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PRIMO MAGGIO ALL’INSEGNA DI TANTE NOVITÀ PER LA TRADIZIONALE FAIDA DI MONTECCHIO MAGGIORE

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Si avvicina la data del Primo Maggio e per i Montecchiani arriva il momento della Faida, l’evento che riporta la città castellana indietro nel tempo e intorno ai suoi castelli, quello della Villa e della Bella Guardia. In realtà si conoscono come quelli di Romeo e Giulietta e per i Montecchiani sono motivo di orgoglio per la loro suggestiva bellezza. Luoghi romantici, evocativi, quasi poetici, che hanno ispirato e ispirano chi li guarda sia da vicino che da lontano. In particolare lo sono stati per un nobile condottiero, Luigi da Porto, amante delle lettere oltre che dell’avventura militaresca.

LA STORIA

Agli inizi del 1500 Luigi combatte nelle fila dell’esercito veneziano e, proprio durante una battaglia in Friuli contro l’esercito imperiale, viene gravemente ferito e costretto all’immobilità nella sua dimora di Montorso Vicentino, proprio ai piedi dei due colli. Il nostro, oltre che avventuroso soldato, è anche sempre innamorato. Il suo arciere, tale Pellegrino, che nota nei suoi occhi la tristezza dell’amore non corrisposto, gli racconta la vicenda di due giovani amanti di Verona, tragicamente morti a causa dei contrasti tra le loro famiglie. Una storia molto nota e ricorrente: in un periodo in cui tutti i matrimoni erano combinati, poteva succedere che due giovani si innamorassero contro il parere delle famiglie e che questo fosse motivo di screzi, contrasti, fino ad arrivare a scontri armati.
Il nostro, ferito anche nel cuore perché la donna di cui è innamorato, per volontà della famiglia era andata in sposa ad un altro, costruisce la “Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti“  che ha come protagonisti Romeo della famiglia dei Montecchi e Giulietta dei Capuleti, entrambe nobili famiglie veronesi. Le due rocche davanti alla sua abitazione, che sembrano contrapporsi sui colli, sono ideali per ambientare la triste storia d’amore che diventa eterna. L’amore contrastato immediatamente diventa per antonomasia la storia di Giulietta e Romeo, gli amanti disposti alla morte pur di non separarsi.
Il dramma verrà poi ripreso da Shakespeare e diventerà mondiale prima a teatro, al cinema poi. Nel 1968 il film di Zeffirelli ha innalzato a capolavoro la triste storia d’amore e l’ha collocata fisicamente nella realtà. Ha dato un volto a Giulietta e a Romeo, li ha fatti muovere in contesti che richiamavano proprio i nostri colli, oltre che la città di Verona. Insomma Montecchio possedeva tutti gli elementi per vestire i suoi colli di leggenda e mito.

LA FAIDA

Risale al 2000 l’intuizione di sfruttare la storia per farne un evento evocativo utile a far conoscere Montecchio Maggiore e a richiamare l’attenzione di turisti da tutte le parti del mondo.
La Faida tra due famiglie stava alla base di una rievocazione storica che non solo ricordava il tragico amore dei due giovani, ma voleva dare valore a due rocche, bellissime e suggestive che, come in molte altre parti d’Italia e del mondo, potevano diventare richiamo turistico.
E così è stato. Si è arrivati alla XXIII edizione che richiama numeri importanti di visitatori proprio sui nostri colli. Ed ogni anno si incoronano i nuovi Giulietta e Romeo, i due giovani che rappresenteranno Montecchio Maggiore nel mondo.

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Rievocazione storica significa studio e ricerca, quella che portano avanti i componenti dell’Associazione Storico-Culturale Giulietta e Romeo che cura l’evento in tutti i suoi particolari.
Come racconta Oriella Paccanaro, una delle prime ideatrici della manifestazione: ”Siamo partiti dalla contestualizzazione storica. Una volta definito il periodo, che è quello di scrittura della novella, inizi del ‘500, a Montecchio durante la dominazione veneziana, siamo passati allo studio dei modi di vivere, dell’economia del periodo”.

