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CENTENARIO MONTECCHIO CALCIO. AMICI SEMPRE!

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Difficile dare un nome a tutti…

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In basso da sinistra Francesco Ghiotto – Ofelio Carretta – Camerra – Zambon – Sudiro.
In piedi da sinistra Zatton – Trapula – Cosaro – Roberto Corà – Luciano Corà – Luigi Nicoletti – Vittorio Stocchero

Ancora una foto per continuare il cammino di ricostruzione della storia del Montecchio Calcio.
I vecchi giocatori del Montecchio si trovano per prendere in mano la situazione alquanto preoccupante.
Dopo il triplete diventa difficile giocare in Promozione, c’è bisogno di una nuova ‘vision’, c’è bisogno di fare dei cambiamenti.
Di questo racconta uno dei dirigenti del periodo, Vittorio Stocchero ex giocatore, terzino, molto legato al Montecchio e per il Montecchio fa l’allenatore portando i suoi Giovanissimi a vincere il campionato provinciale, proprio nell’anno che vede il dott. Dal Maso presidente e il cambio dell’allenatore. Trevisan viene sostituito da Masiero di Lonigo, fratello del noto calciatore di serie A Enea che fu dell’Inter e della Sampdoria.
“A Masiero si arriva per merito di Luigi Nicoletti, nostro dirigente, che seguiva la Rappresentativa regionale e che propose appunto il coach leoniceno. Ma grazie a Nicoletti arriva anche la proposta di guardare ad un promettente Giuseppe Frizzo, conosciuto dai più come Ulisse. Allora si andava al Jolly Hotel per il calciomercato dei dilettanti. Il Breganze, società nella quale militava Il giovane di Cresole, chiedeva per l’acquisto venti milioni. Non pochi per noi che eravamo abituati alle 100, 200 mila lire. Ma eravamo oltre che ex giocatori, anche molto amici e desiderosi di fare il bene della nostra società. Allora ricordo che Vittorio Camerra mi disse di aspettare un attimo che sentiva Toni Scalabrin che subito diede l’OK per l’acquisto.”
Antonio Scalabrin, conosciuto come Toni Camisa, perché imprenditore del settore dell’abbigliamento e produttore appunto di camicie, non compare come giocatore o dirigente, ma è sempre stato legato al Montecchio, così interviene per l’acquisto del futuro bomber.
D’altra parte di calcio si intende, visto che è molto amico di Giussy Farina e al suo fianco segue le vicende del Lanerossi Vicenza e soprattutto del Milan.

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Con l’arrivo di Frizzo, cambia ancora una volta il Presidente, Dal Maso è sostituito da Vittorio Camerra, molto caro proprio a Scalabrin, dato che ne è il nipote, ma anche molto impegnato da un punto di vista professionale. Racconta ancora Stocchero: ”Vittorio era spesso a Bruxelles, così io lo sostituivo e quindi ho seguito da vicino le imprese di Frizzo. Un bravo ragazzo che lavorava per la Serenissima, distribuiva pasti pronti e quando passava dalle parti di Montecchio mi veniva a trovare. Era un vero goleador! Lui vedeva la porta e non sbagliava un tiro. Le sue punizioni erano micidiali”.
L’amico Sandro Brunello, mentre si raccolgono i ricordi intorno alle foto procurate da Vittorio, rammenta una partita dalle parti di Contarina: “Eravamo sotto assedio, ma il nostro portiere, Nogara quella domenica le parava tutte. Poi un tiro di Frizzo e mettemmo in saccoccia la vittoria contro una diretta concorrente.”

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Continua Carlotto: “Certo il ragazzo voleva fare il salto di categoria e così ci impegnammo per la vendita. Con il Sommacampagna arrivammo ad un accordo di comproprietà”.
A quei tempi per Frizzo anche un provino al Milan, ma soprattutto tanti gol: si gioca la classifica cannonieri con il centravanti del Chioggia-Sottomarina.
La guida della squadra è passata intanto a Mariano Ghiotto, ma è difficile mantenere la Promozione. Nel ‘83 si torna in Prima e Frizzo va al Valdagno, dove concluderà la carriera insieme all’amico Fracasso.
Nel frattempo diventa Presidente Mariano Peripoli, ad indicare che nella società continuava ad esserci un vero e proprio spirito di amicizia: “Eravamo effettivamente ex giocatori che avevano a cuore le sorti della squadra. Per noi era normale allenare o fare gli accompagnatori delle compagini giovanili.”
Nell’86 Stocchero lascia per problemi di lavoro, quelli che hanno un po’ tutti ed inizia un periodo di difficoltà che portano dritte dritte all’era Aleardi.

Rosanna Frizzo

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