
RIFLESSIONI PER L’AVVENTO
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Dopo le chiusure obbligate dalla pandemia, torna a Montecchio Maggiore la Notte Bianca, a partire dal 25 agosto e per l’intero week end.
L’evento, al netto dei tre anni di interruzione causa Covid, segna l’importante anniversario del decennale. Ma gli organizzatori, appunto Notte Bianca Montecchio Maggiore, dimenticano che tale evento, tra l’altro diffuso in tutta Europa, arrivò nella città castellana già nel 2005, per iniziativa della amministrazione Scalabrin, e fu una novità apprezzata da molti, anche non montecchiani, mentre fu criticata da chi in quel momento non governava la città.
Allora si prendeva esempio da quanto organizzato a Parigi nel 2002 e poi esportato a Roma e da lì in tutta Italia.
Una “notte in bianco” appunto, per gustare la bellezza dell’arte, in tutte le forme, musica, danza, teatro in primis, ma anche intrattenimento e anche la leggerezza dello scherzo gioioso.
Nessun dorma insomma! Tutti per le strade della città per godere ciò che ogni angolo offriva. E poi se la musica invitava a ballare, allora tutti in pista. L’intento era chiaro: vivacizzare la città, unire le piazze, dare opportunità di visibilità ad associazioni socioculturali ed operatori economici di tutto il territorio e soprattutto offrire momenti di condivisione e sano divertimento. Il museo aperto, la biblioteca coinvolta.
Le critiche della opposizione di allora riguardavano essenzialmente il fatto che la festa durava tutta la notte, i rumori, la confusione. Forse che negli anni successivi la gente è cambiata? Perché la Notte Bianca poi è stata organizzata anche da chi prima la criticava. Certo è cambiata e molto. Non più coinvolgimento di tutta la città, ma concentrata in un solo posto, non più vari tipi di eventi culturali ma prevalentemente libagioni e svago per un evento che si limita alle sole Piazza Carli e Piazza Fraccon. La discoteca di piazza preferita a concerti pop e jazz, stand tanti stand, birra a fiumi, poco spazio a tutto ciò che in origine era la notte bianca. E dopo tante birre tutti a casa a piedi, visti i rigidissimi recenti obblighi salviniani.
Ora tra l’altro si scopre che la notte si moltiplica per tre, perdendo così il fascino dell’evento intrigante e unico nell’anno. Come che la notte di Halloween durasse per tre giorni o il Babbo Natale arrivasse per tre notti di fila. Non solo! Gli eventi culturali prendono il nome di Asbronzatissimi, che si propongono come il party più molesto, o Rumatera (così scritto con una erre sola perché del resto si definiscono“tosi di campagna”) gruppo musicale tutto da scoprire che vende anche gadget tipo short “sculaccia” o teli mare con improbabili scritte non citabili!
Insomma più che di notte bianca parliamo di sagra di paese. Così allora andrebbe bene: festa di fine estate con buona pace di chi con la Notte Bianca vorrebbe fossero coinvolti tutti, non solo i più giovani, ma soprattutto offrire un’occasione anche di crescita culturale.
Rosanna Frizzo
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