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LR VICENZA. DOPO LA VITTORIA SULL’ALESSANDRIA SERVE UN SEGNALE FORTE DELLA SOCIETÀ SUL FUTURO. LARGO AI GIOVANI?

Vecchi

“Quella con l’Alessandria è una partita assolutamente da vincere” aveva detto il nuovo allenatore Stefano Vecchi (nella foto dal sito della società), nella conferenza stampa di presentazione. Ha mantenuto l’impegno e vittoria è stata ma la svolta non c’è stata perchè, invece, i 7.000 spettatori (virtuali, perchè sono calcolati dando per presenti tutti gli abbonati) del Menti, in una gelida serata prenatalizia, hanno visto la solita prestazione dei biancorossi, tipica della precedente gestione Diana.
Vecchi ci ha messo ben poco di suo e difficilmente avrebbe potuto far di più dopo due allenamenti e una rifinitura e senza poter fare gran turn over per indisponibilità pregresse e contingenti di alcuni giocatori. C’era, è vero, la possibilità – non inconsueta nel calcio in questi casi – che il cambio di allenatore provocasse una prova brillante della squadra, quanto meno per mettersi in mostra al nuovo tecnico e, magari, anche perchè il nuovo clima avrebbe dovuto liberare le menti. Con l’Alessandria non è andata così, però, e si sono ripresentati i difetti e le lacune di sempre.
Sotto il profilo tecnico Vecchi non ha riproposto la difesa a quattro, utilizzata da Diana in Coppa Italia e nel precedente match a Trento, rispolverando il reparto con i tre difensori, che non aveva dato garanzie di tenuta ermetica ultimamente e che, comunque, non ha rischiato nulla contro la evanescente prima linea piemontese.
Vecchi ha anche riproposto Ronaldo nel ruolo di regista escludendo Rossi, che pur era sembrato più concreto del brasiliano. Gli altri due centrali di centrocampo sono stati Cavion e Proia e, sulle fasce, sono stati rispolverati De Col e Costa. L’attacco a due punte, infine, ha avuto come protagonisti Ferrari e Pellegrini.
Una formazione, insomma, che riproduceva quelle iniziali di Diana. Se si volesse dare un’interpretazione maliziosa a questa scelta di Vecchi, si potrebbe dire che ha riproposto l’ancien régime per evidenziarne l’inadeguatezza e convincere l’area tecnica della necessità di un robusto ricorso al calciomercato. Per risollevare le sorti biancorosse, infatti, è ormai evidente che non basta una nuova panchina e servono, invece, altri interpreti in campo, con doti di carattere e di impegno che gli attuali hanno dimostrato di non avere o di non avere più.
Ci vogliono, insomma, giocatori che non hanno certi condizionamenti, che giochino con motivazioni nuove e, magari, anche con prospettive che vanno oltre questo campionato. Sotto questo profilo ci si potrebbe aspettare che, nel girone di ritorno, Vecchi dia molto più spazio ai giovani perchè, nel suo curriculum di allenatore, un capitolo importante è quello nel Settore Giovanile dell’Inter (vittorie di due Viareggio e di altrettanti campionati oltre che di una Coppa Italia e di una Supercoppa di categoria, partecipazione alla Youth League).
Può essere che sia proprio questo uno dei motivi che hanno spinto la società ad assumerlo, visto che l’età media della rosa di quest’anno è alta e, in prospettiva, si potrebbe puntare a costruire un gruppo di ventenni a cui far fare pratica nella seconda parte di questo campionato (che, ormai, di chances ne può dare poche) e a rinforzarlo già a gennaio con parietà che si stiano mettendo in evidenza in categorie superiori. Non tanto da trasformare il Lane in una Under 23 ma provando una strada diversa che, fra l’altro, era nel progetto iniziale di Rosso.
Un’ultima considerazione sulla reazione negativa dei tifosi: spalti mezzi vuoti, cori e striscioni denigratori, insomma pieno distacco dai giocatori e dalla società. Per una piazza come Vicenza è una grossa novità e il club deve rendersi conto che la misura è colma ed è il momento di dare un segnale forte per ricnquistare il pubblico.

GIANNI POGGI

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Andrea Fornasier
Andrea Fornasier
4 mesi fa

Pur se condivido in linea di massima, ho visto migliore applicazione e attenzione. La cosa si è tradotta con pochi passaggi sbagliati (fuori misura) con relativi meno contropiedi. Magari anche la condizione fisica di Laezza ha contribuito a rinsaldare la difesa, visto che ha rinunciato alle solite stoppate in avanti ((talvolta nefaste).

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