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CENTENARIO MONTECCHIO CALCIO. 2008/2010 I CAMPIONATI DEI COLPI DI SCENA

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Il 28 luglio 2008 riparte il cammino dei biancorossi e dopo parecchi anni la rosa al completo, al seguito di Mr. Vittadello, dirigenti e collaboratori si trasferisce ad Enego per il ritiro. Prima era avvenuto ai tempi di Viganò.

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La squadra si prepara al meglio, nuovi innesti giovani danno fiducia all’ambiente, ma le cose non vanno come dovrebbero, anzi precipitano dopo la sconfitta contro l’Eurotezze.
Il Presidente: “Dovevamo portare a casa almeno un punto e per questo bisognava stare attenti fino alla fine: non ci si può permettere alcuna distrazione…” Scatta dunque l’esonero di Mario Vittadello.
Ma quali sono i motivi che hanno spinto il massimo dirigente castellano a sollevare dall’incarico l’allenatore che ha preso il posto di Claudio Clementi nel dicembre dell’anno precedente? Al giornalista Andrea Scanavin confida “Non c´è spogliatoio! C’è troppo stacco tra i giovani e i vecchi e bisogna assolutamente ricompattare il gruppo. Qualcuno è malato di protagonismo e si mette a fare i giochetti quando, in panchina, ci sono molti giovani che possono fare bene e che sono bravi e determinati”.
Ancora una volta i giovani costituiscono una questione cruciale, visto che al presidente Aleardi non avrebbe fatto piacere l’esclusione dalla Prima squadra di alcuni ragazzi del vivaio del Montecchio, che a suo parere avevano fatto bene fino ad allora.
Ma questa ormai è storia passata. Ora il Montecchio guarda avanti e prima di tutto cercherà di trovare il sostituto di Mario Vittadello come scrivono i quotidiani. “Stiamo avendo alcuni colloqui – prosegue Aleardi – e nella giornata di domani (oggi per chi legge ndr) decideremo chi sarà l´allenatore che guiderà la nostra squadra a partire da martedì”. (GdV 3 novembre 2008)
È sbagliato dire che l’esonero di Vittadello sia arrivato a sorpresa. Il tecnico, infatti, già sette giorni prima aveva ricevuto la fiducia a tempo della società. Tuttavia l´allenatore biancorosso a fine derby, in un’intervista del GdV, non si era detto preoccupato per la sua posizione. “Io sono tranquillo -ha detto- sto facendo quello che mi è stato chiesto dalla società e cioè far crescere e maturare i giovani. C’è bisogno di lavorare e dare continuità, convinti dei nostri mezzi. Oggi non meritavamo la sconfitta, c’è poco da dire”.

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Ma intanto inizia l’era di Andrea Venturini che ha il compito di portare la squadra alla salvezza e non è un compito facile. Prima di tutto deve conquistarsi la fiducia dello spogliatoio, di ragazzi che, a detta dell’ex Vittadello, all’indomani dell’esonero hanno manifestato via sms solidarietà e vicinanza.
Ma la volontà della società è stata chiara, bisogna andare avanti, almeno fino ai playout per giocarsela.
L’avversario sarà il Trento, il blasonato Trento che può contare su uno stadio da serie B, e proprio lì i giovani castellani devono giocarsi tutto nella partita di ritorno dopo lo zero a zero in casa.
E’ il 7 giugno, una data che i 50 supporter montecchiani non dimenticheranno. Loro, abituati allo stadio senza barriere, sono letteralmente chiusi in un settore ospite piuttosto laterale, guardati a vista dalla polizia. Ma non sono certo intimoriti. Pochi ma buoni è il detto vicentino e così srotolano le loro bandiere, attivano le loro trombe, intonano i loro cori. I ragazzi hanno deciso di mettere in campo il cuore. Il primo tempo è nervoso, i giocatori si studiano e faticano a costruire azioni significative. E’ nel secondo tempo che le cose cambiano. Il Montecchio va in gol, boato di gioia biancorossa, il Trento pareggia, su rigore. Si ricomincia, ma i ragazzi di Aleardi hanno una marcia in più e infilano un uno-due micidiale.

