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AL VIA IL NUOVO ANNO SCOLASTICO CON NON POCHE INCOGNITE

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E ricomincia la scuola. Lo si capisce dalle code davanti alle ricevitorie dove si possono fare gli abbonamenti per il bus. Per l’affollamento di cartolibrerie dove recuperare i libri di testo che ogni istituto richiede.
E’ una corsa quasi affannosa a riempire lo zaino, un vero salasso per molte famiglie che devono fare i conti con l’inflazione e il generalizzato aumento dei prezzi.
Il 13 settembre per tutti in Veneto sarà il primo giorno di scuola, ma per alcuni lo sarà in modo particolare perché segnato dal passaggio: dalla scuola materna a quella elementare, dalle elementari alle medie, dalle medie alle superiori. L’emozione dell’andare verso il nuovo che farà piangere qualcuno, i più piccoli, o darà il brivido di essere finalmente autonomi, lontano dagli occhi sempre in apprensione dei genitori, ai più grandicelli. In ogni caso si tratterà di un passaggio cruciale per la crescita dei ragazzi. E a questi momenti decisivi sarà pronta la scuola?.
Certo domani si assisterà a tante attività di accoglienza, sorrisi, giochi, parole rassicuranti per far capire che la scuola è, e sarà sempre, un luogo dove stare bene, dove non aver paura, dove imparare e crescere come persona e come cittadino. Poi verranno i giorni della normalità, i giorni degli insegnanti diversi da quelli accoglienti e sorridenti del primo giorno. Delle verifiche, delle interrogazioni e allora la scuola parrà un po’ meno bella.
Un recentissimo sondaggio di Sky tg24 racconta che il 69% degli intervistati esprime un giudizio negativo sulla scuola, ma solo il 26% sceglierebbe per il figlio una scuola privata. Scuola pubblica dunque, ma cambiata, migliorata. Questo sarà l’anno dei cambiamenti? Forse, se saranno messi in atto quei progetti per cui le scuole hanno fatto ricorso ai fondi del PNRR. Se saranno veramente luoghi sicuri e rassicuranti. Questo sarà anche l’anno di molti nuovi docenti arrivati al ruolo tramite concorsi: saranno le nuove leve che faranno propria una nuova idea dell’essere educatore, che sapranno cogliere i cambiamenti sociali ed economici in atto, che saranno capaci di superare la vecchia idea della lezione frontale e che invece sapranno coltivare le tante specificità di una classe?
C’è da augurarselo e che lo sappiano fare anche a fronte di un ruolo che resta poco valorizzato soprattutto dal punto di vista economico.
Resta comunque alto il numero di docenti precari, 200.000, che copriranno cattedre, che nonostante i concorsi, restano vacanti. Sono le discipline scientifico-tecniche quelle che pagano di più il problema del precariato, quando invece dovrebbero essere le più valorizzate sia considerando il livello di preparazione carente dei nostri ragazzi in matematica e scienze sia operando nella prospettiva di agganciare la scuola al mondo produttivo. Ma quale ingegnere è disposto a cedere un’assunzione molto ben retribuita in azienda in cambio di un posto a scuola? Ben pochi purtroppo! Tuttavia quelli che scelgono la scuola fanno spesso la differenza e vincono concorsi di idee anche a livello mondiale.
Insomma la scuola ricomincia portandosi dietro un’infinità di problemi. E si aggiunga che su tutto aleggia ancora il rischio Covid. I contagi della nuova variante EG.5 sono in crescita, ma dal ministero ancora nessuna indicazione ai Presidi su come comportarsi.
Insomma l’augurio per un buon avvio dell’anno scolastico non è certo di facciata, è più che mai doveroso.

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