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STANZIATI DAL MINISTERO INFRASTRUTTURE (MIT) 60 MILA €, PER LE SEI DISCOTECHE ITALIANE CHE GARANTISCONO IL SERVIZIO GRATUITO PER ACCOMPAGNARE A CASA I CLIENTI IN STATO D’EBBREZZA.

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NO AL TAXI PAGATO DALLO STATO, SI AL PROGETTO “BEVI RESPONSABILMENTE “.

Davvero contento e felice appariva il presidente delle categorie SILB-Fipe, Maurizio Pasca, nella foto-opportunity accanto a Matteo Salvini e allo staff apicale del MIT, quando il 3 agosto aveva appena siglato il progetto per migliorare la “sicurezza stradale”. L’iniziativa è immediatamente partita il giorno dopo, sabato 04 agosto primo week end agostano che coincide con il massimo affollamento di tutta la filiera del divertimento e durerà fino al 20 settembre. Il meccanismo di funzionamento è abbastanza semplice. Gli imprenditori associati dichiarano nel loro sito” nelle sei discoteche selezionate in tutta Italia, i clienti che guidano e che scelgono di sottoporsi all’alcoltest all’interno del locale possono rientrare a casa gratis in taxi o navetta qualora risultino positivi”. A dir il vero, il MIT indica che l’operazione dell’alcoltest dovrà farsi “all’uscita delle discoteche “, ma è un piccolo dettaglio. Alla penultima riga del comunicato stampa, il SILB (sindacato italiano locali da ballo), informa: “il ministero ha stanziato 60 mila per questo progetto”; di conseguenza la disponibilità presunta per ciascun locale è fino ad un massimo di 10.000,00 €. Inoltre, benché nella foto di gruppo tutti hanno bene in mano l’accordo, lo stesso – omettendo trasparenza- non è stato reso di pubblico dominio.
Nel Veneto, l’unica discoteca prescelta è “Il Muretto di Jesolo” che, differenziandosi da quanto prescritto nell’accordo, ha ritenuto di non accompagnare ai propri domicili le poche decine di bamboccioni rivelatesi “alticci”, limitandosi a condurli alla stazione delle corriere di Jesolo. Probabile che i clienti, in questo al prossimo week end, protesteranno e chiederanno per intero ciò che è stato concordato a Roma.
Chiarito in queste poche frasi lo scopo del progetto, resta da domandarsi se questa iniziativa serva davvero per migliorare la “sicurezza stradale” oppure se migliori risultati possano essere raggiunti con altre modalità. Una prima riflessione concerne proprio i giovani che -in larga parte- sono la parte più consistente del pubblico frequentante le discoteche e che -in maggioranza- sono anche quelli che tendono ad alzare un po’ il gomito. Offrire un servizio a domicilio a chi non è in grado di tornare a casa avendo alterate le proprie facoltà psico-fisiche perché ha bevuto troppo, significa -in estrema sintesi- deresponsabilizzare l’individuo e non farlo mai crescere nella sua capacità di autogoverno e di assunzione personale delle proprie azioni e comportamenti nella società in cui vive. Non è proprio il caso che debba essere lo Stato ad interviene al posto delle responsabilità individuali e/o della famiglia che, dovrebbe (avrebbe dovuto) educato la prole sapendo trasmettere qualità positive, anche per sapersi divertire senza ubriacarsi.
Si è tanto discusso dei “divanisti”, ovvero dei giovani che stavano seduti in divano godendosi il reddito di cittadinanza, invece di andare a trovarsi un lavoro. Ebbene, che differenza c’è tra questi ultimi, fino all’altro ieri garantiti dal pubblico erario, e questi che recandosi in discoteca si ubriacano e si stordiscono così da farsi portare a casa con i soldi dei contribuenti? Certo, l’abissale difformità sta nell’ammontare di risorse statali investite, ma sotto il profilo valoriale dove sta la diversità? Ha senso interrogarsi sui propri doveri oltre che sui propri diritti di figlio/a, padre e madre, imprenditore e -in generale- di cittadino? Oppure siamo (abbiamo il diritto di essere) tutti a briglia sciolta?
Venendo ad aspetti più mercantili dell’intesa, i beneficiari diretti sono sia i clienti che le sei discoteche selezionate che, godendo della pubblicità istituzionale a livello nazionale, probabilmente saranno più ricercate delle altre e di conseguenza, avranno maggiori profitti aziendali. Se le cose andranno per il verso giusto, facile prevedere che tante altre aziende potranno richiedere di essere coinvolte se non altro per godere delle stesse opportunità. Oggi il progetto sperimentale “disco-taxi gratuito 2023” coinvolge lo 0,2 per cento (un po’ pochine) delle tremila imprese associate SILB, ipotizziamo che la soglia di partecipazione aumenti a 200 imprese per il 2024 e resti il pro-capite attuale di 10.000,00 € per il servizio taxi a gratis, le risorse pubbliche necessarie dovranno arrivare due milioni di €. In questa denegata ipotesi, la finalità da confermare è quella della sicurezza stradale e la metodica è l’alcoltest. Viceversa, la ripartizione dei costi riferiti al servizio di taxi dovrebbe ricadere per il 90% su chi (giovane o meno giovane) deve farsi portare a casa perché inidoneo alla guida. Chi gestisce il locale da ballo, potrebbe intermediare con il taxista o il consorzio dei taxi abitualmente utilizzato per la propria clientela, così da ottenere una tariffa agevolata per un abbattimento minimo del 10% del costo ufficiale. In questa ipotetica situazione, il titolare del MIT potrà credibilmente svolgere, una funzione vera di mediazione tra le parti non limitandosi ad elargire denaro statale tanto o poco che esso sia (sarà).
