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LR VICENZA. BATTUTA ANCHE LA PRO VERCELLI (2-0). COS’È CAMBIATO NELLE ULTIME TRE PARTITE

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Solo tre settimane fa sembrava un’impresa impossibile e, invece, sono state sufficienti altrettante partite, dopo la sconfitta con il Lumezzane, per realizzare la risalita al quarto posto dell’LR Vicenza, addirittura con vista sul terzo.
Centrare nove punti su nove non è mai facile, tanto meno per una squadra discontinua com’era stata quella biancorossa fino alla 21esima giornata, ma il Lane c’è riuscito migliorando gara dopo gara livello e qualità di gioco fino ad arrivare alla prova più convincente e completa nel match al Menti contro la Pro Vercelli.
Quali sono i fattori di crescita? Prima di tutto la condizione atletica, perchè ritmo, velocità e agonismo hanno raggiunto livelli mai visti nel precedente scorcio di campionato. L’ultima partita era la seconda giocata in tre giorni, eppure i biancorossi hanno corso e combattuto come se niente fosse fino al 96′.
Un altro aspetto importante è la velocità con cui gira la palla. Si era sempre criticata in passato la lentezza dei centrocampisti, soprattutto di Ronaldo, che li portava a fare almeno un paio di tocchi prima del passaggio, complice – in questo problema – anche la poca mobilità dei compagni.
Vecchi ha imposto di giocare di prima e con scambi corti e ripetuti, così che il possesso rimane prevalente per i biancorossi. Per realizzare ciò l’allenatore ha accorciato le distanze fra i reparti e fra i giocatori e, nel contempo, ha impegnato tutti in un movimento costante e programmato, che spesso disorienta gli avversari. Un po’ come gioca il Mantova, insomma.
Un upgrade c’è stato anche nell’agonismo: mai si erano visti tanti contrasti vinti, tante seconde palle conquistate, tanta grinta in ogni parte del campo. Anche in questo caso il merito è di Vecchi, che è riuscito a plasmare i suoi giocatori trasformandoli da quelli un po’ mosci e snob dell’era Diana in combattenti degni del clima della Serie C.
Un ultimo profilo determinante è stata l’ottimizzazione della gestione della partita. Il Vicenza sa impostare il ritmo che preferisce in funzione del risultato e, cioè, una forte spinta fino al vantaggio e, una volta acquisito, un rallentamento dosato e alternato a ripartenze veloci. Non solo: la squadra sa approfittare implacabilmente di errori e ingenuità degli avversari, ricavandone il massimo con il minimo dispendio, e, nel contempo, ha acquisito la capacità di presidiare il campo senza concedere troppo alle iniziative della controparte.
Di questa crescita bisogna riconoscere qualche merito anche ad alcuni giocatori, a cominciare dal portiere Confente che, pur con il suo stile sobrio e poco appariscente, para tutto il parabile. La difesa a tre funziona sia con i titolari Laezza-Golemich-Cuomo che con le occasionali riserve (Sandon nella foto dal sito della società) e il centrocampo è rivitalizzato da un Ronaldo in piena metamorfosi rispetto all’andata e dall’inserimento di Talarico sull’out destro, dove il suo apporto è ben più cospicuo di quello offerto da De Col.
Il giocatore-cardine, almeno per la fase offensiva, è Della Morte, che dopo un lungo periodo opaco, è esploso con un rendimento esemplare per continuità e precisione di finalizzazione. Da solo tiene su tutto il reparto degli attaccanti, in cui Ferrari Pellegrini e Rolfini non sono ancora cresciuti come il resto dei compagni. Questo è l’aspetto ancora da migliorare.
La vittoria sulla Pro Vercelli è stata ineccepibile perchè tutti i fattori elencati hanno girato al top. Non sempre, però, i biancorossi si troveranno di fronte squadre senza timore reverenziale e disposte a giocarsela senza fare barricate. I piemontesi, poi, hanno esagerato in presunzione, pretendendo di giocare al Menti senza particolari accorgimenti contro un avversario notoriamente in buona condizione. Hanno preso due gol in tre minuti che, con un po’ di accortezza, si sarebbero potuti risparmiare.
GIANNI POGGI

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