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LR Vicenza esce dai play off. A Cesena ancora limiti ed errori

LR Vicenza

L’LR Vicenza esce dai play off ai Quarti di finale imbattuto ma mai vittorioso. I due pareggi senza reti con il Cesena (nella foto: i tifosi vicentini al seguito) non sono stati, infatti, sufficienti per qualificarsi al turno successivo, a cui invece accede la squadra romagnola che era testa di serie e a cui, in quanto tale, bastava non perdere in gara-2. Il bilancio dei biancorossi nella post season è modesto: una vittoria, due pareggi, una sconfitta, tre gol all’attivo e due incassati. Gli ultimi due dati sono quelli più significativi perché focalizzano una inversione di tendenza rispetto al campionato, in cui i vicentini erano stati splendidi sotto il primo profilo e disastrosi sotto il secondo. Nei play off la vena offensiva è svanita mentre è cresciuta esponenzialmente la impermeabilità difensiva. Il modulo con quattro difensori, la crescita del portiere Confente, il recupero di Cappelletti e di Ierardi sono stati i fattori che hanno determinato la trasformazione di uno dei reparti più battuti in una sicura cerniera. È mancato però un terzino sinistro, perché la scelta di utilizzare Greco ha messo in difficoltà il ragazzo (che si adatta al ruolo ma terzino non lo è) costringendolo a limitare la spinta sulla corsia di competenza. Contemporaneamente l’attacco, invece, ha perso la sua esemplare produttività. Il capocannoniere Ferrari è rimasto all’asciutto nelle quattro partite giocate, Rolfini ne ha perse due per squalifica e Della Morte non ha lasciato tracce. Si è aggiunto anche lo scadimento di forma e precisione di Dalmonte e Stoppa e, così, il Lane è rimasto privo dell’apporto dei suoi uomini migliori, quelli che hanno risolto da soli molte partite. La regia del centrocampo, infine, è stata affidata stabilmente a Ronaldo, affiancato di volta in volta da partner diversi ma senza che nessuno di essi risultasse pienamente convincente e integrato al brasiliano che, di suo, ha mostrato più limiti che eccellenze.

Nei quattro match, poi, non si è vista una squadra assatanata e determinata a vincere ad ogni costo. La velocità non è aumentata, l’aggressività nemmeno, si è puntato più a far crescere la qualità del gioco e la compattezza del gruppo, riuscendoci solo in parte. Era forse illusorio pensare che il Vicenza dai ritmi compassati in tutto il campionato cambiasse improvvisamente il suo DNA per trasformarsi in una squadra di centurioni nei play off.

Dan Thomassen era una scommessa ed ha fatto anche di più di quanto ci si poteva aspettare, normalizzando il quadro tattico, recuperando alcuni uomini (non tutti, vedi Scarsella) e utilizzando nel modo più adatto altri. Ha perso, però, alcune sfide: non è riuscito a trovare il partner giusto per Ronaldo, ha costruito meno bene la fase offensiva, non ha usato opportunamente e tempestivamente i cambi e, soprattutto, non è riuscito ad ottenere dai suoi quel qualcosa in più che sarebbe servito a battere il Cesena.

Bilancio negativo, infine, per la società. Un secondo fallimento consecutivo, dopo la allucinante retrocessione dell’anno scorso, non se l’aspettava nessuno. Di nuovo l’obbiettivo stagionale è stato mancato ma, stavolta, la cosa è più grave perché la promozione non era impossibile da centrare visto il modesto quadro tecnico delle avversarie e una rosa solo da integrare con pochi rinforzi mirati.  

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