Spesso a proposito o a sproposito sono tirate in ballo le statistiche, ma è indubbio che nella questione incidenti e decessi stradali lo sguardo deve essere non ristretto ad un anno, quanto piuttosto ad un periodo. Per incidere seriamente in argomento l’ottica è la programmazione pluriennale con poste adeguate di bilancio pubblico, senza inseguire il consenso di giornata o di stagione politica, definendo una strategia utile per risolvere in sostanza il problema. In Italia, gli incidenti stradali nel 2000 sono stati 256.546 ed i morti in strada 7.061; mentre nel 2022 rispettivamente 165.889 e 3.159, con un vistoso calo sia in termini assoluti che percentuali. Ricordato che una sola vita persa ha un valore incommensurabile, i pubblici poteri devono perseguire l’obiettivo del massimo ribasso. Le direzioni di marcia da realizzare potrebbero essere almeno tre. In primis, l’educazione stradale da realizzare con più ore dedicate dalle elementari alle superiori. Soprattutto in quest’ultima fascia, andrebbero visionati, approfonditi e discussi anche i peggiori crash automobilistici che hanno visto coinvolti e/o perire i giovani. La forza delle immagini così come trasmesse dalle reti televisive nazionali e locali, è di gran lunga il mezzo moderno più efficace e penetrante. Una seconda direzione di marcia è quella inevitabile di rafforzare e potenziare tutte le forze che garantiscono un ordinato scorrimento del traffico stradale: vigilanza locale, polizia di stato e carabinieri. Va da sé che un potenziamento degli organici, potrà conseguire un corrispondente aumento della frequenza dei controlli su chi è alla guida dei veicoli circolanti sanzionando chi non è in grado di rispettare (non osserva) le norme vigenti. Ad esempio, sarebbe ben triste ed amaro se il progetto SILB fosse ripetuto e quindi constatare che le forze di polizia il sabato sera fermano, verbalizzino ed irrorano multe salate a giovani scriteriati ed ubriachi, quando a qualche centinaio di metri più in là dei pari età, per le stesse motivazioni vengono accompagnati a casa a spese dello stato!!
Una terza possibilità di ordine legislativo e tecnologico è quella non solo di recepire come è stato già fatto l’apposita direttiva dell’Unione Europea tramite il recente DDL governativo del 27 giugno scorso sulla sicurezza stradale riguardante una serie di penalità per chi si mette al volante ed è ubriaco o sotto l’effetto di droghe, ma che il previsto dispositivo auto-block -senza spese per il conducente- sia installato di norma quale accessorio per tutte le auto vendute in Italia. Così facendo, avremo un forte abbattimento degli incidenti causati dall’abuso di alcol e di droghe, con meno incidenza sulla spesa sanitaria. Il dispositivo citato altro non è, se non la chiavetta di accensione del motore dell’automobile. La SAAB -casa automobilistica svedese- aveva già immesso nel mercato alcune sue automobili dotate di alcol-key fin dal 2003, 20 anni or sono. Anche in questo caso l’attuale reggente del dicastero può dimostrare le sue capacità d’intervento, oltre che in una rapida riscrittura del codice della strada una volta ottenuta la delega legislativa, anche nei confronti delle case automobilistiche interessate. Certamente lo sforzo richiesto è un po’ superiore a quello del protocollo siglato con il SILB, ma -forse- è più utile alla causa della sicurezza stradale. Ovviamente ci aspettiamo che l’alcol-block sia esteso a tutti i cittadini dotati di patente di guida e quindi installato in tutte le auto a decorrere dalla data di entra in vigore della norma.
Per concludere, a contrario del SILB che si è battuto per il taxi gratuito per chi beve troppo nelle discoteche, l’associazione FIPE (Federazione Italiana Pubblici esercizi) – entrambe fanno parte della Confcommercio- si è attivata “promuovendo campagne di sensibilizzazione come BEVI RESPONSABILMENTE, le quali mirano a diffondere un consumo consapevole, moderato e compatibile con la vita personale e sociale della popolazione” Il progetto è stato promosso con l’ANM, associazione nazionale magistrati e con il patrocinio della Conferenza Stato-Regioni. Per saperne basta cliccare il sito della FIPE: https://www.fipe.it/2023/08/01/il-consumo-di-bevande-alcoliche-in-italia-il-progetto-fipe-bevi-responsabilmente/
Chissà se gli imprenditori dell’entertainment singoli o associati ed il Ministro Matteo Salvini, avranno il tempo per visionarlo e trarne qualche utile insegnamento.

Le sei discoteche interessate all’esperimento:
Discoteca Mascara All Music – Mantova;
Discoteca Il Muretto – Jesolo Lido (Venezia);
Discoteca Praja – Gallipoli (Lecce);
Discoteca Baia Imperiale – Gabicce Mare (Pesaro – Urbino);
Naki Discoteca – Pavia;
La Capannina – Castiglione della Pescaia (Grosseto).

Enzo De Biasi

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