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CENTENARIO MONTECCHIO CALCIO. CAMPIONATI 2006/2007 E 2007/2008

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Il campionato inizia con entusiasmo e sempre con uno sguardo di riguardo per i giovani. Anzi, Romano si fa promotore in FIGC della revisione della regola che vuole obbligatoriamente i giovani del vivaio in campo. E’ un acceso assertore della necessità di vincere il dominio dei ”senatori”, così chiama i più anziani di una squadra, e chiede che la Federazione si faccia promotrice del passaggio da quattro a cinque. Anzi farà di più. Ogni domenica la distinta delle squadre in campo riporterà l’età media delle squadre e qualche volta le differenze di età.
In effetti le formazioni biancorosse che scendono in campo al Cosaro e fuori casa sono tra le più giovani.
La squadra, definitivamente assegnata a Caio Clementi, procede in campionato e va avanti anche in Coppa, almeno fino a fine ottobre. A metà stagione il Montecchio occupa una posizione di centro-alta classifica. Caio Clementi è soddisfatto: “Il bilancio generale è più che soddisfacente. Ventidue punti sono un buon bottino, la nostra squadra è giovane e questo spiega le difficoltà in fase di realizzazione, ma i punti guadagnati finora sono stati conquistati con merito e frutto di sudore e impegno. Alla faccia di qualche scettico che in avvio di stagione ci dava per spacciati…”.
Il Montecchio ha un unico obiettivo, la salvezza, che viene raggiunta anticipatamente. Maggio di gioia in casa biancorossa mentre ci si prepara ad un’altra annata in serie D.

Nel settembre 2007 intanto esce il primo numero di SportMONTECCHIO, una delle iniziative che caratterizzano l’impegno di Aleardi nel mondo dello sport.

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Perché un giornale sportivo? Perché è giusto che ci sia, visto che sono oltre quaranta le società sportive operanti nel paese e sono quindi molti gli atleti che ogni settimana scendono in campo e portano innanzi i colori di Montecchio.
Perché lo sport è una componente importante della vita di una società complessa come quella di Montecchio.
Perché attraverso lo sport passano valori fondamentali della convivenza civile e sono il rispetto per dell’altro, delle regole, l’abitudine al sacrificio, alla collaborazione, fondamenti del vivere insieme.
Lo sport ha inoltre una grande valenza sociale perché, attirando per lo più giovani, li aiuta a crescere fisicamente e interiormente e li tiene lontani dai tanti pericoli dei nostri tempi.
Ma lo sport è anche volontariato, accomuna tutte quelle persone che, per semplice passione fanno sì che ogni sabato o ogni domenica si sia pronti per il campionato, qualunque esso sia.
Lo sport, oggetto di attenzione da parte delle Amministrazioni locali diventa palestre, piscine, palazzetti dello sport, campi di calcio, luoghi di incontro per famiglie, addetti ai lavori e appassionati.
Lo sport rende dinamica una città perché la rende viva, oltre che sana.
Chi ha fortemente voluto la nascita della testata crede nei valori dello sport, crede nei giovani, ama il suo paese e si augura che finalmente non si parli solo di calcio. (da SportMONTECCHIO settembre 2007)

Non solo, sempre nello stesso periodo Romano, con un gruppo di genitori, riesce a portare concretamente l’idea del fair-play, organizzando il ‘terzo tempo’ dopo ogni partita degli Allievi e degli Juniores.

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Un crescendo dunque di impegno.
Intanto la nuova stagione si apre con una formazione imbottita di giovani, pronti a dare il massimo per mantenere la categoria.

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Ma a metà novembre la posizione in classifica è veramente preoccupante e Aleardi ritorna in campo con un ultimatum alla panchina di Clementi. L’addio si concretizza dopo la sconfitta in casa contro l’Union Quinto per 4-0.
“Questo è un provvedimento che fa male a tutti noi, ma è inevitabile e necessario. Qui c´è bisogno di una svolta e il cambio dell’allenatore servirà proprio a questo. Mi piange il cuore, credetemi, per la persona che si è sempre dimostrata in questi anni Claudio Clementi, ma il Montecchio non vuole assolutamente retrocedere e la società deve dare un segnale forte in questo senso”. (GdV 3 dicembre 2007)
Il presidente non scarica tutte le colpe sul mister: ”Siamo stati noi i primi a sbagliare… Dovevamo stare più vicini alla squadra e al tecnico, guidandoli con maggiore presenza. Io per primo in questa prima parte di campionato sono stato spesso assente. E ho sbagliato. Poi ho cercato di rimediare, consigliando Clementi, ma ormai la frittata era fatta”.
Per un allenatore che se ne va, uno che arriva, anzi che ritorna. Mario Vittadello ha il difficile compito di portare il Montecchio alla salvezza.

