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CONGRESSO PROVINCIALE DI FDI: SCHIACCIANTE VITTORIA DI SILVIO GIOVINE

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Fratelli d’Italia stavolta uniti. Non un esercizio scontato visto i trascorsi anche recenti. E data la contrapposizione consolidata dell’attivissimo Joe Formaggio in accoppiata con Maria Cristina Carretta da una parte e della potentissima Elena Donazzan dall’altra.
In mezzo, ma si fa per dire, Sergio Berlato, storicamente considerato un signore delle tessere.
Il risultato del congresso provinciale di questi giorni ha sancito una schiacciante vittoria di Silvio Giovine, deputato ed ex assessore nella Giunta Rucco. Allo sfidante Piero Puschiavo il 16,1 %.
Giovine così diventa il primo segretario eletto del partito portando a casa l’80,9% dei voti espressi.
Uniti al congresso ma continuamente competitivi sul territorio. La campagna acquisti nei consigli comunali continua a suon di acquisizioni. Del resto i sondaggi dicono che FdI crescerà molto alle prossime elezioni amministrative a scapito della Lega che, al contrario, calerà parecchio. Sullo sfondo, con qualche difficoltà sembra guardare Forza Italia. Che però lancia proclami a livello regionale, candidandosi alla guida del veneto nel dopo Zaia.
Sì perché Luca Zaia (al secondo mandato + uno) in base all’attuale legge elettorale, non potrà ricandidarsi. La richiesta di una modifica alla legge che consentirebbe di candidarsi nuovamente (discorso analogo per i dem Bonaccini, De Luca, Emiliano) sembra incontrare non poche resistenze proprio da parte di FdI.
Ovviamente. Infatti se la legge attuale non viene modificata, per le aspirazioni di FdI si aprono grandi possibilità anche qui al Nord. Anche qui in Veneto. Già, perché in Piemonte governa un esponente di FI, in Lombardia ed in Friuli sono appena stati confermati due esponenti della Lega. Giocoforza FdI ha numeri per chiedere che in Veneto fra un anno tocchi ad un suo esponente.
La destra è bravissima per avere posizioni anche distanti su molti punti. In alcuni casi anche contrapposti. Ma diversamente dal mondo della sinistra, dove ogni sfumatura è buona per dividersi, nella destra italiana c’è una grande capacità di fare sintesi. Il collante del potere ha una presa sempre efficace.
Però, andando verso le elezioni europee (che coincideranno praticamente con le amministrative in 72 comuni della nostra provincia) si stanno radicalizzando le posizioni dei tre maggiori partiti del centrodestra. FI è convintamente europeista e sta al governo della UE. FdI per molti anni antieuropeista (la Meloni dall’opposizione, urlava spesso contro l’euro e contro l’UE) ora si scopre in un ruolo nuovo di sostenitrice dell’Unione, anche se con molte sfumature che nella sostanza la contrappongono proprio al Governo UE. La Lega di Salvini (ma non dei leghisti veneti) invece ha cominciato un’azione pesantissima di collaborazione con tutti i movimenti sovranisti ed antieuropeisti del continente. Le richieste di Salvini sono di politiche talmente di destra da superare (appunto a destra) gli stessi FdI. Faranno sintesi, sì. Del resto a tutti e tre conviene non mettere in discussione il Governo nazionale in cui siedono. Eppure le posizioni diventeranno inconciliabili nel momento di utilizzare il risultato delle elezioni europee.
L’UE si darà un governo dopo le elezioni di questa prossima primavera.
Sicuri che in Italia possano stare sempre comodamente insieme partiti che a Bruxelles stanno su tra posizioni diverse e contrapposte?

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