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LR VICENZA. A LUMEZZANE FALLITO L’OBBIETTIVO CONTINUITÀ

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Obbiettivo continuità, si diceva alla vigilia di Lumezzane-LR Vicenza. Per allungare la mini striscia positiva avviata con l’avvento di Stefano Vecchi, per trovare una buona volta gioco e identità, per tentare la risalita della classifica.
Obbiettivo fallito per la sconfitta dei biancorossi (la settima in 22 partite) nella trasferta in casa della squadra bresciana, che ora si è insediata all’8° posto ad appena due punti dal Vicenza. Tutt’e due potrebbero essere scavalcate dalla Virtus Verona (prossimo avversario al Menti) se la squadra di Gigi Fresco vincesse il derby con il Legnago.
Il match con il Lume è stato la fotocopia di quello precedente con il Giana: una prima mezzora di buon calcio e di superiorità tattica e agonistica, seguita da un calo progressivo e da una ripresa in subordine. La differenza sta nel fatto che con la squadra di Gorgonzola il Vicenza aveva sfruttato il brillante avvio segnando due volte e aveva così tamponato la reazione degli avversari, mentre a Lumezzane non è riuscito a sostanziare il predominio con i gol.
Cos’hanno invece in comune le due partite? Lo stesso pessimo finale del primo tempo, che al Menti aveva visto il Giana dimezzare lo svantaggio e, con il Lume, è stato il contesto di una rimonta horror dei lombardi. Identica anche la seconda parte della gara: Vicenza succube e incapace di riproporre il rendimento dei primi 30′.
L’inspiegabile incapacità di una squadra esperta di gestire la partita è un bel punto di domanda. Come si fa a non rifiatare rallentando il ritmo e aumentando il possesso-palla? Dovrebbe essere una tattica alla portata di giocatori scafati e con buoni piedi come quelli biancorossi (Cavion nella foto dal sito della società). Invece si passa da un atteggiamento arrembante e concentrato all’evanescenza agonistica e alla passività. Come se, all’improvviso, si spegnesse la luce. Un mistero.
A Lumezzane, per di più, si sono aggiunte una paio di stonate della difesa, pagate con altrettanti gol nella porta di Confente. Situazioni che avrebbero dovuto e potuto essere gestite in tutt’altro modo.
I tifosi se la pigliano una volta con questo un’altra con quel giocatore, ma è una caccia alle responsabilità inutile perchè si è ben visto che, pur cambiando gli interpreti, il risultato è sempre lo stesso. Con o senza Ronaldo, con o senza Ferrari, con Diana e con Vecchi.
Qual è l’evidenza, a questo punto? Che la rosa è sopravvalutata e non corrisponde al profilo di squadra da primi posti. Diana non è riuscito a tirar fuori da questo gruppo un rendimento vincente e nemmeno ci sta riuscendo Vecchi. E dire che sono entrambi allenatori esperti e con promozioni in carriera, non debuttanti nè mezze cartucce.
Da come si è finora sviluppato il calciomercato vicentino si può desumere che non ci saranno rivoluzioni nella rosa come quella operata due anni fa da Balzaretti. Il perchè lo si sa ed è stato ammesso dai direttori di Largo Paolo Rossi: prima si vende e poi vediamo cosa c’è ancora di buono disponibile.
Manca una decina di giorni alla chiusura dei trasferimenti ed è molto probabile che ci sarà un po’ di viavai nello spogliatoio biancorosso. Se non arriveranno i rinforzi giusti, non resterà che sperare nel lavoro di Vecchi per non fallire del tutto la stagione.

GIANNI POGGI

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