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L’economia va bene…… però siamo preoccupati

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La fotografia annuale dell’economia vicentina è stata mostrata oggi in villa Morosini. Il presidente della Camera di Commercio di Vicenza Giorgio Xoccato ha presentato l’annuale relazione che racconta dati molto confortanti in uno scenario che guarda al domani con molta preoccupazione.

L’economia mostra numeri anche da capogiro ma si accompagna però con una lettura del futuro assai preoccupante.

850942 abitanti con 98403 imprese. Un vicentino su 9 è imprenditore, così dice la statistica. In verità calano un po’ le imprese ma aumentano fatturato e addetti per impresa.
Dei 7 miliardi che arrivano dal Pnrr in Veneto circa il 10 % si ferma in provincia di Vicenza. Tenuto conto che non abbiamo pesanti infrastrutture come porti ed aeroporti, possiamo essere soddisfatti. Rimaniamo la terza provincia italiana per esportazione. Alcuni settori vanno particolarmente forte con incrementi anche del 20 % rispetto all’anno precedente. Primo cliente rimane la Germania e poi gli Usa e i paesi tradizionalmente sbocco delle nostre esportazioni.
E’ vero, l’inflazione è esplosa anche da noi, ma restiamo ottimisti perché i prezzi alla produzione hanno tenuto.
Mai così alto il tasso di occupazione (68,6) e davvero bassissimo quello di disoccupazione 3,5 (ricordiamo che quello nazionale è l’8,1). Abbastanza bene anche l’ occupazione femminile 61,3 a fronte di un 49,9 nazionale.
Però torna la preoccupazione di Diego Rebesco quando ricorda che è sempre più difficile assumere.
Gli imprenditori sono ottimisti fino a settembre per un praticamente certo aumento della produzione.

Fermi tutti! Attenzione! Siamo all’interno di una trappola demografica. Il tasso di fecondità è pari a’1,33 quando invece dovrebbe essere almeno di 2,1. Inoltre abbiamo un indice di vecchiaia pari a 182,1 quando per essere in buon equilibrio dovrebbe essere pari a 100.
Per questo Diego Rebesco afferma senza remore: più che in un inverno demografico siamo in una trappola demografica. Dopo l’inverno infatti torna la primavera. Noi stiamo andando verso un inverno senza fine.

E’ Nando Pagnoncelli di Ipsos Italia che tenta di spiegare il senso e la gravità della trappola demografica.
Intanto c’è un clima sociale in Italia che è instabile. Siamo in una specie di ottovolante della fiducia. Con un andamento altalenante che passa dall’euforia del 2021 al termine del secondo giro di vaccinazioni al crollo del 2022 dopo la guerra in Ucraina ed ancor di più con l’aumento dell’inflazione e del costo delle bollette.
Pagnoncelli racconta con dati e grafici come le percezioni siano lontane dalla realtà. Con opinioni strabiche dei cittadini tra ciò che capita in Italia e quello che avviene localmente. Spesso si rovesciano le preoccupazioni. L’immigrazione è un problema nazionale, ma localmente non crea ansie. L’ambiente non è una priorità nazionale ma localmente genera angoscia.
La gerarchia delle priorità si sta rovesciando. Le persone chiedo altro rispetto ad una volta. Hanno più forte la necessità di avere tempo libero, di potersi gestire la vita privata. Lavorare rimane una priorità ma non a tutti i costi. Sono molto importanti le relazioni sociali. Insomma tempo libero, ambiente e relazioni sociali si contrappongono al lavoro. E a volte prevalgono.

Pagnoncelli parla di “Sfinimento emotivo” perché si passa nel giro di tre anni da una crisi all’altra.
L’interesse per le cose nazionali scende e sale l’interesse personale. Pochissimi sanno che cosa è il Pnrr che poi non a caso in Europa si chiama Next generation Eu, cioè l’occasione unica di gestire grandi investimenti per guardare al futuro. E invece tra chi non sa nulla, chi lo ha sentito nominare ma non sa a cosa serva, e per chi non sa come funziona, la stragrande maggioranza degli italiani neppure lo tiene in considerazione. Va capito perché gli italiani non lo conoscono e solo il 40% ne ha generica fiducia. Secondo Pagnoncelli è finita l’epoca della Resilienza ed è cominciata l’epoca della Agilità.

In questo contesto sociale nazionale, a Vicenza tutti gli indicatori sono buoni o molto buoni rispetto all’Italia. Ma c’è già presente lo”Choc demografico”. Che non è solo un problema occupazionale perché non si trovano addetti. Ci pone il tema della riduzione della domanda, ci dobbiamo domandare se reggerà il sistema sanitario, se sopravviverà il sistema previdenziale, dove andrà a finire il sistema fiscale, come cambieranno i servizi comunali.
E poi, butta lì Pagnoncelli, l’inverno demografico porta all’inverno democratico.
Siamo il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone. In realtà il terzo perché c’è anche il Principato di Monaco che ci sta sopra.
Questo intanto comporta un disallineamento fra domanda e offerta. Il mondo del lavoro fa fatica ad attrarre i giovani. I giovani sempre più spesso scappano dal lavoro non per trovarne uno migliore, ma semplicemente per scapparne. E i baby boomers stanno per andare in pensione.
Infine la provincia di Vicenza si segnala per un flusso sempre più forte di persone che immigrano (da altre regioni o da altre nazioni) ma anche di vicentini che emigrano, verso altre regioni e verso altri stati.
Il futuro è già tra noi. Pieno di insidie che non possiamo sottovalutare.

Insomma nel Vicentino l’economia va. Il futuro forse anche no.

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