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TURISMO. A VICENZA LE ATTRATTIVE CI SONO MA ANCHE CRITICITÀ E CARENZE

Turismo

Un capolavoro di Caravaggio in Basilica Palladiana, il valorizzato Battesimo di Cristo di Giovanni Bellini a Santa Corona, l’onnipresente ed eterno Palladio, l’anno prossimo l’Adunata Nazionale degli Alpini, nel 2026 il Giubileo dell’apparizione della Madonna di Monte Berico. Poi ci sarà qualche mostra, probabilmente di maggior richiamo di quelle proposte dalla amministrazione precedente, e, magari, qualche appuntamento sportivo internazionale non ambientato allo stadio Menti. Sono questi alcuni contenuti dell’offerta della città per aumentare l’attrattività turistica nei prossimi anni e il cartellone, pur senza essere pirotecnico, comunque dovrebbe assicurare un afflusso di visitatori superiore a quello, già lusinghiero anche se ben lontano dai numeri di Verona e Padova (Venezia è irraggiungibile) dei primi otto mesi del 2023.
Si rischia, però, di aver messo il carro davanti ai buoi, nel senso che le attrazioni ci sono ma manca tutto il resto. A questi deficit si aggiungerà lo stress che Vicenza sarà presto obbligata a subire per la concomitanza con le opere pubbliche programmate da tempo e ormai prossime a impattare su cittadini e quartieri. Prima di tutto i cantieri di TAV/TAC, che investiranno il quadrante sud ovest della città, dalla periferia a Campo Marzo, rendendo critici non solo la viabilità ma anche il TPL e i parcheggi, la zona della Fiera, senza contare che la Stazione sarà messa sottosopra non si sa per quanto tempo per trasformarla in quella più consona alla nuova linea Alta Velocità.
Altro fattore determinante sarà l’avvio dei numerosi progetti finanziati con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che porteranno altri cantieri in Centro Storico e conseguenti nuovi disagi e varianti. C’è poi il quadro generale e preesistente, che mette a fuoco una inadeguatezza della città all’accoglienza nella ristorazione, nell’alberghiero, nelle nuove forme di soggiorno, nei collegamenti con i centri della Provincia, nei servizi dedicati al turismo.
C’è poi la storica incapacità di fare squadra con le altre città d’arte venete e con i poli attrattivi del territorio, in primis le ville venete. Anche per questo motivo le visite a Vicenza occupano mezza giornata o, in ogni caso, non comportano il pernotto in città. Non ci sono strutture ricettive perchè non ce n’è richiesta, è pacifico.
È arrivata l’ora (e non è ammesso rinvio) di portare a regime questo contesto per adattarlo agli appuntamenti che aspetta Vicenza. Tutti, pubblico e privato, categorie e imprenditori, addetti ai lavori e forze politiche devono fare un bel summit e affrontare il tema della compatibilità della Vicenza prossima futura con le necessità collegate alle attrattive turistiche messe in campo. Bisogna fare squadra, cosa che, purtroppo, a Vicenza non è facile.

GIANNI POGGI

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