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La gioia di Aleardi è grande, soprattutto perché ancora una volta a vincere è stata una squadra giovane, la più giovane ed è questo che dovrà essere sempre per l’Unione Calcio Montecchio. Così si riparte a settembre con un Mr. giovane, Giovanni Carli, giovane tra i giovani.

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Per la squadra di Aleardi l’età media in campo si abbassa ulteriormente e il compito dell’allenatore non è certo semplice. Formare, motivare, allenare, preparare mentalmente, operazioni non facili e, nonostante la più buona volontà, i risultati non arrivano. Il campionato targato 2009/2010 si conclude con la retrocessione senza l’ancora dei play out.
Dopo dodici anni di ininterrotta permanenza in serie D il Montecchio sembra dover salutare e ripiegare verso l’Eccellenza.
Con Aleardi, però, non c’è da stare tranquilli e sicuri.
Chiederà il ripescaggio in serie D, forte dei numeri della sua società. Ottimo il settore giovanile, buona la Coppa disciplina, la squadra più giovane del campionato, il campo senza barriere rappresentano garanzie certe in vista della graduatoria per ritornare nel Campionato Dilettanti.
Certo c’è da aspettare, ma a Ferragosto l’ambiente castellano festeggia.

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Agosto non cessa di portare novità a Montecchio. Arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia che Carli lascia. E’ sabato sera. Domenica 29 agosto Aleardi, raggiunto dalla telefonata della redazione di SportMONTECCHIO per una breve intervista, in vista dell’avvio del campionato, annuncia la novità, che, se lascia scioccato chi scrive, deve essere caduta come un macino sul capo di Romano. Non è infatti il solito presidente quello che risponde alle domande.
Carli rappresentava per il presidente Aleardi l’inizio di un progetto ambizioso di valorizzazione dei giovani per dimostrare che un calcio diverso è possibile. Un sogno che si è infranto alla fine di un mese di agosto pieno di colpi di scena per la società di Via del Vigo.
Ritorna alla guida del Montecchio, per la verità molto scosso, Andrea Venturini che ancora una volta è chiamato a ricucire una situazione ingarbugliata, con l’aggravante che la squadra è stata costruita per l’Eccellenza. Il campionato non inizia nel migliore dei modi: dopo quattro turni all’attivo un solo punto. A fine ottobre si arriva a cinque che diventano sette a fine novembre. A fine dicembre si è a dodici. Si comincia a sperare. A fine gennaio si arriva a diciannove, ma si è sempre nella zona bassa della classifica.
Il mese di febbraio è difficile per la panchina di Venturini. Aleardi non condivide certe scelte tattiche. Per dare supporto alla squadra va in panchina e non sono molti i presidenti che lo fanno, ma questo sembra incrinare i rapporti tra i due e in effetti a marzo Venturini lascia. E’ il sette marzo. Per la prima volta è l’allenatore ad andarsene, motivi personali e di salute. In realtà il clima in Via del Vigo si era fatto rovente.
Il 10 marzo arriva il nuovo allenatore Massimo Monfardini!

