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CENTENARIO MONTECCHIO CALCIO. MARIANO GHIOTTO, UN CAMPIONE VERO!

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Mariano Ghiotto classe 1940, colonna dell’Unione Calcio Montecchio, il capitano della squadra negli anni sessanta, uno dei pochi a non essere mai stato espulso, non ricorda di aver ricevuto ammonizioni.
La moglie Annalisa, figlia di Gino Cosaro, racconta di averlo incontrato proprio al campo di gioco di via Lorenzoni. “Mio padre mi disse che sarebbe arrivato un nuovo giocatore dalle Tezze. La domenica lo vidi in campo e fu colpo di fulmine.”
Lui poco più che ventenne sicuramente la colpisce con il suo sorriso aperto e gentile. Da quel momento per almeno dieci anni tutte le domeniche, spesso anche in trasferta perché era sempre organizzata una corriera per i tifosi, Annalisa lo segue e racconta: “Mi piaceva il suo modo di giocare, un vero centrocampista con il senso del gioco! Le cronache del tempo scrivono di tanti assist e molti dei gol di Vittorino Trapula partono proprio da lui. Allora non si chiamavano assist, ma passaggi precisi sul piede dell’attaccante. Piedi buoni e senso del gioco le caratteristiche di Mariano del quartiere di San Pietro. Pur vivendo vicini, Annalisa e Mariano non si incontrano prima perché la strada di Mariano aveva preso un’altra direzione. Grazie al signor Girolamo Trevisan, conosciuto come Mario, titolare della Trevisan Macchine Utensili, viene segnalato al Vicenza Calcio, dove, giovanissimo, si allena e gioca per almeno due anni. Ma il suo cammino non è fortunato. Subisce un grave infortunio, frattura di tibia e perone, così è costretto ad un lungo periodo di stop. Al rientro si frattura anche un braccio e quindi dopo un periodo molto lungo di inattività, perde il treno del Vicenza ed approda alla corte di Agosti. Da lì segue le vicende del Montecchio anche da allenatore e si afferma come specialista nel far crescere i più piccoli.
La scuola di Mariano Ghiotto è molto rinomata. Ne sono usciti calciatori che si sono affermati in serie A. E con orgoglio mostra la squadra vincitrice di un importante evento al Menti ed indica un giovanissimo Cristian Maggio.

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A destra in piedi Mariano. Evidenziato Cristian Maggio

Della sua scuola anche un ex della Roma, Matteo Pivotto, Matteo Apolloni e il portiere Enrico Alfonso. Più di recente l’attuale giocatore della Lazio Manuel Lazzari. C’è da essere orgogliosi!
Racconta la moglie: “Mariano ci teneva molto che i bambini conoscessero i fondamentali, acquisissero la tecnica e lavorava molto su questo”. Giustamente bisogna avere testa e piedi buoni, ma per lui allenare i più piccoli è un’occasione per far crescere brave persone nello sport e nella vita, d’altra parte aveva avuto una buona scuola, quella di Gino Cosaro che nel ’68 diventa suo suocero.
Racconta Mariano:“ Tutta la squadra del Montecchio al matrimonio e non poteva che essere così, considerato che si viveva tanto insieme, si condivideva un po’ tutto,non solo i panini nel dopo partita.”

E proprio Mariano con la moglie ricorda una formazione di quegli anni:

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In piedi: Ovidio Agosti, Roberto Corà, Paolo Cinquetti, Sinico, Francesco Ghiotto, Vittorino Trapula, Mariano Ghiotto, Besco di Valdagno, Corà Luciano (accompagnatore), Gino Cosaro. Inginocchiati: un accompagnatore forse un Calzolaio della zona Gualda, Pellizzari (Brocca), Zambon, Gianni Dal Maso, Ofelio Carretta, Zatton, Tosatti di Mantova che studiava a Valdagno all’istituto Marzotto.

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Dopo il calcio, Mariano coltiva un’altra passione, il ciclismo. Non ha mai smesso di fare sport e oggi, a 83 anni, un po’ gli mancano i campi da gioco e i lunghi giri in bici da corsa con gli amici lungo le strade delle nostre montagne.
Comunque la sua famiglia rimane ancora molto legata al Montecchio Calcio: il figlio Filippo è un allenatore patentato e pure lui molto esperto del settore giovanile, mentre Marco della società castellana è diventato segretario.
Sulla scia del suo primo allenatore, Gino Cosaro, grazie alla passione della moglie Annalisa, Mariano ha rafforzato una tradizione sportiva che fa di Montecchio un importante polo calcistico e su questa tradizione ora camminano i suoi figli. Insomma una vita con il Montecchio, una vita per il Montecchio.

Rosanna Frizzo

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