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LR VICENZA. ALL’EUGANEO UN DERBY DOMINATO PER UN’ORA DAI BIANCOROSSI NON BASTA PER CENTRARE LA VITTORIA

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Per un’ora l’LR Vicenza ha avuto la possibilità e il merito di vincere il derby con il Padova, ma, nella rimanente mezz’ora, ha sprecato quanto di buono aveva fatto in precedenza ed ha messo i biancoscudati in condizione di pareggiare, com’è poi accaduto anche se all’ultimo minuto del recupero finale.
Battere il Padova sul suo campo non avrebbe avuto un gran riscontro pratico perchè, comunque, i tre punti non avrebbero migliorato la posizione in classifica dei biancorossi nè li avrebbe rimessi in corsa per il secondo posto. Una vittoria all’Euganeo avrebbe, piuttosto, avuto un grande valore per il prestigio e per le prospettive del Lane in questo campionato in quanto avrebbe, da un lato, certificato la sua ricollocazione fra i top team del girone dopo un’andata disastrosa e screditante e, dall’altro, l’avrebbe rilanciato fra i candidati alla promozione attraverso i play off.
Il duplice effetto si è ottenuto solo in parte, perchè è mancato il sigillo del risultato, che – in una partita come questa – non è affatto marginale e, tutto sommato, il pareggio è anche l’esito di una prestazione molto buona ma imperfetta dei biancorossi.
La gestione della partita da parte della squadra di Vecchi è stata impeccabile nel primo tempo, perchè ha azzerato o quasi un Padova visibilmente stanco al terzo impegno settimanale e, quindi, sempre in affanno e in ritardo sulle iniziative dei vicentini. I quali, però, non sono riusciti a concretizzare la propria superiorità mancando di poco il vantaggio in due occasioni, in cui i pali hanno aiutato Donnarumma. Nella prima Ferrari incorna sotto misura sulla traversa (e, quindi, sbaglia il tiro) mentre, nella seconda, la palla impatta sul palo dopo una deviazione del portiere padovano.
Tornare negli spogliatoi sullo 0-0 non è, quindi, stato indice di una prestazione perfetta dei biancorossi, a cui è mancato il Della Morte dell’ultimo periodo per scardinare la difesa di casa che, è il caso di ricordarlo, è la meno battuta del girone. Tanto predominio e tanto possesso palla, per di più, hanno prodotto pochi tiri in porta in confronto alla quantità del gioco sviluppata mentre hanno pressochè azzerato la fase offensiva della squadra di Torrente.
Nel secondo tempo ci si aspettava un ribaltone da parte del Padova e, invece, il Lane ha continuato sull’andazzo del primo tempo e dopo una decina di minuti, finalmente, è arrivato il vantaggio vicentino grazie ad una perfetta deviazione di Ferrari (nella foto dal sito della società) che, ancora di testa, ha indirizzato il cross di Costa (6° assist in campionato) all’angolo sulla sinistra del portiere. Ci sarebbe voluta una super parata per intercettare il pallone, ma Donnarumma si è tuffato in ritardo.
Pochi minuti prima c’era stato un episodio da VAR nell’area patavina: Kirwan incappa nel piede di Tronchin (già ammonito e graziato di un secondo giallo nel primo tempo) e finisce a terra ma l’arbitro lascia correre.
Dopo l’1-0 il Vicenza incorre di nuovo in uno dei pochi difetti che Vecchi non ha ancora eliminato, perchè cede progressivamente iniziativa e campo al Padova, che trova le energie e il vigore per ribaltare a proprio favore l’inerzia della gara, costringendo i biancorossi a passare addirittura alla difesa a cinque nel finale.
Nella parte finale del match i biancoscudati incamerano due palle-gol clamorose, sbagliate da Palombi e Fusi, ma continuano caparbiamente a martellare un Vicenza, incapace almeno di spezzare l’azione avversaria, fino al fortunato gol del difensore Faedo che al 96′, intercettando fuori area un rinvio, può battere un forte shoot che, deviato involontariamente da Cuomo, risulta imparabile per Confente.
L’imperfetta prestazione del Vicenza, pagata cara e oltre i demeriti, si sostanzia proprio in questo cambio di gestione della partita, per cui – com’era già successo altre volte – la squadra si accorcia entro i propri 60 metri e lascia gli avversari liberi di impostare il gioco e creare occasioni. Non è sempre possibile salvare, così facendo, il risultato e, stavolta, si è rischiato troppo contro un Padova a cui bisogna riconoscere orgoglio e carattere.
GIANNI POGGI


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