La vittoria dell’LR Vicenza sul paripunti Giana Erminio allunga la mini (per ora) serie positiva del nuovo allenatore Vecchi, avviata con il successo sull’Alessandria, proseguita con il pareggio sul campo dell’AlbinoLeffe e culminata, appunto, con il 3-1 al Menti sulla squadra di Chiappella.
I risultati sono indubbiamente importanti e i 7 punti raccolti nelle ultime tre gare confortano la classifica. Sono serviti a migliorare la posizione dei biancorossi che, dall’8° posto della 18esima giornata, sono saliti al 6° e, se il distacco dal Mantova capolista rimane di 18 punti (ma era arrivato a 20), quello dal Padova è calato da 14 a 11, quello dalla Triestina da 13 a 9. Si è anche ridotto il gap più importante, quello dalla quarta posizione, l’ultima che dà accesso diretto ai play off nazionali: era di -5 dalla Pro Vercelli ora è di -3 dall’Atalanta U23.
Nel match con il Giana Erminio per la prima volta c’è stato un accenno di novità nel gioco del Vicenza. Per la prima mezz’ora si è vista una squadra strutturata, in cui tutti sapevano cosa fare e velocità e agonismo supportavano il modo di stare in campo. Il tutto era favorito anche da un inedito modulo che, inizialmente, era un 3-4-1-2 poi presto convertito in un 4-3-3. Vecchi era, infatti, partito con, davanti a Confente, Ierardi-Golemich e il deb Cuomo, con due mediani (Rossi e Cavion), due esterni (Costa e Da Col) e con Della Morte alle spalle della coppia di attaccanti Ferrari-Pellegrini. L’assetto era funzionale e reggeva molto bene in difesa evitando anche la minima iniziativa dei lombardi, a centrocampo con spinta e interdizione sia centrali che laterali e in attacco, che, grazie alla determinante azione di Della Morte, aveva creato più occasioni e segnato due gol.
Nella parte finale del primo tempo l’attivismo dei biancorossi calava perchè il doppio vantaggio consigliava più la gestione dello stesso che la ricerca del sigillo definitivo sul risultato. In realtà questo atteggiamento tattico si combinava con un inatteso calo atletico, che consentiva al Giana di prendere spazio e iniziativa e di costruire il suo gioco, elaborato ma pratico. Il Vicenza incappava in un marchiano errore difensivo e incassava il gol lombardo che riapriva il match.
Nel frattempo il modulo di Vecchi era cambiato perchè la difesa era passata a 4 (con l’arretramento di Costa a sinistra) e il centrocampo poggiava praticamente solo su due pedine (Rossi e Cavion) che dovevano fronteggiare l’opposto reparto avversario ben più numeroso. Anche in prima linea le cose erano cambiate: Della Morte si era riposizionato sulla destra, con Ferrari centrale e Pellegrini a sinistra.
La situazione peggiorava nella ripresa, in cui il Vicenza lasciava l’iniziativa al Giana che provava – visto che i biancorossi l’assecondavano – a meritare il pareggio e ci andava vicino un paio di volte. Ma arrivava inatteso il terzo gol vicentino, un tipico contropiede in cui emergeva la bravura di Rolfini, che si faceva allo sprint mezzo campo e metteva in porta un perfetto diagonale. Fine dei giochi a questo punto, perchè i giocatori di Gorgonzola non ne avevano più e il tris li aveva prostrati.
Quali le positività di questo match? La robustezza della difesa (al netto, ovviamente dell’errore costato il 2-1), la continuità e l’agonismo dei quattro di centrocampo (per i primi 30-35 minuti), la bravura di Della Morte nella costruzione del gioco offensivo. Bisogna evidenziare anche gli aspetti negativi: il calo generale nel secondo tempo, la insostenibilità di due soli uomini a centrocampo, la inconsistenza dei due attaccanti, l’atteggiamento di Ferrari, fin troppo portato a protestare (talvolta anche platealmente come in occasione della prima ammonizione).
L’arbitro è stato oggetto di pesanti censure, in gran parte meritate. Bisogna però far presente che il secondo gol del Vicenza è stato propiziato da un suo errore: non ha visto il fuorigioco in partenza di Della Morte che, poi, ha fornito l’assist a De Col.
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