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CENTENARIO MONTECCHIO CALCIO. RIPRENDE IL CAMMINO IN D E ARRIVA ANCHE L’ESPERIENZA DELL’AUTOGESTIONE DELLO SPOGLIATOIO

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Il Montecchio ripescato deve giocare nel girone emiliano ed è costretto a lunghe trasferte, anche in terra marchigiana e tra le avversarie c’è anche il Real Montecchio, quello emiliano.

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I ragazzi di Romano, sotto la guida attenta di Franco Bonente, raggiungono una tranquilla salvezza. Il Mister cammina seguendo la strada tracciata dal suo Presidente: valorizzare i giovani è il motto che più volte si ripete.

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E sono soprattutto giovani sotto i vent’anni a costituire l’ossatura della squadra che tornerà, l’anno dopo, a giocare nel girone C, quello del Triveneto.
La novità dell’annata è l’arrivo di Toto Rondon, il mitico goleador del Vicenza, a condurre il settore giovanile, segno che Romano vuole un vivaio di valore.
Il campionato 2004/05 è così all’insegna dei giovani del vivaio che vengono di volta in volta aggregati al gruppo dei titolari tra i quali spicca il nome di un ex Vicenza, Clementi, di Rondon junior, di Pugliani, Noro, Cegalin, Dei Rossi, Simonato, Carraro.
Nell’anno in cui il Bassano sbarca in C2, i ragazzi di Bonente conquistano un settimo posto di tutto prestigio.

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Il 2005 è anche l’anno dell’abbattimento delle reti protettive del Cosaro.
Aleardi crede nello sport pulito, nello sport espressione di gioia, di allegria, di sana competizione. Di fronte al dilagare di violenza di ogni tipo, negli stadi e fuori, è necessario lanciare messaggi concreti e forti. In accordo con l’allora Amministrazione Scalabrin, Romano realizza un suo sogno. Togliere le barriere, trasformare il Cosaro nel primo stadio senza barriere. Ci riesce, nonostante molte siano le perplessità di chi teme possibili invasioni di campo o vandalismi. Ma la logica del Presidente è semplice. Se in Inghilterra non ci sono campi di gioco protetti da limiti invalicabili, perché non potrebbe accadere anche a Montecchio?
Avrà ragione e l’iniziativa sarà un successo nazionale.
Anche la RAI arriva a Montecchio e la prima partita del campionato 2005/06 diventa evento mediatico.

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Il 2006 sarà però l’anno delle dimissioni di Bonente, sostituito da Corezzola, sostituito a sua volta da Clementi.

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E’ il 5 febbraio, Franco Bonente dà le dimissioni ancora prima della partita contro la Sanvitese. La sconfitta in casa della squadra castellana toglie ogni possibilità di rivedere la scelta. ”Lascio per problemi personali. Lascio perché non sono più in grado di svolgere con serenità il mio lavoro”.

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Il clima all’interno della società è rovente. Il nuovo arrivato Correzzola, direttamente dalla Juniores, non avrà vita facile. Solo due mesi di permanenza sulla panchina e anche lui è costretto alle dimissioni.
Sembra essere una costante nelle vicende del Montecchio targato Aleardi: il cambio di un allenatore non è cosa definitiva. Se nel 2002 Coppi era stato esonerato, sostituito da Battistella che dava subito dopo le dimissioni a favore di Bonente, questa volta è Bonente a dare le dimissioni, mentre rimane un giallo se il sostituto Correzzola se ne sia andato spontaneamente o sia stato dato il benservito.
Fatto sta che Aleardi ancora una volta recrimina il mancato ricorso ai giovani del vivaio. “Ci sono stati degli errori tattici –afferma in un’intervista al Giornale di Vicenza– le scelte effettuate evidentemente non erano all´altezza di una partita di serie D. Dopo le partite di Coppa e il campionato ben più lungo del normale, infatti, i giocatori ormai sono arrivati al limite, ma non si è risolto questo problema ricorrendo ai giovani del vivaio. La situazione adesso è davvero pesante, e non escludo un´autogestione dei giocatori”.

Si passa ad una forma di autogestione e il difficile compito di sistemare le cose spetta al giocatore Clementi, l’uomo di maggiore esperienza.

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Il giocatore-allenatore non riesce a conquistare la salvezza a fine campionato. C’è bisogno dei tempi supplementari contro il Vallagarina. Aleardi sostiene i suoi ragazzi, mobilita il tifo mettendo a disposizione un pullman da cinquanta posti. Si gioca, nella partita di ritorno al Cosaro, la carta del portiere giovane, Stefano Fortunato, giocatore di razza, dato che il papà è l’ex centrocampista del Vicenza e della Juve. La regola dei giovani in campo è portata all’estremo. Schierare un ’90 in porta per schierare un anziano in più.
La squadra è solida, pronta a giocarsi il tutto per tutto.
Il risultato è chiaro, inappellabile 3-1.

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A fine partita le sorprendenti dichiarazioni al giornalista Andrea Scanavin di Patron Aleardi: “Ad un certo punto di questa stagione credevo fosse giunta per me l’ora di lasciare il Montecchio, ma oggi più che mai confermo con onore il mio impegno anche per la prossima stagione”. Devono aver fatto effetto le oltre 700 persone che hanno affollato il Polisportivo castellano. I tifosi che hanno urlato, applaudito e gioito per il Montecchio. E poi i festeggiamenti dei giocatori sotto la tribuna. Le loro braccia al cielo devono aver fatto desistere il Presidente.

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