
LR VICENZA. NELLA TRASFERTA A NOVARA LA STESSA SQUADRA DELLA COPPA ITALIA?
Il calendario dà una mano all’LR Vicenza, proponendogli per la 16.esima giornata un avversario all’apparenza facile facile, il Novara maglia nera del Girone. Squadra da
Di una vittoria in trasferta per 5 a 1 c’è poco da dire. Questo è stato l’esito della prima trasferta di campionato che l’LR Vicenza ha giocato a Gorgonzola (nella foto dal sito della società) sul campo della neopromossa Giana Erminio. Una partita che era già indirizzata dopo dieci minuti con il vantaggio per 2-0 dei biancorossi ed era chiusa dopo mezzora grazie al terzo gol vicentino.
Davanti a un andamento così perentorio e unilaterale, per l’unica analisi che si può fare bisogna ricorrere al manzoniano “fu vera gloria?” e, comunque, riservarsi l’ancora di salvataggio del seguito “ai posteri l’ardua sentenza”.
Fu vera gloria? Sì e no. Senz’altro la vittoria è ineccepibile, come la netta superiorità dimostrata in campo dalla squadra di Aimo Diana. Non si può nemmeno discutere il risultato e la sua rotondità, perchè il divario fra il Vicenza e la Giana è ben rappresentato dai cinque gol firmati dai biancorossi.
L’analisi va fatta, piuttosto, su quello che si è visto in campo: da una parte, una squadra organizzata e qualitativa qual era il Vicenza e, di fronte, un’avversaria che – continuando così – si candida prematuramente per la retrocessione diretta. Non si sa come, però, la Giana aveva vinto in trasferta la gara d’esordio sul campo della Pro Patria, che si è rifatta dopo una settimana vincendo sul campo del Novara che non è proprio il peggiore del girone.
Probabilmente la squadra lombarda è incappata in una giornata nera contro il Lane, infatti, fin dalle prime battute, si è notato che annaspava. Si pensi che l’assist per il primo gol vicentino (firmato dopo solo 5′ con una prodezza balistica da Fausto Rossi) è nato da una rimessa laterale con le mani dalla tre quarti trasformatasi, dopo una corta respinta, in un passaggio per il tiro (eccezionale per mira e tempismo) dell’ex-Reggiana.
La seconda rete vicentina è scaturita da un grossolano errore della difesa di casa, di cui ha approfittato un liberissimo Ronaldo che, aggirato il portiere con una finta sull’esterno, ha diagonalizzato in porta il pallone del 2-0.
A questo punto il tecnico vicentino ha giustamente lasciato che i suoi si limitassero a gestire il vantaggio lasciando alla Giana il tentativo di riaprire il risultato, quasi un’impresa in considerazione della pochezza tecnica e tattica dei lombardi costretti a giocare in prevalenza nella metà campo ospite, per altro ben presidiata.
La partita si è trasformata in un allenamento per l’LR Vicenza, perchè la squadra di Gorgonzola si è assimilata alla consistenza del formaggio tipico del territorio e, al 32′, ha sbracato definitivamente lasciando a Ferrari la possibilità di deviare in rete indisturbato un cross da sinistra di Costa.
Dopo il 3 a 0 a un terzo di partita, nel prosieguo c’è stato poco da aggiungere. Il copione non è cambiato e il Lane ha segnato altre due reti (entrambi con la generosa collaborazione dei difensori di casa). Ha anche incassato il primo gol stagionale su calcio di rigore.
Con un avversario così scarso è difficile dire se, nel 5-1, sia più il demerito della Giana che il merito del Vicenza. Quella lombarda è sembrata, infatti, una squadra da serie dilettantistica, scombinata in difesa, impalpabile a centrocampo e inesistente in attacco.
I biancorossi hanno fatto, senza fatica, un figurone sia individualmente che nel gioco di squadra ma, ciò non ostante, non tutto è stato perfetto. Hanno lasciato alla pur derelitta Giana alcune occasioni da gol, un paio sventate alla grande da Confente. Il portiere, però, oltre a commettere alcune incertezze, ha provocato il fallo per il penalty lombardo, replicando l’uscita sbagliata fatta nel primo tempo, con cui aveva parimenti atterrato un avversario ma era stato graziato dall’arbitro.
Nuovamente schierato con il 3-5-2 il Lane è stato più solido e ben disposto rispetto a sette giorni prima, la fase realizzativa è stata concreta e puntuale e la difesa non ha certo dovuto penare. Per un giudizio più fondato, però, è meglio aspettare test più probanti.
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