MAURIZIO SCALABRIN: “UN MIO RICORDO DI VLADIMIRO RIVA”
Un amico a volte non lo frequenti spesso, ma quando capita di incontrarlo o di sentirlo è sempre un piacere. Spesso una emozione. Ecco. Vladimiro
Sembra un paradosso, ma le dichiarazioni di Zaia nell’occasione dell’inaugurazione della Bretella dell’Albera hanno fatto molto rumore proprio tra le sue fila.
Zaia ha manifestato preoccupazioni condivisibili riguardo ai ritardi probabili nella consegna del nuovo casello autostradale di Montecchio Maggiore. Questo ritardo condiziona l’apertura dell’ultimo tratto di Pedemontana da Malo a Montecchio Maggiore, mette a soqquadro nuovamente la viabilità di Montecchio Maggiore, già sottoposta a grandissimo stress dai lavori dell’Alta Capacità (TAC ndr). La notizia fa scattare l’irritazione di sindaci di Montecchio e di Brendola, delle Categorie Economiche e l’immediata levata di scudi della consigliera regionale Milena Cecchetto. Normale. Ma c’è un però.
Si però una domanda sorge spontanea. Se ne accorgono solo ora? E se Zaia non ne avesse parlato, sarebbero stati ancora lì silenziosi a guardare un cantiere che chiunque vede che stenta a proseguire? Perché la strategica opera di riposizionamento dell’uscita della A4 che coincide praticamente anche con l’innesto della Pedemontana Veneta dell’autostrada Brescia-Padova va a rilento. Se ne era parlato anche in una Commissione Consiliare di Montecchio, presente un ingegnere della Regione, circa dieci mesi fa. Anche allora era stato evidenziato che i lavori – complessi, certamente – apparivano procedere lentamente con poco personale in cantiere.
E su un cantiere così strategico, l’occhio dei sindaci della vallata, primo fra tutti quello di Montecchio Maggiore, avrebbe dovuto stare sempre vigile in questi mesi.
Invece solo l’esternazione di Zaia li ha convinti a mostrare i denti.
Se vogliamo dirla tutta questi cronoprogrammi che vengono presentati appaiono esercizi ingegneristici molto superficiali. Ci si domanda se tengano conto di variabili statistiche elementari (brutto tempo in primis. ma anche carenza di personale, tempi di approvvigionamento). Sono consapevoli i responsabili dei cantieri che sono un riferimento non solo per l’organizzazione interna del cantiere? Diventano infatti una sorta di promessa fatta alle amministrazioni locali, un documento che aiuta le aziende a programmare, un impegno su cui i cittadini fanno affidamento.
I cittadini chiedono dunque che vengono redatti in piena coscienza. Perché questi cantieri condizionano pesantemente e per anni la vita dei residenti. Nella fattispecie sono 24 anni che Montecchio è con pesantissimi cantieri aperti sul lato ovest e sul confine sud dell’intero paese. E per Montecchio passano ogni giorno oltre 100 mila veicoli, senza contare tutti quelli che transitano per l’autostrada A4 che sta in mezzo a zone abitate. L’idea che qualcuno faccia partire delle penali a risarcimento del territorio – cittadini e aziende – sta cominciando a girare tra la popolazione sconcertata, irritata, delusa.
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