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LA FAMIGLIA CONCATO HA TROVATO AD ALTE CECCATO IL LUOGO GIUSTO DOVE AVVIARE UN’ATTIVITÀ CHE DURA DA OLTRE SESSANT’ANNI.

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Il nonno faceva il postino a Gambugliano e conduceva una trattoria proprio in piazza. Ha però mandato il figlio Fausto a farsi le ossa come orologiaio nella bottega di Soprana a Valdagno. Dopo un periodo di formazione e tanta gavetta, questi, nel 1953, apre la sua bottega ad Alte Ceccato, proprio all’angolo tra via Da Vinci e Viale Stazione, poco lontano dall’entrata della fabbrica. Ha solo 22 anni e molto lavoro da fare nel piccolo negozio, in una realtà economica e sociale che sta crescendo.
Da lui si riparano orologi, ma si trovano i gioielli in oro, catenine, braccialetti, collanine tutto ciò che si regala al Battesimo, alla Comunione, ma anche gioielli preziosi da regalare alla propria moglie o compagna, orologi di valore, quelli che restano per la vita. Negli anni sessanta, il nonno chiede al figlio Fausto di far lavorare ad Alte anche il fratello Andrea. Sono soci e si dividono la clientela tra il negozietto originario e un altro negozio d’angolo che guarda verso la statale per Lonigo.
Quando poi, negli anni ottanta, si libera il negozio del barbiere Scarato, i due fratelli sciolgono la società, Fausto compra il negozio del barbiere e affianca ad esso quello che aveva dato in gestione al fratello momentaneamente.
Così su viale Stazione si apre il negozio Concato specializzato in ottica e a fianco la gioielleria. I tre figli di Fausto, tutti specializzati in ottica, con tanto di studi fatti a Verona e a Milano, condurranno da quel momento i due grandi negozi, mentre lo zio terrà il negozio originario che poi amplierà con l’attuale Punto Ottico.
Oggi in ottica incontriamo Stefano, con una sua solida clientela. Per gli occhiali vale il principio del prodotto di qualità, più che la ricerca della marca. La gioielleria, gestita da Vasco, punta invece sul lusso e offre gioielli di grande pregio, pezzi unici, belli e preziosi, riservati a pochi.

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Vasco da piccolo

Racconta Vasco: “Fino a qualche tempo fa avevo un negozio molto affollato, perché vendevo gli orologi di moda, gli Swatch colorati e anche gioielli alla portata di tutti. Oggi la mia clientela è fatta di pochi Montecchiani. Qui arrivano clienti che sanno che possono trovare il vero prezioso. E questo per merito del mio papà che ha sempre lavorato bene, onestamente e ha potuto così avere rapporti con le grandi case produttrici a partire da Cartier, per arrivare a Damiani, Visconti, Salvini, le case più famose. Certo l’operaio non viene a comprare da me. Qui arrivano grossi industriali da tutta la provincia, quelli che investono le loro ricchezze prima nella villa, poi comprano l’auto di lusso, poi il gioiello per la moglie”. Si tratta di acquisti importanti, che richiedono un rapporto di fiducia tra acquirente e venditore: “Si consiglia, ma poi alla fine è sempre chi riceve che deve sentire il gioiello addosso. Così il modello può anche essere cambiato in un rapporto di stretta fiducia”.