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Negli ultimi sette anni i tifosi montecchiani hanno assistito a ben sette cambi di panchina!
Le cose cambieranno?
Certo nel corso del campionato ai tifosi biancorossi poi non è mancato nulla: dai valzer di panchina, alle sconfitte beffa all’ultimo minuto, la coda della classifica con il terrore di non farcela, e ora con il nuovo tecnico inizia la rimonta con performance da primi della classe.
Il tutto fino all’ultimo giorno del campionato. Il Montecchio gioca in casa contro Il San Paolo di Padova. Bisogna vincere. Tutte le squadre della zona play out devono vincere.
Il Montecchio scende in campo deciso e voglioso di portarsi a casa i tre punti e spera in un miracolo, la sconfitta del Montebelluna in casa contro l’Este. Ma è praticamente scontato che l’Este, squadra di mezza classifica, non andrà in terra trevigiana, con l’intenzione di far male.
E’ la legge del calcio: alla fine del campionato non ci si può far male! Così, come da copione, il Montebelluna vince e resta avanti di un punto sul Montecchio che invece, con un chiaro 3-0, conquista il passaporto verso i play out. I castellani sono abituati a giocare i tempi supplementari per cui con serenità si accettano i verdetti dei campi.
Ma al Cosaro, domenica 8 maggio, manca una persona, il presidente.
Romano è a Montebelluna per assistere alla partita che al telefono, a fine primo tempo, non esita definire più noiosa di un match tra scapoli e ammogliati. Ma proprio per questo è necessario vigilare. E in effetti durante il secondo tempo qualcosa accade.
A un quarto d’ora dalla fine nelle fila dei bianco-celesti esce Bressan (classe ’91) ed entra Zingrillo (classe ’87). A quel punto sono in campo tre giovani anziché i quattro previsti dal regolamento. Nessuno se ne accorge, anche Aleardi sembra non aver notato l’errore e si appresta a tornare a Montecchio dai suoi ragazzi, con la rabbia dentro di chi vorrebbe che si giocasse a viso aperto e lealmente sempre. Pensa che comunque avranno modo di farsi valere ai play out. E invece un altro colpo di scena. Qualcuno fa sapere in segreteria a Montecchio che il Montebelluna ha sbagliato i cambi. Che fare? Verificare e andare a fondo. Potrebbe essere un’occasione per evitare i play out.
Aleardi non esita e, forte dell’appoggio del segretario Renzo Ribolli, che in fatto di normativa è una forza, va a verificare se in effetti il Montebelluna ha infranto la regola dei giovani in campo.
Ebbene sì, l’allenatore ha sbagliato! I referti parlano chiaro. Ora l’Este dovrebbe denunciare l’errore, ma si defila e così il ricorso parte dal Montecchio.
Pomeriggio inoltrato di lunedì 9 maggio, il giudice sportivo accoglie l’istanza castellana. Il Montebelluna ha eluso la norma dei giovani in campo e perde la partita a tavolino.
Una doccia fredda per i ragazzi di Masitto che devono tornare ad allenarsi e gioia grande per quelli di Monfardini che si ritrovano al Cosaro a festeggiare con il loro Presidente, che sarà anche burbero, ma ha la qualità di non arrendersi mai e soprattutto ha fiuto. Perché mai andare a Montebelluna quando la sua squadra si gioca il campionato a Montecchio? Forse aveva intuito qualcosa… Forse sentiva che la salvezza sarebbe passata di lì?
Ma la gioia dura poco.
Il Montebelluna fa ricorso. Si affida a Mattia Grassani, avvocato esperto e legale del Napoli. Conta poco il rispetto della regola, la sentenza del Giudice sportivo non vale perché a denunciare il fatto non è stato l’Este, l’avversario che poteva essere danneggiato.
La forma prevale sul principio giuridico, come spesso accade!
Il Montecchio torna a prepararsi per i play out. Ma è sconcertato, arriva alla sfida finale assolutamente spompato. I ragazzi sono irriconoscibili. Il campo sentenzia la caduta in Eccellenza. Ma non Aleardi che decide di non fermarsi. Farà ricorso. Vuole giustizia a tutti i costi.

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Si è appellato all’Alta Corte di Giustizia del CONI che ha rigettato la decisione della Federazione e ha riconosciuto la sconfitta a tavolino del Montebelluna. Il Montecchio resta in D. L’esito non era così scontato, molti pensavano che difficilmente il ricorso sarebbe stato accolto, pochi guardavano con fiducia al futuro, tra questi Aleardi che certo non manca di intuito e di tenacia.

Rosanna Frizzo

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