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LR VICENZA. IL VANTAGGIO DI GIOCARE A VERCELLI IN POSTICIPO

Della Morte

Fra le tante assurdità di cui è vittima il campionato di Serie C (per fare qualche esempio: il meccanismo della quarta promozione, la lunghezza e l’estensione dei playoff, la soggettiva ripartizione delle squadre nei gironi A e B) c’è pure la spalmatura dei turni in quattro giorni: dall’anticipo del venerdì al posticipo del lunedì successivo. Il perchè è evidente e non rappresenta certo una novità, dato che il sistema vige da quando le reti televisive a pagamento sono diventate le dominae del calcio, cancellando il sacro vincolo della contemporaneità delle gare e imponendo le proprie scansioni temporali, non solo di giorno ma anche di fasce orarie, in nome del palinsesto, dell’audience e delle necessità tecniche.
In Serie C, in particolare, sarebbe impossibile trasmettere in diretta contemporaneamente trenta telecronache, quanto meno per mancanza di altrettanti canali, e, quindi, il telespettatore è obbligato a scoprire di settimana in settimana il giorno e l’ora delle gare che vuole vedere. Ovviamente dal mondo del calcio non esce la minima protesta perchè i bilanci delle sessanta società del terzo livello sono dipendenti dalla quota del riparto dei diritti televisivi, senza i quali una bella fetta di esse si potrebbe permettere al massimo di giocare in Eccellenza e tutte, comunque, dovrebbero rifinanziarsi annualmente in misura ben superiore all’attuale.
Va bene così, dunque, e – fateci caso – nessun allenatore elenca mai, fra le consuete doglianze del dopopartita (l’arbitro, il campo, il meteo, i pali, ecc.) il condizionamento che deriva dal conoscere o dal non conoscere ancora il risultato delle concorrenti. Che, invece, ha il suo peso e ognuno ci fa opportunisticamente i suoi calcoli.
Nella settima giornata, nello “spezzatino” del calendario è coinvolto l’LR Vicenza che gioca lunedì alle 20 e 30 in casa della Pro Vercelli. L’assurdità è clamorosa: per assicurare a RaiSport l’esclusiva del posticipo e alla Lega i quattro soldi che ricava da questo e dagli altri che sono oggetto del contratto con la televisione pubblica, le due squadre coinvolte scenderanno in campo ben quarantotto ore dopo che si sono concluse otto delle dieci gare in programma (Fiorenzuola-Pergolettese, invece, si gioca – chissà mai perchè – domenica sera).
Sia la Pro che il Lane ricevono un innegabile vantaggio nel giocare il posticipo: i piemontesi si possono regolare già sapendo i risultati delle inseguitrici (che sono anche possibili concorrenti per la salvezza) e i biancorossi sono consapevoli di avere la chance, vincendo, di agganciare il Padova in testa, sorpassare Mantova e Virtus e distanziare la Triestina. Mica poco.
La gloriosa (negli Anni Dieci del secolo scorso) Pro Vercelli ha metà dei punti del Vicenza, la sua rosa vale meno della metà di quella biancorossa e il giocatore più quotato (350.000 euro) è il portiere Jacopo Sassi, prodotto del vivaio dell’Atalanta. In gennaio Balzaretti aveva preso Della Morte (nella foto del sito della società) per 300.000 euro.
L’anno scorso la Pro ha evitato per un solo punto i play out ma si è tolta la soddisfazione di battere al Menti (3-2) il Vicenza che, nell’occasione, giocò una delle peggiori partite della stagione tant’è che costò l’esonero di Baldini.
L’avvio di questo campionato non è stato esaltante per i vercellesi ma neanche da buttar via. In particolare va evidenziato il rendimento interno, visto che, al Piola, sono ancora imbattuti e hanno guadagnato 7 degli 8 punti in classifica (battendo Lumezzane e Fiorenzuola, entrambe per 4-1 e pareggiando 0-0 con la Pro Sesto). In casa, soprattutto, hanno messo a segno 8 dei 9 gol all’attivo incassandone solo 2. Per quel che vale, infine, nel precedente turno infrasettimanale di Coppa Italia hanno preso una robusta spazzolata a domicilio dalla Juventus Next Gen (5-1, tripletta del redivivo ex Mancini).
Sulla base di questi numeri una vittoria del Vicenza potrebbe essere meno agevole di quanto si possa prevedere basandosi solo sulla differenza di rango. Come si è visto, poi, dalle altre partite sta diventando tutto più difficile perchè le squadre minori, a ottobre, non fanno più le sbarazzine (rubando l’espressione a Diana) e i top team giocano meglio fra di loro che contro avversarie in timore reverenziale. La regola aurea della C, ora, si chiama continuità.

GIANNI POGGI

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