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Entrare nel negozio di Vasco è come entrare in un luogo di sfavillio e lucentezza, di bellezza e piace molto alle signore come testimonia una cliente entrata per cambiare le pila di un orologio, ma deliziata da alcuni modelli esposti. “Ci sa fare e ogni tanto mi vende qualcosa! I gioielli che oggi porto li ho tutti comprati qui!”
Vasco è dunque la delizia di tante signore, ma tra i suoi clienti ha avuto anche Balotelli che da lui ha comprato l’anello per la fidanzata, con tanto di notizia data dal TG5. “Per la verità ho avuto come clienti giocatori gestiti dal procuratore Raiola, tra cui Ibrahimovic e Pogba. Anche Paolo Rossi era mio cliente e mi ha fatto conoscere la sua seconda moglie”.
A Vasco poco importa di quel che accade al di fuori del suo negozio, impegnato com’è nel suo studiolo dove controlla e ripara ancora orologi o al banco ad accogliere una clientela che conosce e lo apprezza perché sa che da lui il valore del gioiello è garantito, come l’eleganza e lo stile.
Importa molto invece al fratello Stefano che invece ha le vetrine che guardano verso Viale Stazione. “Non è più l’Alte di una volta! Il degrado è totale… Bisognerebbe aver più cura dei marciapiedi, delle strade. Un piano di distribuzione dei negozi. Tutto è confuso, lasciato andare. E poi non ci sono iniziative per attirare gente, qualcosa che faccia colore, che faccia desiderare di tornare. E invece niente cambia!”
Se ciò che sta al di fuori del negozio può essere discutibile e necessiterebbe di maggiore cura, l’interno è lucente e ben organizzato.
“Stiamo per procedere ad una ristrutturazione perché bisogna rinnovarsi sempre e quindi cambieremo l’arredamento dell’intero negozio!”

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A proposito di arredamento, alle estremità di un bancone lungo a forma di elle, spiccano due mosaici dorati targati Bisazza, che riproducono le stanghette di un paio di occhiali dipinto lungo la base dello stesso. Già questa decorazione basta a fare arredamento, ma Stefano è incerto sul mantenerla.

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Il negozio consta poi di uno studio per le prove della vista, ma anche di un laboratorio per il taglio e la montatura delle lenti, rigorosamente tutte di provenienza tedesca, controllate e certificate. “Con gli occhi non si deve scherzare. Oggi si vendono occhiali ovunque, dalla farmacia al tabacchino senza sapere che chi ha un problema di vista ha bisogno di lenti tarate sul problema stesso.

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Invece si preferisce l’usa e getta, ma poi a rimetterci sono i nostri occhi. Fortunatamente noi abbiamo una buona clientela, attenta al benessere cui interessa la qualità del prodotto, la leggerezza della montatura, più che la griffe”.
Non ci sono molti occhiali in bella vista. La preziosità del prodotto richiede che siano protetti tutti in cassetti che Stefano apre con sicurezza per mostrare forme e materiali diversi.

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“Ora vanno le montature grandi, fra un po’ torneranno di moda gli occhiali più tondi e più piccoli. E’ un continuo evolversi di un prodotto che comunque è diventato ormai un accessorio. Le donne in modo particolare sono molto attente alla moda e cambiano spesso la montatura delle lenti”.
Le più importanti fiere dell’occhiale si tengono in genere a Milano, ma anche a Parigi e Stefano ci va per conoscere l’evoluzione di un mercato in grande crescita, per coglierne le tendenze, ma soprattutto per aggiornare la qualità e così mostra l’ultimo modello di montatura alla francese, ma in acetato giapponese, un vero miracolo di leggerezza. “Al di là delle mode è necessario tener sotto controllo la vista anche dei più piccoli. Raccomando sempre ai miei clienti di farlo, di tenere sotto controllo le loro abitudini. Perché l’occhio è prezioso”.
Mentre Stefano è alle prese con il desiderio di rinnovamento e di cambiamento di Alte Ceccato, nella speranza che l’integrazione della popolazione straniera diventi vera e quindi si possa veramente parlare di cura del bene comune, Vasco rivendica di essere nato con la comunità stessa, insieme ad altri negozianti come Cabalisti e Potente. Rivendica di possedere un occhio esperto, sia nell’inquadrare la clientela e quindi anticipare intenzioni malevoli, ma anche nel cogliere immediatamente se l’orologio o la pietra sono false.

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E a proposito di pietre preziose, afferma tutta la sua esperienza in fatto di diamanti: “Oggi siamo arrivati alla riproduzione in laboratorio di un diamante sintetico, tramite il processo HPHT che combina condizioni di alte temperature e alta pressione alla base della trasformazione del carbonio in diamanti. Il risultato può confondere un occhio inesperto, non quello di un gioielliere che conosce e opera nel mercato di queste preziose pietre.”

Rosanna Frizzo

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