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Oriella Paccanaro

Come si vestivano, come si divertivano… Il villaggio del tempo tra i due colli, le nobili passeggiate, ma anche il popolo che lavora, che si riposa e che si diverte. Forti di un notevole numero di figuranti, si è ricostruito il mercato storico con prodotti che richiamano fedelmente quello che doveva essere in quel periodo a Montecchio: abiti, suppellettili, materiali di uso comune, il tutto in una atmosfera gioiosa di festa. E poi ci sono i tamburini e gli sbandieratori, attività molto diffuse in un periodo in cui guerre e battaglie condizionavano l’esistenza. I tamburi davano il ritmo di marcia, ma facevano anche da comunicatori di istruzioni ben precise alle truppe.

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Gli sbandieratori

Gli sbandieratori, tutti vestiti dei colori della casata di appartenenza, lanciavano segnali molto precisi per l’attacco o la ritirata. Oggi noi li possiamo apprezzare come notevole esercizio di abilità e di forza. Potremo gustare un po’ meno l’attività degli arcieri, considerata poco sicura durante eventi che vedono l’afflusso di migliaia di visitatori.
Un palcoscenico speciale dunque per la storia d’amore più conosciuta al mondo e per la competizione tra coppie di giovani aspiranti futuri Giulietta e Romeo.
Da quest’anno l’associazione ha un nuovo Presidente, Raffaelle Romio, e con lui una serie di interessanti novità a partire dalla trasformazione dell’evento in un percorso teatrale a tappe.

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Raffaele Romio

“Si inizia la sera del 28 aprile in piazza Marconi per rivivere il contrasto tra le famiglie dei Montecchi e dei Capuleti. Molti figuranti disposti sulla gradinata del Duomo si sfideranno e sarà battaglia vera a suon di tamburi ed evoluzioni di sbandieratori. Sotto la guida del Signore di Verona che dovrà fare da arbitro.
Il 30 poi il momento più drammatico con il funerale dei due giovani amanti, cadenzato da canti gregoriani eseguiti da un coro che fa da protagonista di una narrazione dolorosa, come dolorosa e struggente è la vicenda di Giulietta e Romeo”.
Ma la forza della poesia vince la morte e si tornerà alla vita il giorno dopo durante la festa ai Castelli e l’incoronazione dei nuovi volti dell’amore, Il tutto sotto la guida attenta del regista Maurizio Panici, lo stesso che cura la partita a scacchi di Marostica. Un‘interessante evoluzione che vuole portare la Faida di Montecchio a diventare evento culturale oltre che popolare. In questa direzione va anche la scelta di confezionare gli abiti di Giulietta e Romeo, quelli che dal prossimo Primo Maggio li identificheranno e concorreranno ad arricchire di suggestione la loro storia.
Spiega Oriella Paccanaro “Ci siamo affidati all’atelier specializzato di Stefano Nicolao che, sulla base di studi molto precisi, calati nel periodo storico appena precedente al Rinascimento, ha pensato di proporre per Giulietta un abito con stomacher e tablier in broccato rosso ciliegia con trame dorate, maniche rimovibili in broccato, gonna e schiena in satin rosso e soprabito in damasco color avorio; per Romeo il classico farsetto in damasco color avorio, maniche in broccato e velluto rosso ciliegia”.
Gli abiti, confezionati per essere indossati da persone diverse, con una taglia tra la S e la M, sono ora esposti nel negozio del fotografo Cabalisti e stanno attirando l’attenzione di molti. E non potrebbe che essere così, visto che il gruppo storico si è affidato ad un vero professionista, che insegna Fashion Design all’Accademia delle Belle Arti di Venezia e possiede un repertorio di oltre 15.000 costumi cine – teatrali.

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Tutto è ormai pronto per il Primo Maggio, un vero banco di prova per il giovane neo Presidente.
“Siamo emozionati, ma pronti, curiosi di vedere l’effetto delle novità messe in campo da un gruppo che vive di volontariato ed entusiasmo. Non sempre le cose sono facili, c’è tanto da fare, soprattutto nelle relazioni tra le persone e il mio ruolo in questo è molto delicato, dato che devo essenzialmente guidare senza però imporre il mio ruolo. Ma le cose stanno funzionando e speriamo che tutto vada per il meglio! Noi ci siamo molto impegnati e lo facciamo quotidianamente perché tra allestimenti, ricostruzioni, spettacoli itineranti e fissi, musica e danze, mostre e stand gastronomici, che riporteranno indietro nel tempo, ci sia da divertirsi per tutti”.

Rosanna Frizzo

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