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LR VICENZA. I PERCHÈ DEL FALLIMENTO DEL PROGETTO TECNICO DOPO 14 GIORNATE

Costa

Dopo la sconfitta sul campo del Legnago Salus, ed è la quarta in appena un terzo di campionato, l’LR Vicenza esce dal lotto delle candidate alla promozione diretta, in cui era stato inserito in estate, come ogni anno, salvo la consueta smentita autunnale.
È davvero curioso il ripetersi, stagione dopo stagione nell’era Rosso, di questa metamorfosi: in agosto la corazzata che ha già la B in pugno, a novembre una deludente comparsa costretta a rincorrere il miglior piazzamento nella zona play off.
C’è stato un solo anno in cui non è andata così, quello in cui Mimmo Di Carlo ha riportato i biancorossi in Serie B. Il valore di quell’impresa è considerato relativo, perchè il campionato fu interrotto alla 27sima giornata per il Covid e il Vicenza, primo in classifica nel suo Girone ma con un vantaggio non definitivo, fu promosso non sul campo ma grazie a un calcolo a tavolino del possibile punteggio finale.
Il 18 novembre 2023 e la 14esima giornata resteranno negli annali a segnare la data della fine delle illusioni di una facile vittoria del Girone e del prematuro fallimento di un progetto sportivo, ideato e firmato dai due nuovi tecnici chiamati dalla società, dopo il penoso finale del campionato precedente: l’allenatore Aimo Diana e il direttore sportivo Luca Matteassi. Ai due va aggiunto come corresponsabile il direttore generale Rinaldo Sagramola, che aveva da subito precisato che le sue competenze si estendono anche all’area tecnica.
Il progetto prevedeva un allenatore vincente e di polso, la conferma in blocco della componente migliore della squadra (l’attacco), il rinforzo del centrocampo attorno al confermato Ronaldo, un radicale aggiornamento della difesa e la conferma di Confente come portiere titolare. Quanto al gioco e al modulo, il nuovo tecnico imponeva la sua impostazione preferita, con la difesa a tre, cinque centrocampisti e due attaccanti.
L’allenatore con i requisiti richiesti in effetti arrivava, come dimostrava il curriculum di Aimo Diana. Il calciomercato, invece, non centrava tutti gli obbiettivi e, anzi, era condizionato da situazioni inattese. Sull’attacco si puntava sul bis di Franco Ferrari, sottovalutando il suo vistoso caldo di rendimento da febbraio in poi. Rolfini e Della Morte non erano mai stati protagonisti ed era un po’ illusorio vederli come surrogati di Ferrari. Per completare il reparto era preso Pellegrini, che non ha mai dato l’impressione di essere uno spaccareti.
Contando aprioristicamente su un attacco stellare, si è pensato che a centrocampo bastasse confermare il Ronaldo, mai decisivo e a mezzo servizio, dell’anno prima e sostenerlo con due mediani di corsa e d’incontro già in rosa, Cavion e Greco. Il resto del reparto era messo insieme più per necessità che per scelta: rimaneva Scarsella, pur marginale nel campionato precedente e rientrava Proia, reduce da due stagioni fallimentari, doppione del primo e inadatto alla C. Due giocatori, questi, rimasti a Vicenza perchè senza mercato. Si teneva, poi, Jimenez pur nella consapevolezza che non fosse ancora pronto per fare il titolare; infine arrivava, un po’ a sorpresa, un secondo regista, Fausto Rossi, che Diana portava con sè dalla Reggiana. Alla prova del campo, la resa del centrocampo era fallimentare, perchè Ronaldo continuava a essere il solito ma i mediani non facevano quello che ci si aspettava, costringendo l’allenatore a sperimentare, gara dopo gara, formule e interpreti senza, però, riuscire a dare un gioco e un’identità alla squadra.
Un errore di mercato era anche quello di non rimpiazzare due giocatori come Stoppa e Dalmonte, capaci di saltare l’avversario, di inventare soluzioni balistiche e di fornire assist.
Diana voleva fortemente due quinti, indispensabili per il suo modulo. Ne era preso uno solo all’altezza (Costa, nella foto) ma non il suo omologo di destra, Da Col, più terzino che esterno. Il gioco ne risultava scompensato sulla fascia sinistra, monopolizzata per la costruzione laterale.
Il lavoro dell’area tecnica era soddisfacente per la difesa, perchè il pacchetto dei difensori centrali riusciva ben confezionato con i nuovi Laezza e Golemich a far reparto con l’unico rimasto Ierardi. Il problema è che, dietro ai titolari, c’erano riserve contate e forse non affidabillissime, come s’è visto nelle ultime giornate.
Infine il caso Confente. Dopo aver ceduto consecutivamente due giovani di grande prospetto come Pizzignacco e Desplanches, si lanciava e confermava quest’anno un portiere spesso non convincente e con dei limiti tecnici. Scelta francamente incomprensibile.
Le ragioni del declassamento del Vicenza a comprimario, insomma, ci sono e ormai sono chiare. Ora bisogna passare ai rimedi. Ma quali? Un ennesimo cambio di allenatore? Acquisti a manetta a gennaio? C’è ben poco altro da fare, in effetti, per provare a conquistare la promozione attraverso la via crucis dei play off.

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Alberto Chemello
Alberto Chemello
5 mesi fa

Non mi sembra il caso per ora di spendere altri denari nella speranza di trovare sul mercato figure di garanzia . Facciamo un serio colloquio con ogni singolo giocatore e il suo procuratore per conoscere le sue intenzioni a fine girone e campionato. Programmare alcuni acquisti anche di giocatori non più giovanissimi ma che abbiano voglia di di impegnarsi ad essere anche maestri sul campo. Una punta d’area la ritengo indispensabile . Il colloquio lo farei fare a persone qualificate fuori dalla società e di provata esperienza. Come allenatore, per ora teniamo Diana poi cerchiamo un allenatore di serie superiore desideroso di rivincita per l’anno prossimo. Nessuno ha la bacchetta magica.

Tino
Tino
5 mesi fa

Ottima disamina Gianni, resta il fatto che ormai da vent’anni il Lane ci illude di ritornare ai fasti di un tempo ormai lontano e poi ci ritroviamo a calcare i campetti di periferia con delle figuracce da polli di batteria, nonostante si sia trovata una seria e solida proprietà, anch’essa tradita dai dilettanti del pallone. Questo andazzo spazientisce anche il più fedele dei tifosi perchè si percepisce che la scelta dei giocatori viene fatta su valutazioni errate. Si prendono elementi che godono di una qualche fama ma senza ambizioni di crescita, si sentono degli arrivati e soddisfatti del trattamento ricevuto. Risultato: un flop dietro l’altro.

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