei fatti e delle soluzioni al Sindaco e alla Giunta. Bisogna dire che Rucco prima e Possamai adesso un po’ se la sono cercata, soprattutto il primo, che ha fatto della sicurezza il punto forte della propria campagna elettorale promettendo di estirpare dalla comunità vicentina droga e malavita senza poi mantenere le promesse. Anche perchè non aveva nè mai ne avrebbe avuto i mezzi (nella foto l’inaugurazione del presidio PL a Campo Marzo). Rucco ha istituito la delega alla sicurezza e se l’è riservata, creando nei cittadini da un lato la percezione del Sindaco-sceriffo e, dall’altra, la convinzione che il Comune potesse risolvere da solo i problemi. Premesso che la materia non è di competenza del Sindaco ma dello Stato, come avrebbe potuto Rucco debellare il problema? Con la Polizia Locale? Un corpo con funzioni amministrative, certo non di ordine pubblico, e per di più cronicamente sotto organico e con gran parte del personale anziano e non idoneo a lavorare sulla strada. Rucco non è nemmeno riuscito a istituire il terzo turno di servizio, figuriamoci se poteva risolvere questo problema con quattro (si fa per dire e sia pur volenterosi) agenti.
Con queste premesse, Possamai è stato costretto a inseguire il predecessore sulla personalizzazione della emergenza sicurezza. E, del resto, che altro avrebbe potuto fare? Dopo che, per anni, la Destra nazionale e locale aveva identificato il Centrosinistra quale unico colpevole del binomio (infondato ma comodo) immigrazione-malavita e che l’amministrazione Rucco per un intero lustro aveva dato la responsabilità a Variati anche di un cassonetto rovesciato. Possamai non poteva certo rimanere indietro e, pur non accreditandosi come Sindaco-sceriffo, si è riservato la delega alla sicurezza per realizzare gli impegni presi sul punto in campagna elettorale. Che non erano niente di che (la promessa più concreta è il vigile di quartiere) ma, almeno, erano realistici.
Uno, in particolare, sembrava finalmente sensato e opportuno: “promuovere la comunicazione con gli organi di governo per garantire l’adeguata copertura di tutte le forze dell’ordine”.
Questo è il punto. Non tocca al Sindaco garantire la sicurezza dei cittadini ma allo Stato! Che ne ha la funzione istituzionale e i mezzi economici e strutturali. Certo, il Sindaco può fare la sua parte, cominciando intanto dall’evitare a sua volta di personalizzare la materia. Perchè Possamai, fra le prime cose che ha fatto, è volato a Roma per la TAV e non ha fatto lo stesso per la sicurezza della sua città? Magari poteva andare anche dal ministro dell’Interno Piantedosi a chiedere la riclassificazione della Questura di Vicenza? Sarebbe stata una bella mossa, che avrebbe fatto capire ai vicentini a chi devono davvero chiedere aiuto.
Il consigliere comunale Raffaele Colombara ha proposto l’assunzione di vigilantes a supporto delle forze dell’ordine. Ma per fare che? Per pattugliare in auto le vie di Vicenza con l’unica possibilità di avvisare il 113 se vedono un reato in corso? È la solita illusione che la privatizzazione risolva i problemi e, invece, mai come in questa materia lo Stato o, più in generale, il pubblico non deve assolutamente delegare le proprie funzioni istituzionali ai privati.

GIANNI POGGI

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