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LR VICENZA. IL PAREGGIO AL 97′ DEL NOVARA È IL PARADIGMA DI QUESTO CAMPIONATO

Novara

A questo punto bisogna guardare le cose per quello che sono: l’LR Vicenza non riesce a battere nemmeno la maglia nera del girone, un Novara che ha una rosa fatta con prestiti, svincolati e Under 19, che il proprietario vuole vendere, che in campionato è un disastro. Il pareggio al Silvio Piola (Ferrari nella foto dal sito della società) non serve a nulla, anzi peggiora il distacco dal Mantova capolista e dalla Triestina virtuale seconda e non accorcia sul Padova che sta connotandosi per la sua imbattibilità. Il consuntivo è questo: a tre giornate dal termine dell’Andata, il Vicenza è a -12 dalla prima, a -8 dalla seconda e a -7 dalla terza, un piazzamento che sembra averlo già fatto fuori non solo dalla possibilità della promozione diretta ma anche dal miglior piazzamento nei play off.
I numeri parlano spietatamente chiaro. Delle prime cinque il Lane è quello che ha più sconfitte (alla pari con la Pro Vercelli) e che ha segnato meno gol, e nemmeno va meglio in attacco perchè tutte le squadre che lo precedono ne hanno fatti di più e perfino la Giana Erminio (che è alle sue spalle) ha tre centri in più all’attivo.
Le statistiche fotografano un rendimento inadeguato alle aspirazioni, perchè non è al passo con quello delle altre concorrenti e nemmeno con quello di altre squadre meno quotate, perchè si segna poco e un gol lo si becca quasi sempre, perchè si sono persi punti con avversarie assolutamente alla portata e non si è vinto nemmeno uno scontro diretto con le altre top (e vedremo come andrà con il Mantova).
La partita di Novara è stata paradigmatica. Il dominio in campo per quasi tutta la partita non ha partorito un gol in 80′ e, comunque, le occasioni sono state ben poche; i piemontesi sono passati in vantaggio nell’unica azione offensiva che sono riusciti a imbastire e sono riusciti a pareggiare soprattutto per demerito del Lane, quando la gara ormai sembrava inevitabilmente nelle sue mani al 7imo minuto del recupero finale.
L’epilogo del match è stato la sintesi di questa complicata parte del campionato, vissuta nella mancanza di continuità e di identità, nella sterilità e nella lentezza del gioco, nella continua e irrisolta ricerca di una formazione titolare e di soluzioni ai deficit che si presentano sempre da una parte o dall’altra.
Il Vicenza è, a campionato inoltrato, una squadra-non squadra, in cui cioè la penuria di una costruzione strutturata dell’azione privilegia inevitabilmente le individualità che, da parte loro, fanno fatica a emergere. Manca un leader, un giocatore che diriga i compagni in campo, una figura autorevole che sia più forte delle personalità dei singoli. Lo si capisce chiaramente dal vagare della fascia di capitano dall’uno all’altro, un’alternanza inconsueta che denota poca affinità fra i giocatori (che sono una componente importante nella scelta) e anche con l’allenatore.
Ci mancava anche la crociata dei tifosi contro il portiere Confente, che sicuramente non è un fenomeno ma è diventato il catalizzatore del malcontento del pubblico anche quando colpe non ne ha o ne ha ben poche, come a Novara. Sul primo gol avrebbe dovuto uscire per intercettare l’assist? Impensabile, perchè l’errore era stato a monte e andava imputato alla difesa, come la assoluta libertà lasciata a Corti per il gol.
E lo stesso si può dire nell’azione del 2-2, avviata senza ostacoli sulla fascia sinistra. Cosa si pretendeva, che Confente bloccasse lo shoot sparatogli addosso da pochi metri? E i difensori come non sono riusciti ad allontanare il pallone sfuggito alla sua presa? Fra l’altro non c’era alcun fuorigioco perchè, prima del tiro, il giocatore del Novara non partecipava all’azione e, poi, era stato proprio il portiere a tenere in gioco Scappini.
A migliorare la situazione certo non ha contribuito la dichiarazione di Renzo Rosso, che prefigura un suo addio in casi di mancata promozione. Un paio di considerazioni: le sue parole sono state dette prima della partita e, decontestualizzate com’è stato fatto, hanno ben altro peso di una boutade, quale voleva essere in realtà. La seconda considerazione è che, comunque, RR se la poteva risparmiare in questo momento sia perchè qualche responsabilità ce l’ha anche lui in questi ultimi campionati sia perchè quanto ha detto non va certo nella direzione di rincuorare e compattare squadra e tifosi.

GIANNI POGGI

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