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LR VICENZA. AD ARZIGNANO NON CI SARÀ IL RED CARPET PER I BIANCOROSSI

Ferrari

Nello scorso agosto, come ogni anno vissuto sulle ali delle speranze e delle illusioni, nessuno avrebbe immaginato che, dopo solo due mesi di campionato, l’LR Vicenza e l’Arzignano Valchiampo sarebbero stati a pari punti in classifica e a metà della stessa. Vuoi mettere la corazzata estiva, la predestinata alla promozione diretta, con la simpatica squadretta di Lino Chilese, grande presidente ma ancorato, suo malgrado?, a traccheggiare fra i Dilettanti e la C?
E, invece, il 3 novembre (dodicesima giornata) la squadra del capoluogo e quella della provincia conciaria si confrontano senza che nessuna delle due possa guardare dall’alto in basso l’altra. Com’è possibile che un Arzignano, la cui rosa vale esattamente la metà di quella biancorossa, possa competere alla pari con i cugini della città?
Dare una risposta, in questo momento, è impossibile. Probabilmente i giallocelesti occupano una posizione adeguata al loro valore e, alla seconda stagione consecutiva in categoria, hanno capito come si può sopravvivere senza troppi patemi in Serie C. Probabilmente il management arzignanese ha saputo creare una struttura dirigenziale e sportiva capace di coniugare la dimensione del club, necessariamente non eccelsa per budget, ricavi e pubblico, con un rendimento in campo competitivo. Magari ci saranno alti e bassi nel prosieguo, visto anche che, all’inizio, erano stati più i secondi che i primi.
Del Lane si può solo sperare che recuperi la propria identità, per ora smarrita, superando via via i deficit evidenziati finora. Tutte le componenti del club devono fare la loro parte per tentare di risalire la china: la proprietà con la necessaria determinazione nel pretendere i risultati che si attende dagli investimenti fatti; i manager con la capacità di gestire le “risorse umane” (allenatore, collaboratori tecnici e giocatori) in modo da ricavarne ben di più di quanto finora ottenuto; l’allenatore concretizzando una buona volta i propositi espressi in precampionato e con una maggiore lucidità tecnica e tattica; i giocatori con una convinta disponibilità alla coesione fra vecchi e nuovi, a interpretare le indicazioni del tecnico e a dare fino in fondo quel qualcosa in più che serve per tornare in corsa.
Per entrambe le squadre questo faccia-a-faccia tutto vicentino è un’opportunità importante. Per l’Arzignano si tratta di dare una conferma delle proprie capacità in un confronto con un avversario che, a parte il blasone e il rango (che, in campo, contano assai poco), vanta una potenzialità individuale e collettiva senz’altro superiore anche se per ora inespressa. Il Vicenza ha la possibilità di voltar pagina dopo l’ottobre nero e la necessità di tornare a incamerare punti cominciando subito con una vittoria.
Per quel che valgono i numeri, dicono che i giallocelesti non sono propriamente irresistibili in casa, dove hanno vinto due volte ma anche perso tre (zero i pareggi, potrebbe arrivare stavolta il primo?) e, in questi cinque impegni interni, ha segnato appena quattro gol. Nella penultima partita giocata al Dal Molin e persa per 2-1 contro il Padova, l’Arzignano ha tenuto testa all’allora capolista per tutto il primo tempo (in cui ha sommato alcune occasioni per passare in vantaggio senza sfruttarle) e questo se lo ricordano bene Bianchini e i suoi ragazzi, che, magari, vorrebbero usarlo come copione contro il Vicenza.
I biancorossi sono alle prese con una impensabile (vista la profondità della rosa) difficoltà nel mettere insieme la formazione migliore. La difesa, che è il reparto con meno riserve, non può contare sul titolare Ierardi e su De Maio e Pasini, infortunati e lungodegenti, e Diana dovrà, per forza di cose, completare la terna dei difensori con Sandon e incrociare le dita perchè altri riservisti non ne ha. Il centrocampo ha più opzioni, ma, comunque, sarà assente ancora il regista Rossi (con la riproposizione del discusso Ronaldo nel ruolo) e, come quinto di destra, non si sa chi sceglierà l’allenatore fra Valietti e De Col. Il resto del reparto sarà completato da Costa, Cavion e Proia, anche se quest’ultimo potrebbe essere avvicendato con Scarsella o Greco. In prima linea potrebbe esserci la seconda panchina consecutiva per Ferrari (nella foto dal sito della società), come ha lasciato indirettamente intendere Diana nella conferenza stampa della vigilia, che, se così fosse, sarebbe il più importante capro espiatorio per la crisi attuale del Lane. Al posto dell’argentino spazio per Pellegrini, che non gli somiglia per niente ma è, almeno, ben più dinamico, e, come attaccante esterno, per Della Morte, sperando che, una buona volta, riesca a inquadrare la porta. Per ultimo il portiere: non c’è sentore di un avvicendamento di Confente dopo gli errori commessi con Fiorenzuola e Padova e ciò fa pensare che Diana non sia affatto convinto del secondo Samuele Massolo.

GIANNI POGGI

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