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LR VICENZA. CON L’ARZIGNANO UN PASSO INDIETRO NELLA PRESTAZIONE E CI VUOLE IL GOL DI UN DIFENSORE PER CENTRARE LA VITTORIA

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Dopo una partita impegnativa sia per sul piano fisico che mentale come il derby con il Padova, giocato quattro giorni prima in trasferta, contro l’Arzignano Valchiampo ci si poteva anche aspettare un LR Vicenza non all’altezza delle prestazioni più recenti. Potrebbe anche aver avuto il suo peso la delusione per il pareggio subìto in extremis a Padova, che ha vanificato l’ottimo lavoro dei biancorossi per due terzi della gara e strappato dalle loro mani una vittoria che sembrava ormai acquisita.
I giocatori, sembra una banalità ma è il caso di ricordarlo, sono uomini prima che atleti ed è, quindi, sbagliato e utopistico pretendere da loro prestazioni sempre di livello top. Ne è la prova proprio il Vicenza di quest’anno che, con gli stessi giocatori, ha fatto un girone di andata pessimo per poi subire una metamorfosi radicale e trasformarsi in squadra da primi posti.
Attenzione: nelle due fasi del campionato i giocatori sono stati gli stessi e il nuovo allenatore Stefano Vecchi ha avuto a disposizione la stessa rosa che, prima, aveva guidato il suo predecessore Aimo Diana. Come si spiegano due rendimenti agli antipodi? Con il fattore umano, prima di tutto, su cui evidentemente Vecchi è riuscito a lavorare meglio.
Il microderby con l’Arzignano è stato solo lontano parente dello spettacolare confronto dell’Euganeo. Mentre la squadra della valle del Chiampo ha giocato come ci si aspettava (e, forse, anche un po’ meglio) in relazione alla sua classifica e all’ultimo trend di risultati, i biancorossi sono tornati nell’occasione un po’ quelli della versione Vicenza.1 e cioè meno aggressivi e concreti, più lenti e prevedibili, non così solidi nella fase difensiva.
Vecchi ha utilizzato al minimo il turn over non ostante le due gare in pochi giorni, limitando ad alternare Rolfini (infortunato) con Pellegrini e Tronchin con Cavion. L’allenatore non ha spiegato il perchè di un numero così limitato di rotazioni ma bisogna concedergli la presunzione di una scelta ponderata, anche se il campo non ha dato le risposte che senz’altro si aspettava.
Il centrocampo era imperniato, come sempre, su Ronaldo ma, stavolta, affiancato da Cavion anzichè da Tronchin e l’impressione è che il brasiliano si trovi meglio con il mediano più giovane, che in campo gli sta più vicino (mentre Cavion punta su una maggiore mobilità) ed è più interditore. Utilizzare De Col sulla fascia destra si è dimostrato ancora una volta assai meno produttivo che con Talarico, perchè il primo sulla fascia non è nel suo ruolo mentre il secondo assicura sia copertura che partecipazione alla fase offensiva.
Il trio di attaccanti, a sua volta, è stato deludente: Pellegrini non riesce ad emergere in zona gol, Ferrari si è fatto apprezzare più per l’impegno nel difendere che nel cercare la porta e Della Morte, che già a Padova era stato meno centrale nel gioco d’attacco, anche con l’Arzi è risultato ancor meno incisivo e, per di più, ha meritato nella ripresa una espulsione per un fallo insensato e poco lucido.
Anche la difesa non ha incantato. Vecchi ha confermato Sandon nel ruolo di braccetto sinistro (preferendo lasciare fra le riserve un Laezza completamente recuperato) confermando quindi la line-up consueta del trio dei difensori centrali. Il reparto ha lasciato parecchie opportunità a un attacco come quello arzignanese, che aveva segnato appena due gol nelle ultime cinque partite. Tant’è che, stavolta, è stato il portiere Confente a salvare il risultato.
Ci sono state, comunque, anche note positive nella prestazione dei biancorossi. Prima di tutto la confermata capacità di sfruttare le palle inattive per centrare la porta avversaria, capacità che sta diventando un importante alternativa offensiva quando gli attaccanti non riescono ad essere efficaci nella manovra. C’è stato, poi, un indiscutibile agonismo, anche se, nel secondo tempo, è sfociato in un controproducente e dannoso nervosismo, tutt’altro che da squadra di rango. Infine va sottolineato l’apporto dei difensori nei gol segnati: con la incornata vincente di Golemich (nella foto dal sito della società) arrivano a 5 i centri firmati da difensori puri.
GIANNI POGGI

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Andrea Fornasier
Andrea Fornasier
1 mese fa

Pensa, caro Sig. Poggi… poco fa ho espresso lo stesso tuo pensiero su fb (condiviso a quanto pare dall’allenatore Vecchi) e un grande tifoso del Lane mi ha risposto intimandomi di non scrivere più “simili stronzate”…

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