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I primi sette giorni del nuovo sindaco e del Centrodestra dopo il ballottaggio

Possamai

Una settimana fa, martedì 30 maggio, Giacomo Possamai (nella foto di Gianni Poggi) è stato proclamato sindaco di Vicenza per il quinquennio 2023-2028 e il primo cittadino uscente Francesco Rucco è uscito di scena. Come sono trascorsi i primi sette giorni della nuova era, amministrativamente parlando?

Cominciamo dalla parte perdente, quella che sarà la minoranza nel prossimo Consiglio comunale e che avrà l’ingrato compito di fare opposizione. Francesco Rucco ha fatto i complimenti per la vittoria all’avversario prim’ancora che i risultati elettorali fossero completi ma quand’era ormai impossibile una rimonta in extremis. Riconoscere il successo all’altro candidato è sempre un gran bel gesto sia istituzionale che umano e bisogna darne atto all’ex sindaco, che, anche nelle interviste a caldo di fine spoglio, ha mascherato la delusione per aver perso con un distacco di appena 500 voti. Forse l’unica stonatura – ma dipende dai punti di vista – è stato l’inciso “almeno all’inizio” che puntualizzava, nelle sue dichiarazioni, la durata del suo impegno sui banchi dell’opposizione. Buttar là, proprio in quel momento, la possibilità che potrebbe anche mollare in un prossimo futuro non dev’essere piaciuto ai colleghi del Centrodestra e ai cittadini che avevano votato per lui. Dopo di che, Rucco è sparito dai radar.

Non altrettanto hanno fatto due protagonisti della lista civica Idea Vicenza-Rucco Sindaco: l’ex assessore alla Cultura e all’ambiente Simona Siotto e l’ex presidente del Consiglio comunale Valerio Sorrentino, che hanno dato il via nei rispettivi profili Facebook ad un vivace botta-e-risposta, spesso polemico. Siotto, vincitrice alla grande del concorso “chi è stato il migliore assessore di Rucco?”, ha postato un antico proverbio arabo (“Sul cadavere dei leoni festeggiano le iene, credendo di avere vinto. Ma i leoni restano leoni, mentre le iene restano iene”) che ha ricevuto una settantina di commenti sia pro che contro. Tutti hanno pensato che l’allusione alle “iene” fosse indirizzata ai vincitori delle elezioni ma, a ben guardare, sarebbe più logica e coerente se, invece, fosse riferita a chi ha praticato il “fuoco amico” nell’area del Centrodestra.

È proprio questo, infatti, il tema politico dominante nel dopo ballottaggio sull’altra faccia della Luna: il tradimento nelle urne di fazioni all’interno di Fratelli d’Italia e della Lega. Follow up di una gustosa anteprima avvenuta qualche mese fa in occasione delle elezioni del presidente della Provincia, che aveva sparigliato le alleanze locali soprattutto nel partito di Salvini facendo vincere un candidato sostenuto anche dal Centrosinistra. Pare che la disfida sia continuata anche per le comunali del capoluogo. Almeno è ciò che lascerebbe capire sia la baruffa a caldo fra Ierardi e Conte, prime donne di FdI (piuttosto “fratelli coltelli” nell’occasione) e la clamorosa débâcle elettorale di alcuni big leghisti come il presidente del Consiglio regionale Ciambetti, l’ex vicesindaco Celebron e l’assessore all’istruzione Tolio.

Giacomo Possamai è partito in quarta, mixando impegni istituzionali e amministrativi con consultazioni e trattative per la composizione della Giunta. Da buon ex mediano ha fatto un’entrata a gamba tesa sul progettone di Rucco per la riqualificazione di piazzale De Gasperi (quello dello striscione da 15 metri appeso alla cancellata del Giardino Salvi). Ha preso appuntamento mercoledì 7 giugno con il commissario straordinario AV/AC Macello per negoziare sull’attraversamento Vicenza da ovest a est, che avrà un bis il 12 giugno. Per le sale di Palazzo Trissino girano, intanto e non a caso, politici come Tosetto e Nicolai in odore di assessorato e il futuro capo di gabinetto Andrea Cocco, poco conosciuto ma a fianco di Possamai dai tempi dei Giovani Democratici.

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