# Tags
blank
blank

LR VICENZA. UN SOLO OBBIETTIVO: VINCERE IL DERBY CON IL PADOVA

Stadio Menti

Siamo arrivati, ed è solo la undicesima giornata di campionato, al redde rationem: se l’LR Vicenza non riuscisse a battere il Padova, la sua corsa verso la vittoria del girone e la conseguente promozione in Serie B sarebbero forse non ancora compromesse ma sicuramente molto più complicate. Il successo è l’unico esito che serve ai biancorossi, perchè ridurrebbe il distacco dai biancoscudati e, magari, anche dalla capolista Mantova (impegnata nella difficile trasferta in casa della Virtus Verona) e dalla Triestina, che ospita il Fiorenzuola, rilanciato dal 3-1 sul Vicenza. Ma non ci si deve dimenticare che, davanti alla squadra di Diana, oggi ci sono anche Arzignano, Renate e Pro Vercelli e, a pari punti, il Trento.
Un pareggio nel derby servirebbe davvero a poco: lascerebbe le cose come stanno fra biancorossi e biancoscudati e potrebbe non essere sufficiente a migliorare il gap con le altre sei squadre che stanno sopra.
Non è semplice trasformare in cinque giorni una squadra con tutti i limiti e i difetti ben noti in una task force in grado di far fuori il coriaceo Padova di Torrente, che non sarà una corazzata ma finora ha dimostrato di essersi ben ambientato nel campionato tant’è che è l’unico ancora imbattuto e il migliore del gruppo per gol subiti. Uno dei peggiori attacchi del campionato nel trend più recente (solo tre i gol firmati da una punta biancorossa nelle ultime cinque gare) se la vedrà con la miglior difesa ed è una bella sfida.
La metamorfosi dei biancorossi dovrà essere profonda e radicale, investendo sia la testa che le gambe dei giocatori. Ma anche l’allenatore Diana dovrà dare di più con un’aggiunta di lucidità e coesione sia a chi va in campo che a se stesso. Sarà Ronaldo, ex-biancoscudato non proprio amato nè là nè qua, il protagonista del derby?
Parliamo ora dell’evento in sè, il derby. Riprendo un mio articolo pubblicato da Vvox nel 2017 per raccontarne la storia: “Sessant’anni fa era «il derby» del calcio veneto per antonomasia. Ma, da allora, i percorsi sportivi di Vicenza e Padova si sono separati, i biancorossi hanno attraversato uno dei momenti migliori della loro storia, al contrario dei biancoscudati che, invece, sono incappati in periodo buio che li ha portati addirittura in C2 nel 1978. Per ritrovare «il derby» sono dovuti passare vent’anni: campionato di Serie C1 1981-1982. Oggi né vicentini né padovani vivono questo storico confronto con l’intensità di un tempo. Per i primi «il derby» è quello con il Verona, per i secondi forse quello con il Cittadella. Sbagliano entrambe le tifoserie. Vicenza-Padova va rivalutato perché c’è dentro tanta storia del calcio regionale e nazionale. I biancorossi hanno nel loro palmarès un 2° posto in Serie A ed una Coppa Italia, i cugini un 3° posto ed una finale di Coppa. E che protagonisti ha avuto questo derby: a cominciare da due bandiere come Giulio Savoini e Lello Scagnellato, o allenatori come Nereo Rocco e il «seminatore d’oro» Roberto Lerici, o grandi calciatori come Sergio Campana e Mario David in biancorosso e Kurt Hamrin e Humberto Rosa in biancoscudato. Quanti sono stati i giocatori che hanno vestito entrambe le maglie: Gigi Menti, Ezio Vendrame, Roberto Filippi, Franco Cerilli, per fare qualche nome. Ed è molto amato da entrambe le tifoserie Bruno Giorgi, l’allenatore che, a metà anni Ottanta, ha riportato prima il Padova in B e subito dopo il Vicenza in A. Le due squadre hanno conquistato nello stesso campionato, quello 1954-1955, la promozione nella massima serie. Primo in classifica il Vicenza, secondo il Padova. Fu una stagione eccezionale per tutt’e due, la prima di una serie storica per entrambe: i biancorossi rimasero in A ininterrottamente per vent’anni, i biancoscudati per sette. Furono quelli gli anni dell’«era Rocco». Proprio in quel campionato ci fu un derby memorabile allo stadio Menti (nella foto): gli spettatori sfondarono la rete di recinzione a bordo campo e arrivarono fino alle linee dell’out. L’arbitro Orlandini fece giocare lo stesso la partita. Altri tempi. C’è stato un periodo in cui Vicenza e Padova hanno avuto, peraltro in modo non ufficiale, lo stesso proprietario, Giussi Farina, certo non ricordato proprio con affetto dai tifosi patavini. Perché il presidente del Real usò il club biancoscudato come ruota di scorta del Vicenza, portandolo alla retrocessione in C2 proprio in coincidenza con il periodo di maggior successo del Lane. Avere una proprietà vicentina decisamente non porta bene al Padova, che, fino al 2014, è stato del vicentino Marcello Cestaro. L’epilogo della sua presidenza è disastroso. Quando è ormai troppo tardi, Cestaro cede il Padova a Diego Penacchio, che riesce in pochi mesi a farlo retrocedere in Lega Pro, a non iscriverlo al campionato successivo e a far fallire la società.”

GIANNI POGGI


blank
Sottoscrivi
Notificami
guest
0 Commenti
Feedbacks in linea
Vedi tutti i commenti

PIU' RECENTI

0
Lascia un commentox