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Nonostante la situazione critica, all’Epifania Romano parte comunque per Passau, la città gemellata con Montecchio, con una selezione di Allievi ed Esordienti della città per partecipare ad un torneo di calcetto. Si tratta della terza edizione. Come sempre l’accoglienza dei Passavesi nei confronti di Romano è grande ed è a loro che promette che sarà presente nella città dei tre fiumi in occasione delle celebrazioni del quinto anniversario del Gemellaggio tra le due città.
Nonostante gli sforzi, per la squadra di Vittadello ancora una volta si passa attraverso la gogna dei play out. Il Montecchio si salva di nuovo in extremis. Dopo il pareggio in casa, la squadra sempre giovane e determinata conquista il campo dei Caimani del Piave, ovvero il San Donà.

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Di seguito una testimonianza da SportMONTECCHIO sulla vittoria dei play-out e le reazioni di Romano.

Per Romano Aleardi il sogno continua
Un personaggio d’altri tempi! A voler trovare a tutti i costi un accostamento, il Romano Aleardi che ha assistito alla vittoria dei suoi ragazzi in quel di San Donà, ricordava la figura del Gattopardo, il principe di Salina, protagonista appunto del famoso romanzo di Tommasi di Lampedusa. Elegante, compito, sempre distaccato. Moderato nei gesti, ma chissà cosa provava dentro.Quanti bilanci avrà fatto nel corso dei cent’ottanta minuti che lo hanno portato ad avere la conferma del successo? Alla fine del primo round in casa infondeva ottimismo, ma invidiava i supporter bianco – blu che festeggiavano un pareggio rassicurante.
In terra veneziana, invece, non un commento per tutta la partita. Troppe cose in gioco: il prestigio di mantenere la categoria, il suo ruolo all’interno dell’assemblea dei presidenti delle società semi professionistiche. Lui, conosciuto per il suo essere controcorrente, ma innovativo sempre, lui che fortemente ha voluto far sì che del Montecchio Calcio e di Montecchio si parlasse, ora avrebbe potuto perdere la possibilità di esserci nei luoghi del calcio che conta. Avrà sicuramente pensato: ”Forse qualcuno sarebbe contento della retrocessione! Soprattutto quei presidenti che mi invidiano il campo senza barriere o quelli che non vogliono saperne di portare da quattro a cinque giovani in campo ogni partita.” Intanto si giocava, i suoi ragazzi erano lì ad affrontare la prova più difficile ed emozionante. Novanta minuti di attesa, ansia, paura, nascoste dietro un’ elegante compostezza. Poi il goal di Guerra, le magie di Roverato, i guizzi di Napoli. “E’ fatta! E’ finito un incubo, si ricomincia”. Resta sugli spalti in compagnia dei suoi fedelissimi collaboratori che non riescono a trattenere le lacrime. Riceve telefonate, sbriga le interviste e guarda i suoi ragazzi che festeggiano.
La loro vittoria va ben aldilà della serie D. Hanno vinto per il settore giovanile del Montecchio che così avrà la possibilità di continuare a disputare i campionati nazionali, di partecipare alle rappresentative, di imparare e crescere per un sogno… il traguardo, in barba a tutti quegli addetti ai lavori che da sempre criticano questa linea, di arrivare ad avere una prima squadra fatta di atleti tutti cresciuti nel vivaio castellano (Giugno 2008).

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A luglio, come promesso Romano con un bel gruppo di Montecchiani, guidati dal Sindaco Scalabrin, è a Passau per le celebrazioni del quinto anniversario del Gemellaggio e ed è ancora negli orecchi di molti la performance dell’Accademia del Concerto, ensemble musicale della città castellana, che Romano ha voluto portare a Passau. E non solo, in ottobre, in occasione delle celebrazioni italiane, il nostro, nel ruolo di vero mecenate, finanzia il viaggio fino a Montecchio di un’Ape tutta rossa, simbolo dell’amicizia che lega le due città.

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