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“VISSI D’ARTE”, MARIA CALLAS: VITA DA SOPRANO

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È stata un’atmosfera da gran galà del ‘900, quella che ha accolto sabato 2 dicembre ben 132 spettatori presso il salone del Tiepolo, nella villa Cordellina di Montecchio Maggiore. Con la complicità dell’atmosfera palladiana infatti si è tenuto il concerto-spettacolo “Vissi d’Arte”, per l’anniversario secolare dalla nascita di Maria Callas, soprano insuperabile.
A promuovere l’iniziativa è stata l’amministrazione comunale, che ha interpellato per l’occasione due interpreti di grande spessore nel panorama musicale vicentino: Alessandra Borin, soprano e attrice dalla carriera nazionale e internazionale, e Matteo Dal Toso, insegnante di pianoforte e fagotto che vanta già autorevoli pubblicazioni musicali.
La cantante vicentina, prima di tutto, ha voluto fare una precisazione, introducendo la scaletta non come una mera interpretazione dei grandi successi della Callas, ma come uno scandaglio emotivo, umano e storico di una delle vite più travagliate e controverse della lirica novecentesca.
E così il pianoforte ha accompagnato cinque arie fra le più celebri del repertorio “callassiano”, come “Voi lo sapete o mamma” dalla Cavalleria rusticana, “E che? Io son Medea” dall’omonima opera di Cherubini o “Vissi d’arte” dalla Tosca di Puccini (da cui il nome dello spettacolo), intervallandole a grandi intermezzi della tradizione operistica e a lettere e confidenze tratte dalle memorie della cantante.
Lo spettacolo dunque è riuscito a legare a doppio filo i personaggi e le maschere liriche con il sentire umano di una vita segnata dalla malattia, dalla sofferenza e dall’accanimento della stampa, lasciando che il successo non emergesse dal racconto, bensì dall’interpretazione (come in effetti fu anche nella realtà). E non poteva esserci luogo e contesto migliore per far menzione di un grande ammiratore della Callas, Remo Schiavo, che nei rustici della villa ha lasciato una collezione d’arte e che alla soprano -conoscente e amica- ha dedicato un libro ed altri scritti.
A conclusione della serata, Alessandra Borin ha concesso un saluto speciale, cantando una chicca di Schubert dal suo repertorio, alla quale la platea non si è certamente sottratta e che anzi ha applaudito con entusiasmo.

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