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LR VICENZA. I BIANCOROSSI HANNO IMPARATO LA LEZIONE DELLA FERALPI?

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L’LR Vicenza 2023-2024 come la Feralpi dell’anno scorso? Sembra di sì dalle risultanze delle prime cinque gare di campionato: imbattuta, undici punti, solo due gol incassati, la squadra allenata da Aimo Diana si sta forse conformando al format lanciato con successo dai Leoni del Garda che, senza exploit nè bel gioco, sono filati lisci fino alla vittoria del girone puntando su solidità e continuità.
Sono le stesse stigmate che presenta il Vicenza nel primo scorcio di stagione, con fondate possibilità di miglioramento perchè non tutto è già al top. Si potrebbe obbiettare che questa versione della squadra non assomiglia molto al modello prospettato da Diana quando si è presentato in Casa Vicenza. Il tecnico aveva, infatti, prospettato un gioco diverso, aggressivo e agonistico, supportato da esterni in grado di sia di spingere che di difendere, finalizzato a creare tante palle gol e a incassarne il meno possibile.
Questa profezia, per ora, si è avverata solo in parte ed è quella che riguarda la difesa. Come portiere titolare è stato scelto Confente che ha meritato la fiducia facendosi trovare pronto e reattivo nelle per altro rare occasioni in cui è toccato a lui opporsi ai tiri degli attaccanti avversari. I tre centrali Ierardi, Golemic e Laezza hanno fatto presto reparto e, sotto il profilo difensivo, hanno dato subito la sensazione di possedere sicurezza e concentrazione. Forse da difensori di un modulo a 3 ci si potrebbe aspettare un maggior contributo alla costruzione, soprattutto dai due braccetti, ma siamo in C e non è il caso di pretendere troppo.
Meno bene si può dire di uno due esterni perchè, se è indiscutibile che quello di sinistra (Costa) sta dando l’apporto atteso, non altrettanto è per il suo omologo dell’altra banda. De Col, infatti, non è mai riuscito a essere protagonista nella sua fascia di competenza, soprattutto nella fase offensiva, tanto da far venire il dubbio che sia più adatto ad un ruolo di terzino esterno in una difesa a quattro. Questo rendimento ha provocato una minore incisività della squadra sul lato destro e una talvolta esagerata tendenza a sviluppare il gioco laterale appoggiandolo a Costa.
Il centrocampo è un work in progress. Diana non ha ancora scelto se impostarlo su due mediani (un regista e un cursore) o su tre elementi (play, incontrista e mezzala) ed ha, infatti, alternato moduli e interpreti di partita in partita e anche nel corso della gara. Evidentemente finora nessuna scelta lo ha convinto, come del resto nemmeno ha convinto il gioco che i prescelti hanno creato. Il denominatore comune del reparto è la lentezza abbinata alla prevedibilità, forse non è solo colpa dei giocatori ma spesso il confronto con i corrispondenti reparti avversari non è stato gratificante.
Paradossalmente, infine, è l’attacco che meno ha corrisposto alle idee dell’allenatore, perchè i tiri in porta sono stati normalmente pochi e spesso imprecisi, fatta salva – ovviamente – la partita con la Giana Erminio in cui sono stati segnati cinque degli otto gol all’attivo dei biancorossi. La media nelle altre quattro gare è 0,75 (fra l’altro grazie a due rigori). Un po’ pochino. Il paradosso sta nel fatto che le punte sono le stesse dell’anno scorso (a cui s’è aggiunto Pellegrini) e, quindi, si tratta di quello che è stato l’attacco più prolifico del Girone.
La partita vinta con la modesta Pergolettese (nella foto dal sito della società) è stata paradigmatica: zero o quasi pericoli, palle gol altrettanto, gioco anonimo e lento. Quanto basta, comunque, per incassare i tre punti.

GIANNI POGGI

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