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UNA MIMOSA PER PENSARE

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E’ arrivato un altro 8 marzo, un’altra giornata dedicata alle donne con tante frasi di circostanza, eventi a loro dedicati e tanti mazzolini di mimosa donati.
La Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne è stata istituita con la risoluzione ONU del 16 dicembre 1977. Secondo quanto fissato nella deliberazione 32/142, ogni Paese avrebbe dovuto un giorno all’anno dichiarare La giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e per la pace internazionale. Poiché l’otto marzo era già festeggiato in molti Paesi, come giorno dedicato alla donna, la data divenne ufficiale.
Il 1977 non è l’unica data da menzionare. L’otto marzo del 1857 si ricorda la feroce repressione dello sciopero delle lavoratrici tessili a New York, l’incendio che causò la morte di oltre cento operaie sempre a New York il 25 marzo del 1911, la rivolta pacifista contro la guerra del marzo 1917 delle operaie di Pietrogrado.
Date che stanno a dimostrare che tra la fine dell’800 e per tutto il ‘900 si pone la questione dei diritti delle donne, come tali, come madri e come lavoratrici.
Tutti i diritti sono stati raggiunti? Sulla carta sì, a partire dal diritto di voto. Nella realtà, e siamo nel 2024, il gender gap resta, basti pensare alle discriminazioni nel mondo del lavoro, alle differenze salariali, al fatto che una donna lavoratrice si ritrova sulle spalle il peso della famiglia e una professione o un impiego da portare avanti tra mille ostacoli, con il rischio di essere giudicata come una cattiva madre o moglie.
E poi il tema dei femminicidi, il sapere che ancora esistono uomini che trattano le loro compagne come oggetti e che contro di loro si accaniscono se osano contraddire la regola del maschio dominante.
La giornata della donna dovrebbe essere di festa vera e invece anche oggi ricordiamo le 20 donne morte dall’inizio dell’anno per mano di un partner violento, pensiamo alle mamme che nella striscia di Gaza vedono i loro bimbi morire di fame, pensiamo alle tante donne che ogni notte stringono i figli per proteggerli dai bombardamenti in Ucraina. Alle giovani stuprate e dilaniate il 7 ottobre dai terroristi di Hamas.
C’è ancora voglia di festeggiare? Di andare fuori a cena con le amiche per celebrare un rito voluto e confezionato dalla società consumistica che ancora impone l’obbligo per il maschio di donare il fiore scelto come simbolo?
La mimosa che fiorisce proprio in questi giorni, che con il suo giallo intenso apre le porta alla primavera non sia donata invano, non sia il mettersi la coscienza a posto! Molto meglio una carezza in più!

Rosanna Frizzo

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