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SOVIZZO E GAMBUGLIANO, DUE COMUNI AL REFERENDUM VERSO UNA AMMINISTRAZIONE SOLA. 

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“Lo spirito che serve è quello della collaborazione. Tra Sovizzo e Gambugliano esiste già da tempo. Se poi il referendum sancirà la fusione tra le due entità amministrative, questo spirito diventerà un patto. Le due comunità troveranno solo vantaggi dal mettersi insieme”.
Paolo Garbin, sindaco di Sovizzo è convintissimo. Il referendum del 29 e 30 ottobre diventerà per forza di cose un momento storico. Se nelle urne si raggiungerà il quorum, la fusione si farà.
La votazione si svolgerà nei giorni di domenica 29 ottobre dalle ore 7 alle ore 23 e di lunedì 30 ottobre dalle ore 7 alle ore 15. Per lo svolgimento della consultazione referendaria le spese saranno a carico della Regione Veneto. Si chiederà ai 7800 cittadini di Sovizzo e agli 800 di gambugliano se sono favorevoli o meno. Se si raggiungesse il quorum, fissato al 30% sia per Sovizzo che per Gambugliano, e vincesse il “sì”, il 31 dicembre entrambi i consigli decadranno. Verrà quindi nominato un commissario e le nuove elezioni si terranno nella tarda primavera del 2024.
A Paolo Garbin chiediamo qualche conferma. Il nome dell’eventuale nuova realtà amministrativa, le incombenze per i cittadini. Le novità.
“Intanto il nome sarà Sovizzo. Per i cittadini dell’attuale centro non cambierà nulla. Non se ne accorgeranno neppure. Non servirà cambiare carta di identità, né patente, nemmeno il codice postale. Per i cittadini di Gambugliano si provvederà ad una comunicazione scritta, tramite gli uffici comunali, per la carta di circolazione e le patenti. Mentre per gli altri documenti ciò avverrà solo al momento della naturale scadenza.
Le due comunità da sempre vicine e che negli ultimi anni lo sono state sempre di più, unificando servizi e uffici comunali avranno una squadra di dipendenti più numerosa. Un vantaggio soprattutto per Gambugliano che non dovrà aspettare aiuti dagli uffici comunali di altri comuni come spesso accade ora. Del resto con 5 dipendenti mica si possono fare miracoli. I gambuglianesi inoltre beneficeranno, come i sovizzesi, di importanti facilitazioni nel bilancio e questo permetterà di fare nuovi investimenti in strutture e servizi che oggi non sarebbero nemmeno ipotizzabili”.
Questo è un argomento cruciale, mi sembra.
“Da molti anni si discute sulla opportunità, addirittura sulla necessità, di ridurre il numero dei comuni in tutta Italia. 7901 comuni sono troppi. E quelli di dimensioni minori non hanno né personale né denaro per sopravvivere. Chi non ha capoarea, come è il caso oggi di Gambugliano, deve chiedere firme autorizzative andando a prestito di personale di altri comuni. Tutto si rallenta. Molti servizi risultano impossibili. Ma a Gambugliano resterà una sede Municipale dove troverà posto una “casa della rappresentanza”. Un luogo di discussione senza poteri decisionali ma che garantirà a quella comunità di poter affrontare temi specifici di Gambugliano. Poteri consultivi dunque per dare voce ai cittadini di Gambugliano e Monte San Lorenzo.
La Costituzione prevede una scelta di modifica dei confini comunali, i Governi, chi più, chi meno, hanno spinto, mai ordinato. La Regione Veneto sta scavando piano piano la terra sotto i piedi dei comuni per indurre i piccoli a mettersi insieme. Ora è giunto il nostro momento”. Una scelta difficile, che tocca i campanili, gli amarcord, che alimenta preoccupazioni. “Io sono di origine gambuglianese (il padre del sindaco Paolo Garbin è stato a sua volta sindaco apprezzato di Gambugliano, ndr) e questi sentimenti non li ho dimenticati. Ma razionalmente con la fusione si apriranno davvero altri scenari ed un futuro migliore. Riceveremmo, in caso di fusione, 14 milioni di contributi da utilizzare per opere utili al territorio, avremmo un alleggerimento del patto di stabilità che ci permetterà di utilizzare più risorse per i cittadini. Oltre che la testa, anche il mio cuore mi ha guidato verso questa scelta”.
E’ il momento giusto? “Si. Il patto di stabilità nuovo incombe. I soldi sono sempre meno a fronte di opere sempre più costose. E poi, diciamocelo apertamente. E’ meglio decidere noi liberamente prima che qualcuno ce lo imponga dall’alto”.
Ma si perderà qualcosa, l’identità, il senso di appartenenza? “Si accorperà l’organizzazione che sarà, per forza dei numeri, migliore. E l’identità sarà comunque salvaguardata. Oggi i cittadini di San Daniele mantengono la loro fiera identità. Domani sarà così anche per i cittadini di Gambugliano e Monte San Lorenzo. Mentre per quelli di Sovizzo, non ci sarà nessuna novità né di sostanza, né di apparenza. Gambugliano e la frazione Monte San Lorenzo non verranno cancellati, anzi. Resteranno entrambi. Basti pensare come accade con la frazione di Montecchio, Valdimolino, i cui abitanti dicono di essere valmolinesi, mica montecchiani”.
Bisogna raggiungere il quorum, ma soprattutto avere il massimo dei consensi e la partecipazione non è un fattore secondario. “Faremo molti incontri in questo mese. Gambugliano ne farà cinque, almeno. Io incontrerò in 17 incontri i cittadini. In particolare i 52 gruppi organizzati di Sovizzo, tutti: associazioni, gruppi di volontariato, parrocchie, gruppi culturali. Tutti sono invitati. Non esiste formalmente un Comitato per il NO. Ma alcune persone che per motivi vari e diversi non vedono bene questa fusione, non mancano. Però sarebbe importante che il quorum fosse abbondantemente superato, che la decisione appartenesse a tutti, che la volontà espressa apparisse chiara e netta”.
Un pronostico? “Io sono convinto del progetto e resto fiducioso. Chi si sofferma a ragionare, trova solo convenienze e vantaggi. La sussidiarietà tra le nostre comunità è importante. Le identità rimarranno. Saremo più efficienti. Perché dovrei essere pessimista?”

Maurizio Scalabrin

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