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SERIE TV. SU SKY “UN AMORE”: NON PERDIAMOCI DI PENNA!

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Questa domenica segnalo e consiglio, per chi non l’avesse già fatto, di vedere la serie TV “Un amore” su Sky Serie.
Perché la segnalo, perché non è la solita serie a sfondo crime, dalle tinte scure, ma una storia di amore, diversa da tutte le altre.
“Un Amore” è appunto il titolo del film diretto da Francesco Lagi su sceneggiatura di Stefano Accorsi e vede tra gli interpreti Accorsi stesso insieme a Micaela Ramazzotti, due attori molto amati, e due giovani di buone speranze, Luca Santoro e Beatrice Fiorentini, oltre ad Ottavia Piccolo e Andrea Roncato e Alessandro Tedeschi. Si parte con un’avventura interrail, un incontro in Spagna che si trasforma in forte coinvolgimento emotivo per arrivare al classico saluto di addio. Ma con un invito: ”Scriviamoci!” E i due ragazzi per vent’anni, senza mai rincontrarsi, si tengono in contatto scrivendosi. Non sanno come sono diventati, portano con sé solo le immagini di un’estate bellissima. Arriva però la possibilità di rivedersi in una splendida Bologna, dove entrambi sono nati, ma dove vive solo lei.
E come si può immaginare la fiamma del loro amore si riaccende con esiti che vivrà chi vorrà vedersi la serie e ne varrà la pena per più motivi.
Si tratta di una sceneggiatura ben studiata, mai scontata, mai banale che intreccia storie di vita possibili, ambientate in una Bologna rappresentata per quello che è con i suoi portici, le vedute suggestive, i luoghi di incontro e di divertimento.
La storia è tutta giocata tra passato e presente: tra la Spagna dell’Interrail e Bologna. La Spagna, piena di sole e di colori a rappresentare l’avventura di due ragazzi speciali e Bologna con le sue luci e suoi colori soffusi da sfondo ad un amore ritrovato.
Ma il nodo centrale di tutta la vicenda sta nel fatto che i due ragazzi, Anna e Alessandro, quando si devono salutare in Spagna sono angosciati, ma non si dicono le solita frase di sempre ”Non perdiamoci di vista” o “incontriamoci da qualche parte”. Sanno che non possono, e scoprirete il perché… Quindi scelgono un’altra via: “Scriviamoci!” E lo faranno per vent’anni. Una storia che si alimenta attraverso la narrazione epistolare e che proprio per questo non avrà fine.
Mi piace pensare che scriversi lunghe lettere sia ancora possibile, che ci siano ragazzi che sanno amare attraverso parole che diventano il racconto di una vita, costudito in uno scatolone.
Trattasi di romanticheria? Forse! Ma di questi tempi vale la pena respirare anche solo per un’ora una boccata di aria buona!

Rosanna Frizzo

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