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PROTAGONISTI. VIDEOINTERVISTA A NICOLÒ SANTON IRON MAN IN COMPETIZIONE NELLA CORSA NEL NUOTO NELLA BICI E … NEL DIABETE

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Non si sente un fenomeno ma gli piacerebbe essere un esempio per gli atleti che, come lui, sono malati di diabete. Nicolò Santon è un giovane di trent’anni che ha scoperto, a diciotto, di avere questa malattia che, per uno sportivo, è in parte un handicap e, soprattutto, una grande complicazione nell’allenamento e, ancor di più, in gara.
Quando ha saputo di essere diabetico, giocava a calcio da anni. Ha mollato il pallone e si è convertito a sport individuali: prima runner e poi biker e nuotatore. Le tre specialità, insomma, del triathlon, la specialità multiprova che praticano quelli chiamati “iron men”, gli uomini di ferro.
Già complicato di per sè, il triathlon lo è a maggior ragione per un diabetico, costretto a programmare i livelli di glicemia durante la gara con precisione cronometrica per evitare di restare, letteralmente, senza energie.
Santon si fa assistere da uno staff (preparatore atletico e nutrizionista) e si sottopone quotidianamente a due sedute di allenamento, nuoto al mattino e palestra la sera. In gara, poi, porta un sensore sul braccio, collegato ad una app dello smartphone, che rileva in tempo reale i valori della glicemia e lo orienta sull’integrazione alimentare da assumere per affrontare lo sforzo.
È un modo, per Nicolò, non solo per affrontare il diabete ma anche per vincerlo, per sentirsi un ragazzo e un atleta come gli altri. “Si può fare” è il messaggio che manda a tutti quelli che condividono la sua malattia e si mette a loro disposizione per far conoscere le sue esperienze e i suoi metodi. Il suo profilo si trova nei social più diffusi.
L’unico parziale rammarico che ha è quello che il livello delle sue prestazioni non può essere quello degli atleti sani, una percentuale non marginale di performance inferiore, infatti, è il prezzo da pagare. Ma è compensato dalla enorme soddisfazione di poter nuotare, correre e pedalare insieme con gli atleti senza il suo handicap. Cose che solo un vero sportivo può capire.
GIANNI POGGI

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