MAURIZIO SCALABRIN: “UN MIO RICORDO DI VLADIMIRO RIVA”
Un amico a volte non lo frequenti spesso, ma quando capita di incontrarlo o di sentirlo è sempre un piacere. Spesso una emozione. Ecco. Vladimiro
Impianti sportivi ed asfalti, viabilità ed incroci fra le provinciali.E poi adeguamento sismico delle scuole, illuminazione pubblica e ciclabili. Sono tanti i progetti rispettivamente per Gambugliano e Sovizzo, che verrebbero messi in campo se la fusione fra i due comuni andasse in porto. Questa la convinzione dei due sindaci promotori del referendum di fusione.
Curiosità. Se passa il referendum indetto dai due sindaci, entrambi decadranno dal loro incarico con la fine dell’anno. Paradossalmente, se il referendum non andasse in porto, resterebbero in carica più a lungo, cioè fino a fine mandato, a maggio 2024.
Curiosità nella curiosità: entrambi i sindaci sono di origine Gambuglianese.
È iniziato quindi il conto alla rovescia per il referendum del 29 e 30 ottobre, quando i residenti dei due paesi saranno chiamati alle urne per dire se sono favorevoli, o meno, alla nascita di un nuovo centro.
Senza pesare nelle tasche dei cittadini, dal momento che la Regione destinerà 14 milioni di euro se nascesse il nuovo comune, che si chiamerà “Sovizzo”.
Saranno due gli scogli da superare: il quorum dei votanti e il quorum dei favorevoli alla fusione. Il risultato del referendum sarà considerato valido se in entrambi i paesi voteranno almeno il 30 % degli aventi diritto (più 1 evidentemente) e se il voto dei favorevoli prevarrà in entrambe le comunità. Se il quorum viene raggiunto solo in un comune o la maggioranza dei “si” prevale solo in una comunità, sarà la Regione a decidere se procedere o meno alla fusione.
Il sindaco sovizzese, Paolo Garbin ha sempre spiegato che “la fusione sarà un notevole passo avanti per entrambi i paesi. Avremo una macchina amministrativa che azzererà i doppioni, utilizzerà le attuali risorse aggregate. Gli uffici saranno più completi. Ne guadagneremo in opere, miglioreremo la qualità della vita dei cittadini di entrambi i paesi. E non saranno aumentate le tasse”.
Il futuro comune infatti riceverà 900 mila euro all’anno per 15 anni, garantendo risorse per affrontare gli investimenti necessari sia a Sovizzo che a Gambugliano. Progetti che oggi sono fermi nei cassetti o rimangono studi di fattibilità ancora in fase di sviluppo.
“Le risorse derivanti dalla fusione dovranno essere impiegate per migliorare sia la quantità che la qualità dei servizi offerti e per gli investimenti”, aggiunge Paolo Garbin.
Rimangono tra i dubbi dei gambuglianesi la paura di essere trascurati in futuro.
Ma il sindaco di Gambugliano Matteo Forlin ha sempre sostenuto che Gambugliano e Monte San Lorenzo continueranno ad essere ben rappresentati.
Il nuovo statuto comunale dovrà prevedere una sede municipale a Gambugliano, oltre all’istituzione di un gruppo di lavoro (di natura consultiva, ndr) sui temi di interesse della comunità di Gambugliano e della sua frazione, Monte San Lorenzo.
Rimarranno inalterati anche servizio sanitario, Inps, Inail, tributi comunali, tassa rifiuti, carta di identità. Per la patente, per Gambugliano gli uffici del nuovo comune invieranno un documento da allegare. Nemmeno il cap, codice di avviamento postale, sarà modificato: rimarrà 36050.
Entrambi i sindaci sono convinti che sia meglio decidere in propria autonomia oggi piuttosto che vedersi imporre domani fusioni non condivise, guardando solamente la cartina geografica e utilizzando un compasso. E probabilmente senza fondi a disposizione. Da parte di entrambi i sindaci, Paolo Garbin per Sovizzo, e Matteo Forlin per Gambugliano arriva dunque l’invito agli elettori di recarsi alle urne e di scegliere il “sì”.
Maurizio Scalabrin
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