
LR VICENZA. A LECCO SENZA RONALDO MA CON L’OBBIETTIVO DI NON PERDERE PIÙ TERRENO
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Comunicato stampa del Teatro Comunale di Vicenza
Per la stagione di prosa del Teatro Comunale di Vicenza, in Sala Maggiore lunedì 22 e martedì 23 aprile alle 20.45 ci sarà “Il calamaro gigante”, uno spettacolo fresco di debutto (a fine febbraio al Teatro Manzoni di Milano) con Angela Finocchiaro e Bruno Stori, regia di Carlo Sciaccaluga, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore toscano Fabio Genovesi ,che firma anche l’adattamento teatrale con Angela Finocchiaro e Bruno Stori. Le scene e i costumi sono di Anna Varaldo, disegno luci di Gaetano La Mela, video di Willow Production e Robin Studio, ideazione creature marine di Alessandro Baronio, prodotto da Enfi Teatro, Teatro Nazionale di Genova.
Angela Finocchiaro torna dunque a Vicenza, al Teatro Comunale, dopo il grande successo di “Ho perso il filo” nel novembre 2018; insieme a lei sul palco ci saranno l’attore, regista e drammaturgo Bruno Stori e un gruppo di otto performer (Gennaro Apicella, Silvia Biancalana, Marco Buldrassi, Simone Cammarata, Sofia Galvan, Stefania Menestrina, Caterina Montanari, Francesca Santamaria Amato), riuniti per portare in scena un movimentato viaggio fuori dal mondo e dallo spazio, “seguendo il flusso delle onde”, come recitano le note allo spettacolo. La protagonista si ritroverà in compagnia di una strana creatura di nome Montfort con cui finirà per vivere le avventure di donne e uomini che hanno avuto il coraggio di abbracciare il mare e le sfide impossibili, in un racconto che attraversa i secoli e i continenti.
Come nel romanzo, nella trasposizione teatrale, le storie sono tutto, sono quello che ci ha messi al mondo e quello dà un senso al nostro viaggio. E così, in una sorta di “viaggio di formazione”, cominciato dopo essere stata travolta da un’onda, mentre era in coda in autostrada insieme ai tanti vacanzieri di rientro dal mare verso Roncobilaccio, Angela, un’assicuratrice alla ricerca di realizzare la polizza in grado di metterla al sicuro, impara una cosa importante: non conta se finisce bene o male, quel che vale è invece vivere e aver vissuto. “Bisogna riuscire a convivere con la possibilità di sorprendersi sempre ed essere entusiasti della vita, del viaggio, a prescindere dal risultato che la vita stessa ci presenta alla fine”, racconta la Finocchiaro.
Durante la traversata le onde travolgeranno Angela e Montfort in incontri vorticosi con innumerevoli personaggi, come Don Francesco Negri, parroco quarantenne che nel Seicento partì da Ravenna e raggiunse a piedi il Polo Nord, o il piccolo Tommy Piccot, pescatore alle prime armi e maltrattato dai suoi colleghi più grandi, ma che nel momento del pericolo sarà l’unico ad avere il coraggio di affrontare il Grande Sconosciuto. Viaggiatori con storie avventurose e incredibili, vissute con coraggio e la consapevolezza di essere parte di un’unica strabiliante meraviglia, per lasciarsi travolgere dalle onde, godendo della traversata a prescindere dal risultato: ecco il senso dell’originale, a tratti spiazzante, spettacolo. Per mettere in scena le vite dei personaggi, il regista utilizza molti linguaggi offerti dalla narrazione: immagini, scenografie, musica (di Rocco Tanica e Diego Maggi), danza e mimo. Ed è questo il “calamaro gigante”, che la protagonista dello spettacolo, Angela, trova, quasi inconsapevolmente e senza averlo cercato, alla fine della sua traversata insieme a Pierre Denys de Montfort (Bruno Stori), zoologo e naturalista, accademico di Francia dell’800 che invece trascorse tutta la vita alla ricerca del suo calamaro, senza però mai trovare prove della sua esistenza.
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