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LR VICENZA. A TRIESTE UN PAREGGIO MA IL GIOCO NON MIGLIORA

Cavion

Sosteneva Gianni Brera che quella che si conclude con lo 0-0 è la partita perfetta perchè questo risultato fotograferebbe il perfetto equilibrio in campo fra le due squadre. Il parere del grande giornalista non calza affatto per lo 0-0 di Triestina-LR Vicenza che è stata una partita sotto tutti i profili lontana dalla perfezione.
È stata, piuttosto, un brutto film, ben lontano dalle aspettative e dalle previsioni che avevano assegnato a questo confronto il bollino di big match della nona giornata. Le due squadre, accreditate della nomination per la vittoria del campionato, hanno giocato entrambe male e ben sotto il livello qualitativo e tecnico che si auspicava dal primo faccia-a-faccia stagionale fra due top team.
Di categoria superiore c’è stato solo il contesto, lo stadio intitolato a Nereo Rocco (che è da Serie A) e il pubblico, forse meno numeroso del previsto ma ben superiore alla media del girone. Lo scenario non ha contagiato le squadre, che hanno offerto uno spettacolo (si fa per dire…) tipico della terza serie e nemmeno della migliore.
Triestina e Vicenza l’hanno messa sin dall’inizio sul piano fisico, gran correre ma poco gioco e tanti tantissimi errori, nessuna evidenza per i giocatori più qualitativi e nemmeno per giocate memorabili. Tesser e Diana hanno fondato la sfida sulla fisicità e sull’agonismo, e, paradossalmente, c’è stato un po’ più di spazio per tecnica e costruzione nel secondo tempo, con le squadre squilibrate perchè la Triestina aveva un uomo in meno dopo l’espulsione al 41′ del centrocampista Vallocchia per doppia ammonizione.
Su questo punto bisogna soffermarsi: il Vicenza non è riuscito ad avvantaggiarsi dalla superiorità numerica, tant’è che la Triestina non ha mai dato l’impressione di giocare in dieci, tranne nel finale in cui ha pagato lo sforzo lasciando l’iniziativa agli avversari. I giocatori di Tesser hanno continuato a correre e creare gioco senza fare ostruzionismo o arroccarsi nella propria metà campo, mentre i biancorossi non sono stati in grado di crescere e di trovare nuove soluzioni insistendo nell’ormai consueto atteggiamento prevedibile e talvolta perfino confusionario.
Ai difetti e alle lacune che si erano viste nelle gare precedenti, il Lane ha aggiunto a Trieste una serie incredibile di errori sotto porta, che hanno vanificato le poche palle-gol create. Hanno sbagliato tutti, centrocampisti e attaccanti, di piede e di testa, e, così, lo score di gol segnati nelle ultime tre partite è rimasto a un misero 1.
Diana non riesce a trovare l’assetto giusto del centrocampo (Cavion nella foto dal sito della società) e, anche stavolta, ha cambiato quasi tutto il reparto in corso di gara senza, per altro, migliorare le cose. Ne consegue che l’organizzazione e la costruzione del gioco non migliorano e i quinti (sì, perfino Costa) non sono determinanti.
Davanti, Ferrari si è fatto notare per le conclusioni sbagliate ribadendo un difficile avvio di stagione. Nessun dialogo fra lui e Della Morte prima e Rolfini dopo, e questo è un problema tutt’altro che marginale perchè in attacco non si gioca solo con le individualità.
Non è che la Triestina abbia fatto vedere chissà che. Ci si aspettava molto di più dal capocannoniere Lescano che, invece, è rimasto all’asciutto per il terzo match consecutivo e mai è riuscito a liberarsi dalla arcigna guardia dei difensori. Il trequartista D’Urso è uscito dopo l’espulsione di Vallocchia ma, prima, non aveva certo brillato. Il giovane Redan (valutato 1 milione) è rimasto in panchina e Tesser gli ha preferito il pasticcione Finotto. La squadra giuliana è piaciuta più per il carattere che per la prestazione.
L’arbitro Nicolini, una volta tanto, non ha scontentato i tifosi biancorossi perchè non è stato certo casalingo. Ha graziato almeno due biancorossi che avrebbero meritato il rosso.

GIANNI POGGI

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