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LR VICENZA. L’ANNO SCORSO DIECI GOL IN DUE PARTITE ALLA PRO SESTO. QUEST’ANNO?

Gran gaà del calcio

Per quanto i premi possano davvero avere un valore tecnico, il fatto che, al Festival del Calcio italiano 2023 (nella foto), quattro tesserati dell’LR Vicenza abbiano ricevuto dei riconoscimenti per quanto fatto nella stagione precedente è comunque il segno che alcune scelte estive della dirigenza di largo Paolo Rossi non erano poi così infondate.
Se Aimo Diana è stato premiato come miglior allenatore, Franco Ferrari come miglior attaccante del girone A, Giuliano Laezza come miglior difensore centrale e Fausto Rossi è stato inserito come centrocampista centrale nella Top11 della C, le mosse di prendere il primo come nuovo tecnico, di non cedere il secondo, di rinforzare la difesa con Laezza e il centrocampo con Rossi non erano sballate o velleitarie.
Se si aggiunge che Laezza e Rossi sono arrivati a costo zero perchè svincolati (come Golemic e Costa), è innegabile che il Vicenza abbia fatto un affare con entrambi. Anche Pellegrini non è costato nulla (prestito dal Sassuolo) ed altrettanto dicasi per Proia e De Maio, già tesserati biancorossi e in rientro da prestiti. Il rapporto costo-qualità, dunque, è stato senz’altro favorevole per il calciomercato vicentino.
A parte questo aspetto economico, non erano dunque così fuori luogo, ad inizio stagione, le candidature dell’LR Vicenza alla vittoria del Girone, perchè si appoggiavano su una rosa che assemblava quasi tutto il meglio di quella del campionato precedente a rinforzi mirati e qualitativi e ad un allenatore indubbiamente vincente.
Cosa sia successo poi e come si sia arrivati al mezzo fallimento attuale è un vero mistero. Oggi come oggi il principale problema del Vicenza è, paradossalmente, se stesso. Quella biancorossa è una squadra che, prima ancora di preoccuparsi dell’avversario, deve vincere la propria mancanza di identità, di personalità e di anima, che deve ritrovarsi attorno a un leader o, se non c’è, fare gruppo, che deve dare un senso al resto del campionato.
Ancora una volta il calendario dà una mano ai biancorossi, che ospitano la Pro Sesto, il cui identikit la profila come squadra da zona play out, con una rosa che vale 3,3 milioni (due volte e mezza meno di quella dell’LR), che in trasferta ha ottenuto 6 dei 15 punti totali (una vittoria, tre pareggi e altrettanti stop) e ha una media gol segnati (6) che neanche arriva a uno a match e, in compenso, ha già beccato 11 reti. Però, nelle ultime cinque gare giocate fuori casa il bilancio non è male: un successo, tre pari e una sola sconfitta.
Una Pro Sesto, insomma, che non dovrebbe far paura ai prodi biancorossi, ma il condizionale ci vuole visto com’è andata una settimana fa con un Legnago che ha la stessa caratura dei milanesi. L’anno scorso il Lane ha rifilato ben dieci gol alla Pro nei due confronti stagionali ma, come si sa, i precedenti hanno un valore solo per le statistiche.
Diana e la sua armata hanno il dovere di riscattare contro simil avversario le magre recenti. Mancheranno Ferrari e Costa, entrambi squalificati, che saranno sostituiti da Pellegrini e Greco, mentre per il resto non ci dovrebbero essere sorprese in formazione, a meno che l’allenatore non tenti l’ennesimo turn over a centrocampo.
Il Menti sarà come sempre per il tifo sfegatato o i tifosi si asterranno almeno fino a che i propri beniamini dimostreranno in campo di meritarlo? Prevarrà, come sempre, il sostegno a prescindere e non so se sarà un bene per la squadra.

GIANNI POGGI

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