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CENTENARIO MONTECCHIO CALCIO. 2011/12, ARRIVA LA RETROCESSIONE INAPPELLABILE.

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L’era Monfardini alterna momenti buoni a momenti di buio. Dopo nove partite ha otto punti. La prima vittoria arriva a fine ottobre contro il Giorgone. Anche il Presidente accoglie con gioia la prestazione, soprattutto per il fatto che in campo c’erano ben tre ragazzi classe ’94. Monfardini fa propria l’idea dei giovani e arriva a Natale, mangiando il panettone con diciannove punti racimolati in diciassette partite. La zona pericolosa non è lontana, ma il clima in casa Aleardi è ottimista.
Il girone di ritorno però non cambia la situazione a fine aprile il Montecchio ha all’attivo 31 punti in 30 incontri, una media da retrocessione.
L’esonero è nell’aria! Non certo ci si aspettava che fosse mandato via, qualche giorno prima del Mister, l’attaccante Peron. Un fulmine a ciel sereno che lascia letteralmente senza parole il gruppo e lo staff tecnico. Qualcuno interpreta il fatto, inconsueto, anzi assolutamente nuovo per il calcio dilettantistico, come l’anticipazione di altre scelte. E in effetti una settimana dopo arriva la fine del rapporto Monfardini -Montecchio e subito dopo anche le dimissioni di Sigismondi, direttore sportivo. Ma sarebbe troppo semplicistico fermarsi qui!

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Consideriamo che le notizie trapelate da via del Vigo sono state poche, che il Montecchio ha scelto la strada del silenzio stampa subito dopo l’esonero di Monfardini, il che è indice della volontà della società di affrontare senza clamori una situazione che si è fatta, domenica dopo domenica, delicata e difficile. ”Vorrei che si capisse che è giunto il momento di dire basta al calcio del denaro e degli scandali. Non è giusto che in serie D si paghino calciatori come fossero dei professionisti e intanto ci sono famiglie che non arrivano alla fine del mese. Sarebbe ora che ci fosse una vera svolta, nel rispetto anche delle altre discipline sportive che non possono godere di tutte le entrate del calcio o di tutti i suoi vantaggi, ma che sono sicuramente più sane. Una ricetta contro tanto malcostume non può essere che la strada che da sempre ho intrapreso e voglio continuare: dare spazio ai giovani, credere nei giovani. Ci guadagnerebbero i bilanci e molte società non fallirebbero miseramente, per non parlare poi delle irregolarità, che a volte sconfinano nella evasione fiscale, che caratterizzano certi ingaggi.”(Intervista a SportMONRECCHIO marzo)
Una presa di posizione morale quella del Presidente che si mostra profondamente preoccupato per la situazione economico-sociale del Paese e soprattutto per le sorti dei più giovani: ”Dobbiamo pensare al loro futuro e quindi anche nello sport è necessario dar loro spazio, costruire opportunità. Io da parte mia continuerò a seguire questa strada!”
Il settore giovanile ancora una volta fornisce il nome del Mister che dovrà portare a termine il campionato. E’ un allenatore vincente, che conosce molto bene l’ambiente della Prima Squadra avendo allenato molti dei suoi giovani. Si tratta di Armando Farinello.

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Non ha molto tempo a disposizione, l’obiettivo è di evitare la retrocessione diretta, andare ai play out e magari evitare di giocarli contro la temibile Sanvitese. E così sarà.
Ci si giocherà la salvezza contro il St Georgen di Brunico.

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In campo, poi, il 20 maggio le cose sembrano partire proprio bene, subito tre gol di vantaggio, un risultato visto poche volte al Cosaro. Purtroppo gli Altoatesini accorciano le distanze con una palombella di Peter Maier, ma non è finita al 48° in pieno recupero altra beffa su calcio piazzato. Il Montecchio vince, ma nessuno gioisce. L’entourage castellano non è tranquillo, la trasferta a Brunico non sarà facile. Più ottimista Romano Aleardi che subito organizza il viaggio gratuito per supporter biancorossi.
il gruppo dei tifosi, ben cinquanta, parte alle 11 dl mattina dal Cosaro, fiducioso. Si scherza, si ride. Tra i tifosi alcuni sono i genitori dei calciatori che hanno raggiunto la città altoatesina già nel pomeriggio di sabato. L’allegria della partenza sui trasforma ben presto in apprensione, sofferenza, angoscia. Al 16° il primo gol, al 23° il secondo. La squadra sembra non reagire. Arriva, tra mogugni e commenti, più o meno condivisi, al 36° il gol di De Cao. Si torna a sperare. E invece arrivano il terzo e poi il quarto gol del St Georgen. I tifosi non hanno più parole, non hanno più fiato in gola. Verrebbe da piangere, ma non si può dare questa soddisfazione al pubblico di casa che gioisce e applaude allo speaker che chissà cosa dice in tedesco per farli così contenti.
Mentre gli avversari festeggiano insieme con i tifosi bevendo birra al chiosco dello stadio, in campo e nello spogliatoio del Montecchio si piange.

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Colpiscono gli occhi lucidi del dirigente Paolo Carretta, seduto al fianco di Aleardi che pare, invece, aver preso la sconfitta con serenità: “Il calcio bisogna prenderlo così, si vince e si perde. Le ferite sanguinano è vero, ma ho visto la squadra affrontare la gara con troppa sufficienza… Non si possono prendere gol così! Nelle ultime partite, quelle fondamentali, di nove gol subiti sette sono arrivati da calcio piazzato, in più oggi ho visto una squadra piuttosto indisciplinata e poco concentrata. Comunque si ricomincia, inizia una nuova era, ho chiuso con i soldati di ventura, anche perché non riuscirei sostenere economicamente un altro anno come questo. Un po’ di pulizia, voglio riempire lo stadio di giovani di Montecchio, voglio che si ritorni al calcio genuino, pulito!”

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Le ultime battute di Romano lasciano perplessi: “E non è mica detto che finisca così! Con il terremoto in atto nel calcio può succedere di tutto!”
Il Presidente sta forse pensando al ripescaggio?
E in effetti si tenta un’altra volta, ma questa volta il verdetto è negativo. Il Montecchio dopo 14 anni scende in Eccellenza.

Rosanna Frizzo

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